Compaiono prevalentemente in gravidanza. Cominciano a manifestarsi sull’addome e le cosce con piccolissimi segni paralleli: rassomigliano a striature leggere fatte con uno spillo, quasi per gioco. Poi, però, quelle linee sottili si allargano, tra uno spazio e l’altro la pelle risulta lievemente arrossata; solo in taluni casi appare violacea. Col tempo la colorazione tende a scomparire, ma non è che la situazione migliori granchè. Perché, al posto della “coloritura”, la cute rivela “strappi” biancastri in rilievo o depressi. Sono le smagliature: inestetismi semplicemente irritanti, quando il danno da essi prodotto è lieve; disperanti, quando il danno e consistente e per la maggior parte irreversibile.
Pensavamo che le smagliature, che gli esperti chiamano più correttamente striae cutis distensae, usando la terminologia latina, forse per dimostrare che di esse si parlava (o che per esse ci si angosciava) fin dall`antichità, fossero poco gradita prerogativa femminile; in una recente riunione tra dermatologi, a Milano, è stata invece data evidenza al fatto che esse colpiscono, e più di quanto si creda, anche il sesso forte, in particolare gli sportivi. Diversa, se mai, è la localizzazione delle lesioni: nelle donne, come abbiamo detto, sono colpite in particolare le zone “dalla vita in giu“; negli uomini, invece, le striae cutis compaiono prevalentemente “dai lombi in sù”, addensandosi soprattutto nella zona toracoascellare. In entrambi i sessi viene risparmiato il viso: meno male, visto che, man mano che passano le primavere, anch’esso presenta già, per suo conto, un bel po’ di problemi da risolvere.
Torniamo alle “striae“: in un’epoca che ci vuole tutti in forma, tutti belli, tutti con un look impeccabile, quei “colpi di frusta sulla cute, come li definisce una nostra studiosa, la dottoressa Corinna Rigoni, della clinica dermatologica I dell`Università di Milano, rappresentano una spina nel cuore. Tanto più che, subdolamente, le smagliature si instaurano in età precoce, a volte addirittura in età adolescenziale, prediligendo coloro che hanno sbalzi di peso, o che si sottopongono a diete dimagranti eccessivamente rigorose per recuperare o conquistare la linea in tempi strettissimi.
“Possono interessare anche atleti con muscolatura eccellente per abuso di attività fisica o per uso di anabolizzanti”, dice il professor Ruggero Caputo, direttore della Prima clinica dell’Università di Milano, aggiungendo che, l’inconveniente, si determina altresì per disordini ormonali, per carenza insulinica nel sangue, o per assunzione prolungata di cortisonici”. Caputo fa un po’ la storia delle striae, spiegando come, da sempre, esse siano state trattate male, malissimo. Tant’è che, risultati vani i diversi e a volte fantasiosi approcci terapeutici (dall`olio d’oliva a creme di vario tipo), i “sacri testi” di medicina, nel 1930 o comunque in quegli anni, suggerivano, ai pazienti amareggiati dall’evento, trattamenti di psicoterapia.
“Oggi”, dice Caputo, “il nostro suggerimento di medici è di curare le smagliature nella fase iniziale badando con molta attenzione anche ai primi e quasi impercettibili segni”.
Già: ma le cure attuali, danno affidamento? “Non sono ancora l`optimum”, ammette la dottoressa Rigoni, “tuttavia possiamo dire di disporre, oggigiorno, di preparati che, pur rientrando tra i cosmetici, hanno efficacia terapeutica accertata. Il prodotto ottimale, quello realmente risolutivo, si avrà quando sarà chiarito il problema clinico che sta alla base della modificazione cutanea.
Un passo avanti lo si è fatto adesso, accertando che le smagliature si sviluppano in due tempi: la prima fase e di tipo infiammatorio (e in questa le striature appaiono rosso violacee), la seconda è di tipo cicatriziale (e le striae risultano bianco perlacee). Bisognerà, dunque, individuare il tipo di infiammazione e la causa scatenante per capire realmente che cosa determini il degrado delle fibre di collagene che, quando sono sane, mantengono turgida e compatta la pelle. Solo allora, dai trattamenti palliativi, si potrà ricorrere ai trattamenti soddisfacenti in pieno e in grado di guarire.
Al momento, allora, non rimane che la rassegnazione? In taluni casi, è inutile negarlo, la situazione non ha grandi vie d`uscita, se il danno è davvero molto grave. Però, certamente, si può contenerlo, renderlo meno vistoso. Se invece l`opera deturpante delle smagliature non è vistosissima, molto si può fare, ricorrendo a nuovi preparati cosmetici, a base di edera, alchemilla, coda cavallina.
Quelle “macchie” che i francesi chiamano “taches de vieillesse“ spie dell’età; ma anche spie dell’eccessiva esposizione al sole.