“La Biomeccanica è l’applicazione dei principi della meccanica agli organismi viventi. Analizza il comportamento delle strutture fisiologiche quando sono sottoposte a sollecitazioni statiche o dinamiche.”
Analizza il comportamento delle strutture fisiologiche quando sono sottoposte a sollecitazioni statiche o dinamiche. La biomeccanica scompone le forze applicate al movimento. La forza muscolare e le resistenze attraverso le leve muscolo-scheletriche, generi, angolo d’inserzione muscolare, elemento coattante e dislocante, momento di forza e resistente, ecc.
Prima di addentrarci nella parte descrittiva degli esercizi è opportuno soffermarsi sulla terminologia usata a riguardo.
VALIDO PER TUTTE LE MACCHINE A DIREZIONE FISSA
Attenzione a tutti i soggetti con limitazione funzionale delle articolazioni coinvolte.
La direzione monodirezionale delle macchine obbliga la persona a seguire una traiettoria fissa. In caso di soggetti a rischio o principianti sarebbe meglio far eseguire movimenti liberi.
I movimenti umani si svolgono su traiettorie multiplanari e non monoplanari.
Le macchine tolgono uno dei piani di movimento (sagittale, trasverso o frontale).
ASSISTENZA DURANTE IL LAVORO E POSIZIONE DEL PERSONAL TRAINER o “SPOTTING”
La spiegazione dell’esercizio è molte volte “facoltà” del Personal Trainer. Alcuni informano a voce, altri dimostrano l’esercizio. Il Personal Trainer professionale spiega, dimostra e assiste.
Comunica verbalmente, dimostra visivamente e aiuta tangibilmente trasmettendo sicurezza, competenza e professionalità. In questo modo si riducono i rischi d’infortuni.
Per raggiungere il maggior risultato possibile e focalizzare il movimento, il Personal Trainer deve:
• Porsi il più vicino possibile al cliente senza limitarne il movimento.
• Porsi dove potrà fornire il maggior aiuto dal punto di vista meccanico.
• Porre le mani sulla sbarra, maniglia o cavo durante gli esercizi ai cavi, sulle articolazioni nella direzione della resistenza.
• Aiutare nel momento in cui il gesto diventa difficoltoso per l’insorgere della fatica.
• Far sentire quale muscolo lavora attraverso l’appoggio delle mani.
• Guidare il movimento attraverso l’uso delle mani.
• È necessario ricordare che il Personal Trainer, non essendo una figura sanitaria, deve ottenere, specie per il cliente donna o i minori, il consenso informato scritto che gli permetta di “toccare” il cliente stesso.
Per ogni esercizio proposto valgono le regole:
• Rispetto Della Funzione Articolare
• Rispetto Della Funzione Muscolare
• Funzione Nella Vita “Di Tutti I Giorni”
• Massimo Allungamento Fisiologico Soggettivo
• Massimo Accorciamento Fisiologico Soggettivo
• Maggior Risultato, Minimo Rischio
RISPETTO DELLA FUNZIONE ARTICOLARE e MUSCOLARE
Rispettare il punto d’origine e di inserzione, in modo tale che durante il posizionamento del cliente e durante tutto l’arco d’escursione del movimento allenante i tendini si vengano a trovare in posizione corretta, avendo la corretta linea di trazione sugli stessi.
RISPETTO DELLA FUNZIONE MUSCOLO-ARTICOLARE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI
Quante volte usiamo i nostri muscoli nella vita di tutti i giorni rispetto a come li alleniamo?
MASSIMO ALLUNGAMENTO FISIOLOGICO SOGGETTIVO
Attraverso una leggera pretensione muscolare (barriera elastica).
MASSIMO ACCORCIAMENTO FISIOLOGICO SOGGETTIVO
Alla fine del movimento il gesto deve chiudersi con il minor movimento del muscolo allenato. (Per esempio il pettorale deve chiudere il gesto con la rotazione interna, il bicipite con la supinazione, ecc.) .
MAGGIOR RISULTATO, MINIMO RISCHIO
Per mantenere il cliente integro nel tempo.
