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Il Medico Risponde

DEPRESSIONE E ATTIVITÀ FISICA M.N. (Perugia)
“…MI HANNO PRESCRITTO IL LITIO COME ANTIDEPRESSIVO: È CONTROINDICATO CON L’ATTIVITÀ FISICA IN PALESTRA?”

 

Circa il 30-40% di chi soffre di depressione, ci dicono i dati di letteratura, è “resistente” o parzialmente resistente ai comuni antidepressivi.
In questi casi le linee guida prevedono l’utilizzo del litio, che è una sostanza da assumere con particolari cautele perché possiede numerosi effetti collaterali importanti che rendono necessario il dosaggio ematico secondo uno scadenziario che lo specialista le indicherà.
Nel caso specifico non esistono però controindicazioni per quanto riguarda l’attività fisica che, anzi, sempre dai dati di letteratura, viene fortemente consigliata nelle sindromi depressive per l’effetto benefico mediato attraverso la produzione di endorfine e di serotonina, che sono i mediatori del benessere nel nostro organismo.

 

Per quanto riguarda il tipo di allenamento, non vi sono particolari preferenze, quindi può alternare sedute di aerobica con esercizi contro resistenza per tonificare la muscolatura e acquisire più forza per l’apparato osteo-muscolare.
Qualche attenzione piuttosto all’utilizzo di sauna e bagno turco che, essendo microclimi artificiali in cui il caldo la fa da padrone, possono potenzialmente incidere sul benessere generale.

Chiederei consiglio allo specialista che la sta seguendo.

 


 

OSTEOPOROSI IMPORTANTE G.G. (Enna)
“…MI SONO STATI RISCONTRATI CROLLI VERTEBRALI MULTIPLI; COSA POSSO FARE IN PALESTRA?”

 

Lei riferisce di essere in cura per l’osteoporosi da diversi anni con calcio e vitamina D: l’episodio riferito di comparsa di dolore importante e rilievo radiografico di crolli vertebrali multipli, sia antichi che recenti, dimostrano purtroppo che la terapia si è dimostrata inefficace. Evidentemente era necessario sia monitorare l’andamento della malattia con esami specifici, sia introdurre terapie farmacologiche adatte a cercare di controllare l’evoluzione dell’osteoporosi. La comparsa di fratture vertebrali è un elemento molto allarmante perché condiziona sia la qualità della vita dovuta al dolore e alla limitazione funzionale, sia la corretta postura che viene coinvolta dal disassamento vertebrale con possibili alterazioni della deambulazione e anche del posizionamento del proprio corpo nello spazio. Dal punto di vista operativo è chiaro che l’attività in palestra deve essere assolutamente sospesa e si dovrà procedere con l’utilizzo di ortesi per la colonna, in grado di sostenere la stessa, alleviare il dolore e prevenire ulteriori fratture.

 

Esistono dei protocolli internazionali, ormai approvati universalmente, che individuano specifici percorsi idonei alla patologia nelle sue varie forme. Personalmente le consiglio di affidarsi ad un centro specializzato per inquadrare in modo corretto il suo caso, verificare con esami raffinati il suo metabolismo osseo, capire quale possa essere la strategia migliore per scegliere un percorso terapeuticamente utile. I presidi fondamentali per la terapia dell’osteoporosi sono una corretta alimentazione con il giusto apporto di calcio, l’utilizzo di farmaci particolari e, nei limiti consentiti dallo specialista, un’attività fisica semplice ma efficace a far sì che le masse muscolari stimolino la parte attiva delle sue ossa verso un rimodellamento positivo..

 


 

FEBBRE E ATTIVITÀ FISICA B.E. (Trieste)
“SPESSO, DOPO UNA SEDUTA DI ALLENAMENTO, QUALCHE ORA DOPO MI COMPAIONO ALCUNE LINEETTE DI FEBBRE…”

 

Bisogna rilevare dal suo scritto come lei abbia ripreso gli allenamenti dopo un lunghissimo periodo di sedentarietà e quindi il suo organismo è sicuramente in fase di adattamento.

Stante che con l’attività fisica aumenta in modo significativo la termogenesi nell’ambito del suo metabolismo, non è cosa rara che nei primi tempi ci possano essere, come esito della fatica fisica, delle lievi alterazioni della temperatura corporea che tendono però a scomparire abbastanza rapidamente con il procedere degli allenamenti.
Detto questo, in linea teorica, sarà opportuno che lei ne parli prima con il suo istruttore, modificando eventualmente l’intensità dell’allenamento e valutando se questo incide in qualche modo sulla febbre. In caso contrario, persistendo il sintomo, è obbligo rivolgersi al proprio medico curante perché valuti eventuali accertamenti tra cui, i primi che mi vengono in mente, quelli sulla funzionalità tiroidea.

 

 

 

 

di Silvano Busin Direttore Scientifico ISSA Europe

Direttore Riabilitazione Specialistica all’Ospedale Sacco di Milano

Docente  Corso di Laurea in Fisioterapia all’Università degli Studi di Milano

 

 

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