Un terzo delle donne in menopausa soffre di osteoporosi, una malattia che nel nostro paese causa circa cinquantamila ricoveri ospedalieri all’anno. Rarefazione del calcio nelle ossa, predisposizione a fratture anche per cause banali, guarigione lenta, sono gli stadi di questa malattia che troppe donne sembrano accettare, ancora oggi, come una fatalità. Il problema si sta in effetti sempre più accentuando anche per il progressivo aumento della vita media che raggiunge ormai i 75 anni.
E’ necessario, pertanto, che l’azione di prevenzione nei confronti di questa patologia inizi il più presto possibile prendendo in considerazione tutti gli aspetti della vita quotidiana, dall’ alimentazione al movimento, senza dimenticare periodici esami per verificare la concentrazione di calcio nelle ossa. Il processo dell’osteoporosi, che si verifica non appena le ossa perdono la giusta concentrazione di calcio, aumenta la possibilità di fratture soprattutto delle vertebre toraciche e lombari ma, anche, del collo del femore, del polso e dell’omero. Mentre alcuni di questi incidenti si rivelano invalidanti, altri possono colpire la persona nell’aspetto estetico: basti pensare che taluni individui colpiti da questa patologia vedono diminuire la loro statura di 5 – 10 cm. Una prima considerazione circa le probabilità di essere colpiti da tale patologia riguarda la percentuale di sviluppo della massa ossea che i diversi soggetti accumulano nel corso della loro vita: se la massa è naturalmente notevole minori saranno i rischi quando, per il processo dell’invecchiamento, avrà inizio il fenomeno di perdita del tessuto osseo.
Studi e ricerche dimostrano, comunque, che per un migliore sviluppo della massa ossea è consigliabile, fin dai primi anni dell’età evolutiva, seguire una dieta ricca di calcio favorendo, nel contempo, una costante attività fisica. Un secondo elemento da considerare e la velocità di perdita del tessuto osseo sulla quale incidono fattori genetici, come accennato, ma anche l’alcool e il fumo.
In mancanza di una adeguata prevenzione o di una diagnosi preventiva, l’osteoporosi può manifestarsi quando la situazione è già ampiamente compromessa e, in questi casi, si può solo cercare di bloccare il danno, ma non certo recuperare quanto si e perso. Quali esami si devono fare per sapere prima e di più? Le classiche radiografie non sono efficienti dal momento che evidenziano la malattia in stadi abbastanza avanzati, più o meno quando si e verificata una perdita del 30% della massa ossea, mentre più approfonditi risultano gli esami di densitometria, o mineralometria, che vanno però ripetuti, nell’età a rischio, a distanza di sei mesi l’uno dall’altro.
Infine anche gli esami di laboratorio del sangue e delle urine possono fornire utili informazioni quando rilevano perdite di calcio. Ma per prevenire è importante soprattutto fare movimento e curare l’alimentazione. Infatti, le persone che hanno praticato attività sportiva non presentano processi di osteoporosi in quanto l’esercizio fisico favorisce l`aumento della densità ossea. Per questa ragione si moltiplicano le esperienze della pratica sportiva nella terza età con risultati veramente soddisfacenti. Insieme all’aumentato metabolismo osseo si sono registrati infatti importanti miglioramenti di altre funzioni fisiologiche quali la capacità respiratoria, l’articolazione e i movimenti riflessi del sistema nervoso.
L’immobilità, di contro, tende a provocare consistenti perdite di calcio nel tessuto osseo. Va tenuto presente, però, che il movimento deve essere sempre commisurato all`età e allo stato di allenamento del singolo. Perciò la ginnastica va sempre affidata a strutture specializzate e ad insegnanti ben preparati contando possibilmente sulla collaborazione di un medico.
Per concludere si consiglia, quando possibile, di praticare l’attività fisica alla luce solare che, com`è noto, favorisce la sintesi della vitamina D 3, quindi della formazione del calcio.