GRAN DORSALE
Esercizio: CAVI DALL’ALTO IN PIEDI O SEDUTO
Classificazione: PRIMARIO
Posizione delle mani: LARGA O STRETTA
A Impugnare le maniglie con le braccia in rotazione esterna parziale.
B A braccia tese estendere la spalla oltre la linea del tronco.
C Terminare il movimento con una rotazione interna della spalla.
Posizione del Personal Trainer
Dietro con le mani poste sulle braccia o gomiti o sulle maniglie. Appoggiare le mani sul dorsale e sopra la cresta iliaca in modo da far sentire al meglio il movimento.
GRAN DORSALE
Esercizio: LAT MACHINE AVANTI SBARRA
Classificazione: SECONDARIO
Posizione delle mani: LARGA, MEDIA, STRETTA SECONDO LA FLESSIBILITA’
SOGGETTIVA stabilita attraverso un test di flessibilità.
A Appoggiare le mani sulla sbarra con i palmi della mano in pronazione.
Mantenere l’arco naturale della schiena.
B Muovere il busto indietro di 30° circa.
C A braccia tese abdotte circa 170° spingere le spalle in basso (depresione) cercando di avvicinarle una all’altra (adduzione).
D Piegare i gomiti, tirare la barra allo sterno espandendo il torace, spingere le spalle in basso, indietro come se si volesse unirle, mantenere lo sguardo verso la barra per evitare la facilitazione dei flessori del collo.
Posizione del Personal Trainer
Dietro con le mani poste all’interno della barra. Appoggiare le mani sulle scapole
per dirigere il movimento enfatizzando la zona soprailiaca.
FUNZIONE MUSCOLARE GRAN DORSALE
Estensione della spalla. PARZIALE
Adduzione dell’omero. NO
Rotazione interna dell’omero. PARZIALE
Massimo allungamento fisiologico COMPLETO
Massimo accorciamento fisiologico INCOMPLETO
Esercizio INCOMPLETO
La Lat Machine dietro la nuca è da evitare in quanto nessun movimento in natura prevede una trazione dietro la testa e il corpo non è predisposto alla sopportazione di tale trazione. La spinta dietro la testa può inoltre causare microtraumi a livello dei processi spinosi cervicali e spingere la testa dell’omero in avanti con rischi di sublussazioni della testa dell’omero dalla sua sede naturale. La scelta dell’impugnatura (larga, media, stretta) deve essere fatta in relazione alla capacità soggettiva nell’allungamento dei muscoli coinvolti nell’azione eccentrica. Una persona con il Grande Dorsale retratto, ad esempio, nel sollevare le braccia per afferrare la sbarra in alto, sarà costretta ad aumentare la lordosi lombare o cervicale. Al fine di evitare che questo accada si può aprire maggiormente le braccia. Evitare la supinazione perché la spalla non è in grado di ruotare esternamente in partenza. La supinazione obbliga una rotazione esterna totale con riflessi negativi su gomiti e polsi.
Quanto deve essere la discesa durante lo squat? Completa? Parallela?
Lo studio elettromigrafico svolto da Caterisano A., Moss R.F., Pellinger T.K., Woodruff K., Lewis V.C., Booth W., Khadra e pubblicato su Journal Strength Condition Researche 2002 Aug; The effect of back squat depth on the EMG activity of 4 superficial hip and thigh muscles; riguarda la percentuale di unità
motorie coinvolte a parità di soggetto.
Da questo studio si evince che, per quanto riguarda gli ischiotibiali non c’è differenza nei tre tipi di discesa. Riguardo ai vasti laterale e mediale vi è maggiore attivazione nello squat parziale e parallelo.
Per quanto riguarda i glutei il lavoro è maggiore scendendo completamente (maggior allungamento). Scendendo completamente senza mantenere la fisiologica lordosi lombare aumenta però il rischio su schiena e ginocchia. Il lavoro per i glutei è perciò da ritenersi valido fino a 90° di discesa, a meno di inversioni di curva che indicano la necessità di fermarsi prima.
Claudio Suardi – MFS
Direttore Tecnico ISSA Europe