La frequenza cardiaca

frequenza cardiaca

Frequenza cardiaca, intensità e durata; la combinazione di queste tre variabili condiziona l’allenamento rendendolo specifico per lo sviluppo delle diverse qualità fisiche. Durante un lavoro cardiovascolare l’intensità, cioè la mole di lavoro da svolgere, è il fattore che più difficilmente si riesce a quantificare e capire. La frequenza cardiaca è la scala di misura dell’intensità durante un esercizio aerobico. Potremmo definire il cuore come il contagiri del corpo umano e le pulsazioni il numero dei giri per minuto.

 

La frequenza cardiaca rappresenta di riflesso la risposta metabolica dell’organismo ad un determinato stimolo. Questa risposta sarà sempre simile ogni volta che lo stimolo avrà le stesse caratteristiche. La massima frequenza cardiaca raggiungibile rappresenta dunque la massima capacità dell’organismo di produrre un lavoro, e la soglia anaerobica è il limite oltre il quale la maggior parte di energia, necessaria per la contrazione muscolare, viene ottenuta dall`organismo attraverso un processo che produce come sostanza di rifiuto un liquido che accumulato nella muscolatura ne inibisce la contrazione: l’acido lattico.

 

Il controllo delle pulsazioni da solo non avrebbe però senso se non fosse legato da una relazione al consumo di ossigeno nell’aerobica.

La letteratura ci insegna che non esiste una relazione precisa tra frequenza cardiaca e consumo di ossigeno, certo è che il valore relativo al 50% della f/c max ipotetica, non rappresenta il 50% del massimo consumo di ossigeno ma bensi circa il 30%. Anche il dimagrimento attraverso l’attività fisica rispecchia questa regola. Infatti, affinché vengano utilizzati i lipidi come principale fonte energetica, è necessario, per un principiante, che ci sia una ossigenazione molto elevata, raggiungibile solo se la richiesta di ossigeno per il tipo di lavoro svolto è intorno al 50% del VO2 max corrispondente (in un soggetto sano) al 65% circa della F/C max.

 

Da quanto detto risulta quindi importante, specialmente per un istruttore, conoscere le potenzialità di ogni atleta. Un esecuzione di un test diretto e massimale è la soluzione ideale, ma l’utilizzo di attrezzature altamente sofisticate e costose, che necessitano dell’indispensabile presenza di un medico cardiologo e degli strumenti necessari per la rianimazione onde prevenire problemi, rendono l’indagine di difficile attuazione in un centro fitness.

 

Esiste invece una serie di protocolli test sub-massimali diretti eseguibili sia su cicloergometri che su nastri trasportatori che permettono di ottenere risultati soddisfacenti e ripetibili nel tempo con più facilità e minor spesa. Fino a qualche anno fa l’istruttore incoraggiava il soggetto a mantenere una sensazione di fatica costante che permettesse uno sforzo prolungato nel tempo. Oggi, grazie ad uno sviluppo tecnologico, gli attuali attrezzi da cardio-fitness sono diventati intelligenti.

Infatti oltre a monitorare costantemente la frequenza cardiaca riconoscono gli sbalzi di pulsazioni rispetto al valore impostato ed adeguano la velocità e la pendenza nel caso del tappeto ruotante, o la resistenza nel caso del cicloergometro.

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