Fibre muscolari da bianche a rosse nell’allenamento moderno, i colori dell’efficienza fisica

Partiamo considerando il nostroambito: la motoria. Rieduchiamo, manteniamo e ottimizziamo le funzioni biologiche con lo scopo ambizioso di lasciare ai nostri clienti la possibilità di affrontare il quotidiano con estrema libertà sia nel lavoro come nel tempo libero. L’insegnante di motoria, il personal trainer, l’istruttore fitness sono i riferimenti di quest’area che è vastissima. La base formativa a supporto di questo settore e di questi professionisti è variegata e a volte pittoresca, dall’università al corso giornaliero, ma è fondamentale.

Rimane centrale conoscere le strutture biologiche che collaborano in modo sinergico ad affrontare e supportare la nostra giornata in tutti i suoi “stress”. Scoprire perché “siamo fatti cosi” e non “cosà”, svelare le cause che ci portano a essere come siamo e non rivolgersi al caso, fa tutta la differenza del mondo. Siamo un sistema di una complessità non ancora totalmente svelata che opera in estrema semplicità, vogliamo sopravvivere al mondo che ci ospita (senza magari distruggerlo).

Per farlo è prioritario adattarci; ci siamo evoluti con un alto grado di plasticità: gli stress ci allenano e migliorano le nostre prestazioni motorie (super sintetizzato). Possiamo ad esempio decidere di salire e scendere le scale di un condominio (l’ascensore è guasto come in “Big Bang Theory”) in modo estremamente diverso: se abbiamo fretta velocemente, lentamente se stanchi ed è stata una giornata pesante, con le borse della spesa dobbiamo muoverci lanciando i pesi esterni, se stiamo giocando saltiamo i gradini ecc. Senza contare che andare su o giù non è proprio la stessa cosa  (w+ o w-, accelerazione positiva o negativa, lavoro concentrico o eccentrico).

Quante possibilità solo per arrivare al nostro appartamento! Queste derivano dalla capacità della struttura muscolare (semplificato) di gestire e offrire velocità e forze diverse (espressioni di potenza o lavoro) a sostegno dell’impresa motoria. Il nostro apparato è in grado di fare tutto ciò. Tralasciando per questioni di tempo il ripasso della struttura fi siologica e sul suo terminale operativo (lascio a libri molto ben scritti il compito di impegnare ore del vostro tempo) il muscolo, mi limito a ricordare che è formato da fibre di “colore e caratteristiche “ diverse: bianche, rosse, intermedie, rosate tendenti al bianco, bianche tendenti al rosso.

Un’apparente confusione che cela invece l’estrema capacità di muoversi e muovere a diverse velocità e forza (scorrere e contrarsi in allungamento, accorciamento, tenuta). Un apparato con una discreta possibilità di interconversione a seconda degli stimoli (plasticità!). Le nostre proposte sono altresì stress che serviranno a generare modificazioni per rispondere in modo ottimale alle vicende della vita. Insomma c’è un mondo la fuori che gira a diverse velocità… la mia domanda è: le stiamo considerando e allenando tutte? Forse stiamo allenando un po’ troppo alcune tipologie di velocità, quelle basse e di conseguenza una tipologia particolare di fi bre, le rosse. I motivi di queste scelte possono anche essere in parte condivisibili ma non ci possono bastare se puntiamo a una proposta completa.

Tenendo ben presente che un livello di forza è salutare a tutte le età, in particolar modo dopo i 40 anni, dove la sarcopenia inizia a farsi sentire, dobbiamo entrare nel dettaglio di cosa significa il termine “forza” nel contesto di benessere quotidiano. Semplifi cando molto mi permetto di affermare che dobbiamo mantenere un livello di potenza ottimale inteso come la possibilità di spostare\vincere\resistere a forze “pesanti e leggere” a velocità differenti. Non a velocità sub-luce o forza da Hulk, ma abbastanza da permetterci di salire magari le scale in tutti i modi che ci servono o ci piacciono.

Ovviamente senza dimenticare: equilibrio, coordinazione, elasticità complementi fondamentali. Ricordiamoci solamente che la potenza di cui disponiamo può essere utilizzata in maniera “più veloce” o “più forte” e che deve essere mantenuta o migliorata grazie all’allenamento.

Pensate alle vostre gambe che attraversano la strada sulle strisce pedonali con l’omino che lampeggia e sta per diventare rosso o gli arti superiori che sostengono la mia mano destra mentre digita sulla tastiera mentre la sinistra regge la tazza del caffè. Credo che le conoscenze attuali debbano farci ragionare se vogliamo fornire un supporto adeguato alla popolazione ultraquarantenne: quella del divano sì ma anche quella del torneo di biliardo, del padel, della bicicletta, della corsa e del calcetto.

Un approccio e delle proposte più dinamiche e “colorate” eviterebbe che quei momenti di benessere generino dolori o eventi traumatici tanto da doverli lasciare. Consideriamo soprattutto che il tipo “fibra bianca veloce” viene penalizzata maggiormente nella sarcopenia, mentre le “rosse lente” rimangono più stabili e maggiormente allenabili.

