CISTI ALLA GHIANDOLA PINERALE P.S. (Cuneo)
“…UNA RISONANZA MAGNETICA MI HA RISCONTRATO UNA GHIANDOLA PINEALE CISTICA…”
L’utilizzo frequente della risonanza magnetica ha condotto statisticamente al reperto occasionale di cisti della pineale nel due per cento dei casi, secondo i dati della letteratura scientifica. In generale si tratta di lesioni benigne che spesso rimangono asintomatiche perché non aumentano di volume. Sempre i dati della letteratura ci dicono che quelle oltre i 15 millimetri sono riscontrate più spesso nelle donne tra i 20 e i 30 anni. L’attività fisica non è assolutamente controindicata e può essere eseguita con tutta tranquillità. Ovviamente sarà lo specialista neurochirurgo a indicare gli eventuali controlli neuroradiologici periodici che dovranno essere eseguiti nel caso insorgessero disturbi come cefalea costante, alterazioni del visus o altri fenomeni riguardanti il sistema nervoso centrale.
Può capitare che simili disturbi possano insorgere per altre cause, pensiamo ad esempio a fenomeni assimilabili all’aura emicranica, e quindi possano suscitare uno stato di allarme cronico.
Tutto ciò indubbiamente peggiora la qualità della vita e quindi è opportuno che lei ne parli diffusamente con il suo specialista e stabilisca con lui un percorso condiviso, evitando inutili e costose indagini.
PIATTISMO PLANTARE G.N. (Bari)
“MI HANNO CONSIGLIATO DI SOTTOPORMI A CONTINUI CONTROLLI E CHE L’ATTIVITÀ FISICA PUÒ PEGGIORARE LA SITUAZIONE…”
Nel suo caso si parla di un “piattismo relativo”, che è una situazione clinica abbastanza frequente, specie in giovane età. Visto che non c’è familiarità, in teoria non dovrebbe né evolvere né diventare preoccupante. Come tutte le situazioni ortopediche alterate, deve essere seguita da uno specialista che ciclicamente valuti le condizioni dell’appoggio della sua pianta del piede sul terreno. Tenga presente che il peso è molto importante sul decorso di questa alterazione strutturale, mentre l’attività fisica, adeguata all’età, ha una funzione benefica.
Un consiglio banale è quello, quando si può, di camminare scalzi e, se si va al mare, di camminare sulla sabbia che per la naturale disomogeneità dell’appoggio è un vero toccasana. Comunque sia, prima dell’intervento ci sarà un passaggio obbligato attraverso un plantare che, per ora, mi pare non le sia stato consigliato. Nel caso lo fosse, si ricordi che purtroppo deve essere indossato con qualsiasi tipo di scarpe e quindi dimentichi “il tacco dodici”.
ATTIVITA’ FISICA E DIFESE IMMUNITARIE F.F. (Catania)
“…HO LETTO CHE L’ATTIVITÀ FISICA MIGLIORA LE DIFESE DELL’ORGANISMO…”
È assolutamente dimostrato che l’attività fisica costante, non agonistica e non ad alta intensità, migliora la risposta del sistema immunitario perché riduce lo stato di infiammazione. La letteratura scientifica ha evidenziato che l’esercizio fisico riduce il rischio di ictus e anche quello della demenza.
Inoltre migliora la qualità della vita di chi soffre di malattie polmonari cronico-ostruttive; migliora il sistema cardiovascolare controllando la pressione arteriosa; non ultimo, il controllo sul peso corporeo.
Particolarmente importanti le ricerche in cui è stato dimostrato che livelli significativi di attività fisica riducono il rischio di tumore del colon e della mammella. Il rovescio della medaglia è che un’attività fisica ad alto impatto o agonistica peggiora, seppur temporaneamente, le funzioni di difesa del sistema immunitario favorendo le infezioni delle vie respiratorie..
a cura di Silvano Busin – Direttore Scientifico Issa Europe già Direttore Riabilitazione Specialistica, Ospedale Sacco, Milano | Docente Corso Laurea in Fisioterapia,
Università degli Studi, Milano
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