La scienza delle costruzioni ha coniato la parola “stress” per significare “tensione”, “sforzo”, “carico di rottura”. La scienza medica ha ripreso questo termine per designare quel fenomeno dell’organismo umano che si constata quando esso è sollecitato da stimoli intesi interni o esterni, che richiedono la messa in funzione del meccanismo di adattamento.
Nella società contemporanea tutto cambia molto in fretta e siamo continuamente sollecitati ad un comportamento di adeguamento a situazioni nuove.
La risposta dell’uomo primitivo alla minaccia della sua incolumità era costituita da un modello comportamentale semplice che si configurava nella formula della lotta o della fuga. Il sistema cardiocircolatorio, che è predisposto per accelerare all’improvviso il battito cardiaco e far affluire una maggiore quantità di sangue ai muscoli, è idoneo a ingaggiare una lotta o a intraprendere una fuga.
In ambedue le circostanze gli effetti dello stress sull’apparato cardiocircolatorio sono rapidamente smaltiti nell’azione.
L’uomo moderno si trova a dover fronteggiare situazioni più sofisticate e ormai non più così chiaramente corporee. Il condizionamento sociale impedisce il pronto alleggerimento della pressione sull’apparato cardiocircolatorio con una azione pronta ed efficace come la lotta o la fuga.
La frustrazione, che nasce dalla mancata azione, alimenta un potenziale di tensione che se non è scaricato porta, a lungo andare, all’insorgere di un senso di malessere o addirittura ad una malattia vera e propria.
Nell’epoca preindustriale lo stress era prevalentemente fisico: caldo, freddo, fatica, fame, malattie. Oggi lo stress è quasi completamente emozionale e, purtroppo, è anche difficile da definire.
Possiamo individuarlo nella pressione del gruppo sull’individuo, o quello dell’atleta che gareggia sotto gli occhi del pubblico, oppure la pressione subita dal giornalista che per scrivere un articolo deve rispondere a uno standard richiesto dalla redazione, o anche quella subita da una persona che si sente in balia degli eventi senza poter intervenire su di essi per controllarli.
Possiamo dire che lo stress è la conseguenza della valutazione soggettiva che l’individuo compie della richiesta che gli viene fatta e della propria capacità di farvi fronte. Se l’individuo percepisce la domanda minacciosa, perché per esempio attenta a certi valori o perché ritiene di non poter rispondere in maniera adeguata, allora entra in uno stato di stress.
Per difendersi dallo stress occorre prendere le distanze dagli avvenimenti che lo provocano, imparare a lasciarsi coinvolgere con criterio, accettare le sfide per le quali vale la pena ed infine fare attività sportive o muscolari piacevoli, che deviando l’attenzione del cervello ai muscoli scaricano la tensione nervosa.
Gli esperti affermano che mangiare, leggere un libro, guardare la televisione non scalfiscono lo stress. Il vero relax, dicono sempre gli esperti, è innato, ma bisogna conoscerne la struttura e si dovrà insegnare all’uomo moderno dell’era tecnologica a difendere il suo corpo e la sua vita.
Qualche suggerimento
- Elenca le situazioni di stress che ti sono abituali e cerca di eliminare quelle inutili.
- Non esitare a interrompere una riunione, a disdire un incontro, a evitare una telefonata se sono fonti di stress inutile: meglio la fuga che la lotta a qualunque costo.
- Quando hai raggiunto il limite, non riesci a concentrarti, giri a vuoto, non insistere: distanziati, prendi una boccata d`aria, sfoglia un giornale.
- Non sforzarti di piacere a tutti, è praticamente impossibile.
- Cerca di essere te stesso, evita gli impegni per compiacere gli altri.
- Pensa a te stesso e al tuo benessere. Non pensare di avere diritti solo perché esisti, da adulto nessuno si prende cura di te, devi farlo in proprio. Tuttavia sii generoso e disponibile, concorre a farti sentire bene con te stesso e con gli altri.
- Cogli l’aspetto positivo della vita, e smettila di recriminare.
- Non dare importanza alle cose che non ne hanno.
- Ma lotta per le cose in cui credi.
- Ama ciò che fai, ti appassionerai.
- Se il lavoro che fai è frustrante, non esitare a cambiarlo.
- Nella vita quotidiana individua delle “zone franche”, delle situazioni familiari o interpersonali, che non richiedono sforzo di adattamento.
- Fai attività fisica, senza essere un forzato della pratica sportiva.
- Essere schiavi dell’automobile produce anestesia del centro motorio della deambulazione.
- Le colazioni di lavoro hanno tutta l’apparenza di un momento di relax, ma mettono sotto stress l’apparato digerente.
- Non fare troppe cose e non rammaricarti perché la giornata è solo di 24 ore.
- Rispetta i ritmi biologici di veglia-sonno.