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Postura e cervicale, quando e perché compare il dolore?

La cervicalgia, il dolore localizzato alla colonna cervicale, è uno dei disturbi muscoloscheletrici più diffusi ed è spesso associata a rigidità e diminuzione della capacità di movimento del collo stesso. Ma questo può dipendere da un problema limitato alla sola colonna cervicale? Il dolore cervicale può essere determinato dalla postura? Spesso, ci si presenta dall’ortopedico o dal neurochirurgo con la sola radiografia cervicale o con la sola risonanza cervicale, ma la risoluzione del problema potrebbe essere da un’altra parte.

 

Dolore cervicale da postura, ecco perché

 

Oggi non possiamo più limitarci a guardare solo dove il dolore viene riferito come si faceva in passato!!! Il dolore cervicale è spesso dovuto a sovraccarichi alterati delle strutture anatomiche del collo stesso. La causa di tali sovraccarichi è da ricercare il più delle volte in una alterata posizione del collo in relazione alla restante parte del corpo per compensi biomeccanici.

 

Dettagli anatomici

 

L’intera colonna vertebrale frontalmente dovrebbe essere dritta.

 

Lateralmente invece è rappresentata da “curve ad S” fisiologiche definite “lordosi” e “cifosi” che strutturano il PROFILO SAGITTALE.
Il mantenimento di tali curve garantisce il corretto carico sulle strutture vertebrali (vertebre, dischi intervertebrali, legamenti, nervi, eccetera). Se tale carico viene alterato, in conseguenza di alterazioni posturali di tali curve, ne consegue un’attivazione della cascata degenerativa delle strutture vertebrali. La conseguenza di una postura scorretta è, quindi, dolore e relativo invecchiamento precoce della colonna vertebrale.

 

Le conseguenze di una postura scorretta sull’area cervicale e sulla colonna vertebrale

 

Discopatie, ernie del disco, artrosi sono quindi la manifestazione della degenerazione della colonna vertebrale. Tale processo può essere influenzato da sovraccarichi delle strutture anatomiche. Quindi, per esempio, una colonna cervicale rettilineizzata o addirittura con lordosi invertita avrà un carico maggiore sui dischi intervertebrali sulla porzione anteriore. Questo faciliterà inizialmente il formarsi di una discopatia e successivamente la fuoriuscita del disco interventebrale dalla porzione posteriore con la formazione di ernie discali.

 

 

 

 

 

L’ernia del disco a livello cervicale può comprimere lateralmente la radice nervosa procurando la cosiddetta cervicobrachialgia dal lato corrispondente, destra o sinistra. Se l’ernia è di piccole dimensioni potrebbe essere asintomatica o dare lievi sintomi con deficit sensitivo.

 

Il deficit sensitivo può presentarsi come parestesie, i cosiddetti “formicolii”, come disestesia, una risposta alterata allo stimolo dolorifico o pressorio, sino all’anestesia in cui la zona interessata dalla radice corrispondente non ha più risposta al tatto.

 

Se invece l’ernia è di importanti dimensioni la compressione è tale che può dare anche deficit motori oltre che sensitivi. Il deficit motorio si realizza con riduzione della forza dello specifico muscolo innervato dalla radice corrispondente, con difficoltà nei movimenti di quel muscolo, sino alla paralisi e se la compressione del nervo viene protratta nel tempo oltre al forte dolore può provocare anche un deficit irreversibile.

 

 

L’importanza della diagnosi

 

In presenza di dolore deve sempre essere fatta una corretta e sollecita diagnosi per evitare deficit irreversibili.

 

I deficit sensitivi e motori sono localizzati in zone ben precise definite dai cosiddetti “dermatomeri”.
Quindi uno specifico dolore cervicale o specifica zona di parestesia o disestesia o anestesia può indicarci il livello della radice interessata con un corretto esame obiettivo. Se l’ernia del disco a livello cervicale si presenta invece a livello mediale può comprimere il midollo spinale, e se la compressione è costante nel tempo può portare alla cosiddetta mielopatia cervicale. La compressione del midollo spinale può dare sia deficit sensitivi che motori a tutto il corpo a seconda della zona interessata, sintomi di urgenza minzionale, difficoltà ai movimenti fini delle mani ma anche difficoltà nella deambulazione per deficit di forza e movimento agli arti inferiori.

 

La diagnosi e l’indicazione al tipo di trattamento dell’ernia del disco è di pertinenza MEDICA. Lo specialista ortopedico o neurochirurgo definirà un trattamento conservativo o chirurgico a seconda dei sintomi riferiti e dei segni rilevabili all’esame obiettivo.

 

 

 

Una corretta postura per evitare sovraccarichi alla cervicale e a tutta la struttura vertebrale

 

Da tutto questo ne deriva che il mantenimento di una corretta postura non è solo un problema ESTETICO. Spesso è associato anche a un problema FUNZIONALE che può produrre sovraccarichi delle strutture vertebrali e conseguente attivazione dei meccanismi d’invecchiamento della colonna vertebrale.

 

Ogni volta che quindi ci troviamo davanti a un soggetto con postura errata dovremmo aiutarlo a correggerla. Se siamo in presenza di dolore è indicata una VISITA ORTOPEDICA dallo SPECIALISTA DELLA COLONNA VERTEBRALE che dopo corretta diagnosi prescriverà il trattamento cervicale specifico o qualsiasi cosa possa servire. Se invece il soggetto non sente male è comunque indicato recuperare la corretta postura: si tratta di una forma di prevenzione del dolore cervicale. Prevenzione che, in generale, serve a evitare sovraccarichi sulle strutture vertebrali e il precoce invecchiamento della colonna vertebrale.

 

 

 

 

Maria Petruzzi, M.D. Ortopedico Vertebrale – Humanitas – Docente ISSA

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