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Quando lo sport diventa terapia

C’è un farmaco a disposizione di tutti che non presenta effetti collaterali pericolosi: lo sport.

Sembra infatti confermato l`effetto positivo esercitato dallo sport su pazienti affetti da malattie del sistema immune.

La problematica riguardante la eventuale influenza esercitata dall’attività fisica sulla funzione immunitaria è uno dei temi principali affrontati in questi giorni dai ricercatori di tutto il mondo. Questo interesse è dovuto ai possibili risvolti clinici e terapeutici dell’utilizzo dell’attività fisica per pazienti affetti da patologie disimmuni dove il sistema immunitario presenti deficit di funzione.

 

L`attività fisica viene dunque ad assumere un ruolo più qualificante che andrebbe oltre il semplice obiettivo “culturistico” che è solito prefiggersi chi si avvicina ad attività sportive. E’ già stato illustrato, anche se solo parzialmente, come anche in ltalia e precisamente all’lstituto Neurologico C. Besta, un gruppo di ricercatori si stia occupando di attività fisica e immunità.

I risultati incoraggianti emersi dalla prima fase dello studio sembrano delinearsi con maggior sicurezza anche ora, mentre si sta concludendo una nuova fase del lavoro. l primi dati evidenziavano una iperproduzione di alcuni tipi cellulari linfocitari dopo sforzo fisico in gruppi di soggetti sedentari ed atleti agonisti sottoposti a diverso sforzo fisico. Attualmente è possibile dire che uno sforzo standard quale può essere la cyclette per esempio induce cambiamenti nelle sottopopolazioni linfocitarie in gruppi diversi di soggetti sedentari e agonisti.

Ma quanto permangono questi cambiamenti? E che significato hanno? La risposta a questi interrogativi rappresenta la fase successiva del lavoro che dovrà obbligatoriamente essere svolta prima di programmare l’inserimento dell`attività fisica in programmi terapeutici.

 

Studi precedenti, sono stati svolti soprattutto negli Usa, dove è stato affrontato il problema della permanenza e del significato dei cambiamenti dell’assetto immunitario indotto dall`attività fisica. I risultati non sono sempre concordi per quanto riguarda alcuni parametri, il rientro nei limiti di normalità è assolutamente istantaneo: 15-20′ dopo l’esercizio i valori delle cellule NK (natural killer) per esempio sono già normali. Altri parametri quali i monociti, cellule del nostro sistema di difesa, si modificano dopo qualche ora dallo sforzo. Anche sul significato da attribuire eventualmente ai cambiamenti ottenuti c`e discordanza quanto è positivo? E quanto è controproducente? E` altresì vero che proprio negli Usa dove questi studi sono a livello più avanzato, sono già stati messi a punto protocolli terapeutici per pazienti a rischio di AIDS. Tali programmi terapeutici prevedono l’uso di attività fisica aerobica, programmata in cicli di sedute quotidiane di 45′. Lo scopo è appunto quello di aumentare, attraverso l’ attività fisica, la funzione immunitaria riducendo lo stress emotivo di questi pazienti per rallentare la progressione della infezione HIV. I pazienti sono stati testati anche dal punto di vista psicologico durante tutto il programma. In tali soggetti si otteneva,dopo 5 settimane di lavoro aerobico in palestra, un aumento delle cellule CD4 , il bersaglio prediletto del virus AIDS e, collateralmente, una netta riduzione degli indici di ansia e depressione, che solitamente i pazienti lamentano marcatamente durante il decorso della malattia.

 

Una seconda importante esperienza è tuttora in corso negli Usa: si è dimostrato infatti che l‘attività fisica moderata e costante in palestra favorisce la risposta alla chemioterapia in pazienti cancerosi. Anche in questo caso probabilmente il meccanismo è duplice: l`influenza diretta sulla funzione immune ed un effetto indiretto. L`attività fisica potrebbe influenzare anche le variabili legate alla affettività e al tono favorendo un maggiore predisposizione del malato verso la terapia e forse un rallentamento alla progressione della malattia stessa. Tutti questi risultati appaiono confortanti e concorrono a fare riconoscere l’attività fisica come mezzo terapeutico. Fare sport non è più solo utile per mantenersi genericamente in forma e sviluppare i muscoli, ma è anche prevenzione e forse terapia per alcune patologie.

 

Tutte queste osservazioni sull`attività fisica praticata costantemente, probabilmente contribuiranno a convincere quei pochi che ancora non frequentano la palestra a iscriversi subito e incoraggeranno i veterani a continuare il loro programma di allenamento.

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