“Ne usciremo migliori”: quante volte abbiamo ascoltato questa frase ripetuta in modo ossessivo da tutti i media, ma nella maggioranza della popolazione c’era la convinzione che questo non potesse accadere alla luce dell’aumento della violenza sulle donne, del fenomeno delle baby gang, dell’esplosione degli haters in internet e la saggezza degli addetti ai lavori che consigliava opportunamente prudenza. Ma una guerra in pieno centro Europa nessuno se l’aspettava.
Non spetta a noi esprimere giudizi perché, dopo la scorpacciata in tutte le salse di virologi, adesso stiamo andando verso l’indigestione causata dai più svariati personaggi che elaborano teorie, proposte e spiegazioni seduti comodamente in un talk show o nel salotto di casa. E pensando agli “eroi” del Covid, lo sono anche i giornalisti inviati di guerra che ci informano direttamente dalle zone del conflitto. “Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi”, diceva Bertolt Brecht nell’opera teatrale Vita di Galileo: mai affermazione si è rivelata essere adeguata nelle due situazioni che si sono succedute.
Però una considerazione la si può fare perché riferita al trattato internazionale di Roma del 17 luglio 1998 che all’articolo 8, che configura i crimini di guerra, recita: “… dirigere deliberatamente attacchi contro popolazione civili in quanto tali …”. Come si può non inorridire di fronte alle centinaia di bambini morti sotto le bombe russe e quelli malati di tumore che hanno visto devastati gli ospedali e forse solo in parte soccorsi dall’intervento internazionale. I giovani di oggi e noi stessi non abbiamo vissuto la tragedia di un conflitto militare e ne abbiamo magari avuto sentore dai racconti dei nostri padri o dei nostri nonni e abbiamo volto lo sguardo da un’altra parte ben sapendo che in altre zone del mondo, vedi ad esempio lo Yemen, esistevano conflitti terribili, per non citare poi la Libia o la Siria o la martoriata Striscia di Gaza. E chi più ne ha più ne metta. Naturalmente il rimbalzo economico negativo si è fatto subito sentire in virtù dell’aumento dei prezzi delle materie prime: non si può non rimarcare il cinismo delle aziende petrolifere che di fronte ad un aumento sconsiderato dei prezzi alla pompa si sono lamentate di vedere, per decreto ministeriale, diminuire le loro entrate, minacciando addirittura uno sciopero. E poi parliamo male degli oligarchi russi… Resta evidente che tale situazione ci porterà in tempi brevissimi a rivisitare i concetti di produzione e consumo e a rivedere i giudizi negativi sulle pale eoliche perché rovinano il paesaggio, sui pannelli fotovoltaici all’aperto perché coprono campi da coltivare e il nucleare che, sebbene bocciato dai referendum da noi italiani, è tornato a far capolino nelle proposte legate all’autarchia dei rifornimenti energetici.
È indispensabile che le parti avverse, di qualsiasi tipo, si incontrino e dialoghino in modo costruttivo: questo ci spinge a ricordare come il 10-12 giugno del 2022 ritornerà la Convention ISSA in presenza, nell’anno in cui ricorre il 25°dalla fondazione ISSA Europe, durante la quale illustri relatori ed esperti del settore si alterneranno per portare ai congressisti novità, ricerche e anche semplici consigli per migliorare la qualità della nostra vita e mantenerci efficienti e in buona salute in un momento così difficile in cui la finalità ultima, come dice Papa Francesco, è la vittoria del bene sul male.
Ubi solitudinem faciunt pacem appellant: quando fanno un deserto lo chiamano pace.