DISTURBI DEL SONNO N.O.(Bari)
“…NONOSTANTE DORMA 7-8 ORE OGNI NOTTE MI SVEGLIO STANCO E DURANTE IL GIORNO TENDO AD ADDORMENTARMI…”
Le cause della sonnolenza diurna possono essere diverse. Alla base ci sono evidentemente fattori che disturbano il sonno frammentandolo e quindi non più capace di dare ristoro. Data la presenza nel suo caso di notevole sovrappeso e non avendo nessuno che la controlla se russa o meno e che tipo di russamento è, l’ipotesi più plausibile è la presenza di apnee notturne che si configurano appunto nella Sleep Apnea Syndrome. Tutto ciò conduce a risvegli e addormentamenti durante la fase del sonno con possibili cali dell’ossigenazione del sangue dovuti ai ricorrenti episodi di diminuzione della funzione respiratoria. Quindi l’ipotesi del suo medico di base è assolutamente corretta e indubbiamente dieta e attività fisica combattono l’obesità, che è una delle cause principali della SAS, ma per avere una conferma bisogna avere un quadro completo di ciò che accade durante le ore notturne. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un centro che si interessa di medicina del sonno, dove potrà essere eseguita una polisonnografia, quest’ultimo esame eseguibile attualmente anche a domicilio.
ANTIDEPRESSIVO E ATTIVITÀ FISICA V.A. (Firenze)
“…UTILIZZO DA PARECCHIO TEMPO UN FARMACO ANTIDEPRESSIVO A BASSO DOSAGGIO E IL MEDICO MI HA CONSIGLIATO DI SOSPENDERLO E DI FARE ATTIVITÀ FISICA…”
Nonostante che il dosaggio del farmaco sia molto basso, la sospensione dello stesso le causa comunque una sindrome ansiosa a cui poi segue la paura di ricadere nella forma depressiva.
La questione è sicuramente rilevante per quanto riguarda la sua qualità della vita dato che il disturbo d’ansia è la malattia dei nostri tempi, estremamente diffusa e che ha la caratteristica di presentarsi sotto diverse forme. Se da una parte un pizzico d’ansia è positivo perché ci mette sull’allerta e ci consente di avere migliori prestazioni, la persistenza del disturbo porta quasi sempre a sintomi di natura somatica: gli organi sono sani ma ci mandano messaggi come se gli stessi fossero ammalati. L’attività fisica ha il grosso vantaggio di incidere sul benessere psichico perché, oltre a migliorare la parte cardiovascolare, stimola la produzione di beta-endorfine, molecole che hanno un effetto di indurre benessere e piacere al nostro organismo.
Una sola considerazione sul farmaco che lei assume: seppur a dosaggio così basso, evidentemente ha ancora un effetto terapeutico perché la sua sospensione concretamente si evidenzia con la comparsa di tensione psichica e quindi di peggioramento della qualità della vita quotidiana. Quindi se il suo medico di fiducia è d’accordo, bisognerebbe mantenere questo dosaggio ed eventualmente ogni tanto effettuare dei test che dimostrino che la sospensione dello stesso non induca ancora l’ansia che la disturba.
PELLE DA PROTEGGERE S.D. (Salerno)
“FACCIO MOLTO NUOTO IN PISCINA MA LA PUNTA DELLE DITA SI DESQUAMA E SI FORMANO DELLE RAGADI…”
La permanenza in acqua, specie se si pratica il nuoto facendo molte vasche diverse volte la settimana fa sì che la cute sia imbibita dall’acqua che non fornisce quindi una barriera totalmente impermeabile.
Non dimentichiamo inoltre che per legge le piscine devono contenere una percentuale di cloro: il contatto prolungato con l’acqua finisce con l’alterare l’efficacia della “barriera naturale” della pelle stessa. Quando si esce dalla piscina si ha comunque un’aumentata perdita di liquidi, soprattutto per evaporazione, che può portare a disidratazione cutanea con secchezza e desquamazione in modo maggiore dove la pelle è più spessa.
Quindi la presenza del cloro, magari ambienti piuttosto freddi e l’uso poi di detergenti schiumogeni nella doccia dopo la nuotata possono contribuire ad esaltare il fenomeno.
Le consiglierei di recarsi dal suo farmacista di fiducia per acquistare una “crema barriera” che sia efficace a controllare il suo problema, da applicare prima del contatto con l’acqua.
Prof. Silvano Busin
Direttore Scientifico Issa Europe
Direttore Riabilitazione Specialistica, Ospedale Sacco, Milano
Docente Corso Laurea in Fisioterapia, Università degli Studi, Milano
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