Molti hanno denunciano gravi difficoltà nei confronti dell’atto sessuale. L`attività sessuale maschile comincia durante la pubertà e continua per tutta la vita, declinando gradualmente. In condizioni normali, se si conserva un fisico sano, può protrarsi fino a ottant`anni e oltre, anche se la frequenza dei rapporti tende a diminuire con il passare del tempo.
Fino a trent’anni si può fare l`amore in media, 3-4 volte alla settimana, dai trenta ai cinquant’anni i rapporti si riducono a 2-3 alla settimana; dai cinquanta ai sessant’anni si limitano a 1-2 ogni sette giorni; oltre i sessant’anni divengono quindicinali. Ma stando ai risultati della recente indagine sui militari di leva, sono pochi i giovani italiani che in futuro potranno mantenere questi ritmi. Fortunatamente, con una visita andrologica, molte difficoltà si risolvono e alcuni difetti, presi in tempo, possono essere curati.
Tra le forme patologiche più comuni ricordiamo le fimosi (dovute a un restringimento del prepuzio) e le balanopostiti (infezioni conseguenti a una scarsa igiene degli organi genitali). Il 17,7 per cento dei giovani presenta il varicocele, cioè una dilatazione delle vene che attraversano il funicolo spermatico, con formazione di varici che impediscono al sangue di defluire normalmente dal testicolo.
Di conseguenza, il testicolo s’ingrossa e si surriscalda (in genere, la sua temperatura è inferiore a quella del resto del corpo), mentre l’ossigenazione dei tessuti diminuisce. Tutto ciò provoca una riduzione dell’attività delle ghiandole sessuali e quindi un calo della produzione e della vitalità degli spermatozoi. Come conseguenza avremo una diminuzione della fertilità dell’individuo, che con il passare del tempo rischia di diventare completamente sterile.
Il 3,6 per cento dei bambini presenta il criptorchidismo, cioè la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nello scroto. Per risolvere l’inconveniente basta somministrare al bambino, prima dei 4 anni, delle gonadotropine (gli ormoni prodotti dall’ipofisi). La terapia ormonale risolve il 50-60 per cento dei casi, altrimenti l’andrologo deve ricorrere al bisturi (orchidopessia), prima che il paziente abbia compiuto i 5-6 anni, onde evitare un ritardo nella maturazione degli organi sessuali e nella maggior parte dei casi una conseguente compromissione della fertilità nell’età adulta.
Non sottovalutiamo il fatto che l`impotenza e anche causa di depressione. L’impotente, ignaro, si rivolge spesso allo psicologo. Così il tempo passa e la malattia, che è di natura fisica, si acuisce. E’ recente la notizia, pubblicata da molti giornali, di un manager (rimasto nell’anonimato), che colpito da una grave forma di depressione, conseguente alla sua impotenza sessuale, ha perso anche il posto di lavoro. Dopo essersi sottoposto a un semplice intervento chirurgico di natura andrologica, il manager ha riacquistato in breve tempo la sua funzionalità sessuale, il suo equilibrio psicofisico e l’azienda ha dovuto riassumerlo, affidandogli le precedenti mansioni.
Le cause che determinano una disfunzione sessuale maschile sono il più delle volte di origine neuro-vascolare, ossia dipendenti dalle innervazioni e dai vasi sanguigni che interessano i corpi cavernosi del pene, chiamati in causa al momento dell’erezione. Su queste cause possono influire il diabete, l’aterosclerosi, l’obesità periferica, gli effetti negativi del fumo. “Una buona irrorazione sanguigna è fondamentale per il funzionamento degli organi di tutto il corpo”, spiega il dottor Riccardo Vaccari, specialista andrologo del centro Almar di Milano, “per questo ai miei pazienti che vengono a farsi visitare per problemi di disturbi causati dall’impotenza consiglio prima di tutto di svolgere una regolare attivita fisica e di seguire una alimentazione equilibrata. Solo in questo modo, infatti, si possono avere delle ottime prestazioni dal proprio organismo”.
“Una circolazione arteriosa perfetta è inoltre la condizione indispensabile per sottoporsi ad una nuova tecnica per la prima volta applicata in Italia che ho appena messo a punto con la mia équipe medica formata dai dottori Maurizio e Roberto Viel. Si tratta dell’ingrossamento del pene: un intervento eseguito per la prima volta a San Salvador cinque anni fa e che noi abbiamo perfezionato sperimentandolo su parecchi pazienti negli studi di Milano e Londra”.
L’intervento in se è semplicissimo, eseguito in day hospital, consiste nel rimuovere il grasso dall’addome o dai fianchi, (grasso che viene purificato con particolari soluzioni saline), per iniettarlo con uno strumento adatto sotto la pelle del pene. In questo modo si ottiene quello che scientificamente viene chiamato l’aumento circonferenziale autologo penieno. “E” incredibile il successo che abbiamo già ottenuto con questo metodo”, spiega il dottor Maurizio Viel. “si ottiene infatti un ingrossamento del pene di quasi 5 cm”. “Abbiamo però notato”, specifica il dottor Riccardo Vaccari “che il 20-30 per cento del grasso viene riassorbito nel giro di tre mesi, e che a volte e necessario qualche ritocco”.
Per due tipologie di pazienti questo intenvento però non e adatto “per i fumatori e i forti bevitori”. “Queste categorie infatti” – continua il dottor Vaccari – hanno un riassorbimento totale del grasso a causa di una cattiva irrorazione sanguigna del loro organismo”. “Per questi motivi il movimento e una vita salubre sono indispensabili per ottenere il massimo dei risultati dai nostri interventi”, spiega lo specialista.