Diamo quindi un po’ di grinta ai nostri diversamente giovani! Tutto il corpo ne trarrà benefi cio. Naturalmente con estrema attenzione e con i mezzi adatti. Attenzione e mezzi adatti… non signifi ca metodi di allenamento complessi! Anzi. Le basi fondamentali della fi siologia e della metodologia di allenamento ci insegnano che la perfezione risiede nella semplicità, se la sappiamo organizzare. Forza, velocità, resistenza… rotolare, saltare, afferrare…motoria a diverse velocità!

E magicamente scopriamo che forse ci stavamo allenando per una vita un po’ a rallentatore, perché? Abbiamo i pesi liberi, le macchine carrucolate, a carico diretto, gli elastici, le molle, l’acqua… Ognuno di questi mezzi utilizza una resistenza e/o sovraccarico con delle caratteristiche fi siche particolari che ben si adatta ad alcune situazione ma non a tutte! Conoscere queste caratteristiche ci permette di scegliere o di essere vincolati a determinate linee di lavoro.

Tradizionalmente, la maggior parte dei protocolli di allenamento utilizza la massa (peso), come metodo principale per creare resistenza. La massa può essere una forma efficace di resistenza principalmente per allenarsi nel miglioramento della massima produzione di forza e nell’ipertrofi a e ha avuto in tal senso buoni risultati (ciò è dovuto al fatto che la velocità di movimento permessa è relativamente lenta).

Non è un caso che sia spesso chiamato “allenamento della forza”, poiché velocità e potenza non possono essere allenate in modo altrettanto efficace e sicuro, a causa delle problematiche legate all’inerzia che dobbiamo prima superare per far muovere o arrestare il peso! L’inerzia della massa del sovraccarico coinvolta nell’allenamento ci limita nelle variazioni di velocità (quando si avvia un movimento con una resistenza basata sulla massa, troviamo sia le forze associate all’oggetto che quelle inerziali aggiuntive necessarie per accelerare che per frenare il carico) a causa dei sovraccarichi che ne conseguono. Se scegliamo la strada di allenare i movimenti del mondo a velocità reali ci rendiamo conto che dagli atleti agli anziani, dobbiamo avere a disposizione libertà di movimento su più assi e piani anche in contemporanea; libertà e sicurezza di poter andare a qualsiasi velocità per sviluppare potenza funzionale e reale.

Qualunque sia il movimento che vuoi allenare: lanciare una palla, far oscillare una mazza da golf o semplicemente svolgere le attività della vita quotidiana servono strumenti e tipologie di resistenze che ti consentano di allenare il sistema neuromuscolare alla velocità della vita. Si allena la potenza! La componente “massa” che spostiamo (densità: rapporto tra massa e volume d= m\ V; da cui poi m= dxV ; Ferro: 7960/kg/m3, Acqua: 997/kg/m3, Aria: 1,225/kg/m3) risulta una scelta molto importante se voglio rimanere libero di variare velocità, tempi e distanze.

Nelle alte velocità e per lo sviluppo di potenza ad esempio, per ridurre gli impatti articolari dovuti all’inerzia di una massa in movimento (in fase di partenza e arrivo del movimento), si utilizzano sistemi ad aria compressa che minimizzano la componente inerziale. Questi sistemi applicati a macchinari regolabili con possibilità di riprodurre angoli e velocità differenti ci permettono di fornire un servizio innovativo e performante per tutti, in estrema sicurezza, con un aumento del tempo di lavoro contrattile totale! L’approccio a questo mezzo di sovraccarico toglie praticamente tutti i limiti e si mette a disposizione delle nostre metodologie e programmi.

Personalmente lo utilizzo da anni nel mio studio di motoria e preparazione atletica, dalla posturale al professionista sportivo e ne sono molto soddisfatto. Non accontentiamoci di proposte “limitate dal limite imposto dai sovraccarichi spostati”, adesso possiamo scegliere di essere liberi! Divertiamoci a lavorare nel costruire attorno al nostro cliente il vestito motorio ottimale in tutte le sue componenti, anzi un armadio di vestiti, di tanti colori diversi, uno per ogni occasione della vita motoria. Buon lavoro e divertimento a tutti!

 

Paolo Scatoli, Dottore in Scienze Motorie

 

 

Bibliografia:

 

Andrew Harkin, Trinity College, Dublin, Ireland: Lactate Shuttles in Neuroenergetics—Homeostasis, Allostasis and Beyond https://www.frontiersin.org/journals/neuroscience

 

Dott. Massimo Pieri, Sergio Bernardini: Markers biochimici dell’allenamento sportivo http://scienzemotorie.uniroma2.it/fi les/2020/04/BIOCHIMICA-CLINICA-lez.5.pdf

 

Francesco Pietrini Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive ed Adattate Tesi di Laurea 2015-16 Lo sviluppo della forza muscolare nel soggetto anziano

https://www.keiser.com/

Condividi l'articolo

Ultimi articoli