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Alla fine del mese scorso, su una testata scientifica britannica è uscito un articolo abbastanza provocatorio che assimilava gli allenatori personali a servi medioevali. Il nocciolo della questione sta nell’annosa questione “stipendio Personal Trainer”. L’articolo di Tony Trueman, della British Sociological Association, fa riferimento a una ricerca pubblicata sulla rivista Sociology su quanto guadagna un Personal Trainer in UK. Eppure si parla di un aumento del 400% degli istruttori di fitness autonomi.
Quanto guadagna un Personal Trainer davvero? Qual è il suo potenziale? Quali le variabili in gioco?
Il quadro delineato dalla ricerca inglese
Dal lavoro condotto in Inghilterra emerge una situazione lavorativa per cui ai professionisti del fitness conviene lavorare in palestra anche se senza contratto. Il rischio è quello di dover spendere molto tempo nelle strutture e non limitarsi a fare il proprio lavoro. Spesso viene chiesto, o risulta implicito, di doversi dedicare a compiti che vanno dalla sistemazione (o addirittura pulizia) dei locali, alla promozione per attirare nuovi iscritti.
A fronte di questa situazione, gli autori della ricerca vedono emergere il diffondersi di nuove figure quali l’assistente sportivo e per il tempo libero che si limita a supportare le attività del centro sportivo. Ma sono ancora poche…
Parallelamente cala l’occupazione stabile di istruttori di fitness e aumenta il lavoro autonomo. Basti pensare che nel 2021 quasi l’80% dei PT era in proprio rispetto al solo 32% del 2006.
In una situazione di questo tipo, si teme la corsa al ribasso delle tariffe applicate e, d’altro canto, l’alzarsi del tasso di abbandono di questo lavoro da parte delle figure qualificate che vedono ridursi i compensi.
Inoltre, i PT autonomi, per non perdere clienti rispetto ai propri competitor e acquisirne di nuovi, si vedono costretti a passare in palestra tantissime ore. In media si parla di 31 ore alla settimana, ma alcuni intervistati hanno parlato di oltre 50 con tutte le ripercussioni negative a livello di stress…
Da tutto questo emerge un quadro abbastanza fosco che racchiude qualche elemento veritiero, ma trascura diversi aspetti interessanti della professione di Personal Trainer.
Quanto prende un Personal Trainer all’ora
Secondo alcuni dati recenti in Olanda un Personal Trainer prende all’ora tra i 40 e i 50 euro. Si tratta di una cifra simile a quella richiesta dai PT preparati e certificati che lavorano nelle palestre italiane. Tra queste, come tante altre, molte palestre e centri fitness di Milano.
Non possiamo nasconderci il fatto che vi sono sedicenti Personal Trainer (che magari hanno seguito qualche corso online) che lavorano per 10 euro all’ora. E ciò non avviene solo in Italia, ma in tutta Europa, naturalmente in nero…
Stipendio annuale di un Personal Trainer
Per avere una idea indicativa conviene perciò rifarsi alle fonti ufficiali. Ecco qualche dato rilevato da alcuni siti autorevoli nel settore.
Secondo SalaryExpert, lo stipendio medio annuo in Italia per un Personal Trainer è di circa €31.654, con una tariffa oraria media di €15,22.
In Germania la retribuzione media annua è pari a €37.985, con una tariffa oraria media che si alza un poco arrivando a €18,26.
Nei Paesi Bassi la media annua è di €41.046 e la tariffa oraria €19,73.
Secondo Indeed UK, nel Regno Unito lo stipendio medio annuo di un Personal Trainer è £29.086.
Quanto sale lo stipendio di un PT se si esce dall’Europa?
Per quanto riguarda un Personal Trainer certificato per lavorare in USA, il Bureau of Labor Statistics (BLS) riporta che nel maggio 2023 lo stipendio medio annuo per fitness trainer e istruttori era di $46.480.
Guardando agli Emirati Arabi, i compensi possono salire. Per un Personal Trainer dotato di tutti i requisiti necessari per lavorare per esempio a Dubai, lo stipendio medio mensile può arrivare a €4.300. Con clienti VIP si può arrivare a guadagnare oltre 15mila euro al mese…
Queste sono solo alcune cifre, frutto di medie che non valutano la preparazione e le capacità dei PT. Non prendono neanche in considerazione l’ampia forbice che esiste riguardo alle diverse località che caratterizzano tutti i Paesi.
Perché conviene essere (e lavorare come) Personal Trainer certificato
Nonostante le sfide che la professione presenta, essere un Personal Trainer può offrire vantaggi significativi. Ciò è vero soprattutto per chi è ben preparato e certificato e sa costruire il proprio percorso con strategia.
Innanzitutto, è una professione che permette un alto grado di autonomia nella gestione del tempo, rendendola compatibile con la vita privata, lo studio, o altri progetti personali.
A differenza di molte professioni d’ufficio, qui è possibile decidere quando e dove lavorare, con quali clienti e in che modo organizzare le proprie giornate.
Inoltre, il lavoro di un Personal Trainer offre soddisfazioni personali profonde. Aiutare una persona a raggiungere i propri obiettivi fisici, superare un infortunio o semplicemente migliorare il proprio benessere significa creare relazioni di fiducia e impatto reale sulla vita degli altri. È un lavoro che dà senso, oltre che risultati.
Infine, la certificazione professionale riconosciuta fa la differenza. Permette di posizionarsi in modo credibile sul mercato, differenziandosi dai non professionisti e aumentando la propria spendibilità sia in Italia che all’estero.
In un contesto in cui la concorrenza è alta, la qualità premia. Chi investe nella formazione giusta può anche aspirare a clientela di livello più alto, collaborazioni internazionali o perfino sviluppare progetti propri (online coaching, programmi digitali, consulenza aziendale).
In sintesi, lavorare come Personal Trainer oggi non è per tutti, ma per chi lo fa con competenza e visione, può essere una scelta gratificante, dinamica e sostenibile nel tempo.
Applicarsi frequentando scuole che offrano una preparazione completa (da quella teorico pratica alle soft skill necessarie per relazionarsi con gli altri) e, magari, anche dotarsi di strumenti tecnologici quali app per il fitness che diano la dimostrazione di essere un passo avanti rispetto agli altri può fare la differenza.