Il Functional Training come preparazione atletica per il nuoto

• Atti volontari o intenzionali, eseguiti con “intenzione” e che corrispondono ad un obbiettivo cosciente.

• Atti motori riflessi, eseguiti in modo involontario, rapido e stereotipato e in risposta ad una sollecitazione esterna che inficia la nostra integrità-equilibrio.

• Atti motori ritmici, che partono e terminano come volontari ma che proseguono grazie ad automatismi inconsapevoli.

• Atti motori posturali, che presentano le caratteristiche sia degli atti riflessi che di quelli volontari, con lo scopo di determinare la posizione del nostro corpo e dei suoi arti rispetto allo spazio (postura).

 

Il controllo di tali schemi è molto preciso e interseca due meccanismi, uno a feed-back l’altro a feed-forward, che ne garantiscono l’efficacia e l’efficienza. Ciò significa che, se non rispetta un modello di riferimento, un movimento viene continuamente parametrato e aggiustato aumentandolo (feed-back positivo) o diminuendolo (feed-back negativo) a seconda se si discosta “in più o in meno”. Inoltre, esistono anche delle valutazioni anticipatorie (feed-forward), vale a dire che l’atto motorio viene preceduto da tutta una serie di informazioni-valutazioni su quanto può verificarsi e ciò limita preventivamente la possibilità di errore, facilitandone il successo. Fatta questa premessa, risulta insufficiente un’ interpretazione solo meccanica dell’atto motorio, ossia quella che lo indica come la trasformazione di energia chimica in energia meccanica e calore, come l’espressione di quei fattori (meccanici) che determinano una singola o sommano più  contrazioni muscolari.

 

Un tale approccio svaluterebbe le straordinarie proprietà adattative del sistema motorio, le singolari capacità di risposta alle più svariate percezioni e agli stimoli dell’ambiente esterno. Per comprenderne appieno tali potenzialità, dobbiamo evidenziare l’intima connessione con un’altra struttura, quella sensoriale, legame che non solo spiega come il movimento sia una risposta a stimoli ambientali ma altresì come è possibile che uno schema motorio, messo in pratica, possa essere corretto.

 

Abbiamo quindi due aspetti, da un lato l’interazione con il sistema ambiente e dall’altro la pianificazione, sviluppo e correzione del movimento, che si integrano attraverso il legame, non anatomico, ma funzionale del Sistema nervoso e Sistema scheletrico-muscolare: Sistema Senso-Motorio. Tale sinergia, rappresenta un punto di partenza obbligato della nostra disamina poiché è su di essa che si fondano le teorie e i principi dell’allenamento definito come “FUNZIONALE”. Antonio Parolisi e Francesco Malatesta (tratto da “Manuale di Functional Training)

 

A settembre 2013 abbiamo iniziato a lavorare con Franceschini Nicola, quindicenne, giovane promessa del nuoto della Vittoria Alata Nuoto Brescia. Il suo e nostro obiettivo era migliorare le prestazioni. Abbiamo deciso di programmare un macrociclo di un anno nel quale si sviluppassero dei microcicli di Functional Training.

 

Il functional Training ha la sua origine con gli insegnamenti del neurologofisiatra cecoslovacco Vladimir Janda. A 15 anni si ammalò di poliomelite, rimase paralizzato per quasi due anni. Riuscì a tornare a camminare tramite l’utilizzo del deambulatore. La malattia ebbe un tale impatto sulla sua vita tanto da portarlo a dedicare la sua professione ai malati della stessa malattia. Janda utilizzò l’elettromiografia e i test funzionali come strumenti di indagine-studio

 

Incominciò a intendere la funzionalità del movimento come obiettivo primario, attraverso la stimolazione del sistema nervoso centrale e periferico. Funzionale quindi nel senso del “far funzionare”.

 

Per quanto riguarda Individual Training Erbusco e Nicola Franceschini partendo dagli opportuni test, ci siamo concentrati sull’aspetto della stabilizzazione attiva del CORE, lavorando prima di tutto sulla respirazione diaframmatica, aspetto che, nel caso specifico del nuotatore, viene perso a favore della respirazione toracica.

 

allenamento_funzionale

Abbiamo lavorato quindi continuamente destabilizzando l’atleta attraverso la stimolazione della propriocezione. Siamo passati attraverso esercizi di stabilizzazione del Core muovendo la parte inferiore del corpo, la parte superiore e gli addominali. E infine attraverso esercizi multiplanari cioè esercizi che mettevano insieme tutte le fasi di cui sopra.

 

Questo tipo di allenamento ha migliorato le capacità coordinative generali e specifiche dell’atleta, rinforzato il core, migliorato l’aspetto di prevenzione degli infortuni, la forza, la gestualità motoria in generale.

 

Il giovane atleta è passato nei 100 m rana in vasca lunga dai 1’18’’37 ai 1’14’’57 e nei 200 m stile libero in vasca lunga dai 2’09’’56 a 1’59’’03 nel campionato regionale c. Ragazzi. Miglioramento che coinvolge anche l’aspetto psicologico delle sensazioni in acqua. Nicola dichiara “sento bene l’acqua”, gergo tipico natatorio per indicare una buona fluidità percepita.

 

Il Functional Training come preparazione atletica alternativa ai metodi classici ha dato i suoi frutti e tanta soddisfazione. Un ringraziamento particolare ai docenti ISSA, Antonio Parolisi e  Francesco Malatesta per averci trasmesso con passione e professionalità il FUNCTIONAL TRAINING.

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