Il “training cervicale” nel programma fitness

L’aspetto posturale del fitness è ciò che realmente può fare la differenza in un programma di allenamento volto al miglioramento dello stato di funzionalità corporea.

 

Il più delle volte, invece, si tende ad enfatizzare la componente strutturale (mettere muscolo e togliere grasso) trascurando di gran lunga l’importanza della componente posturale.

 

I clienti tipo dei centri fitness sono rappresentati da persone che non sono sportivi, atleti o fisicamente attivi bensì soggetti che, il più delle volte, non hanno mai avuto a che fare con l’attività fisica.

 

Presentano squilibri muscolo-scheletrici dettati dall’attività lavorativa (vedi postazione di ufficio) o dalla eccessiva sedentarietà.

 

Questi squilibri col tempo tendono a condizionare i movimenti del quotidiano con dolori, disagi e disfunzioni motorie. Stesse condizioni che riportano nel centro fitness durante la seduta di allenamento nel pieno dell’esecuzione degli esercizi.

 

Il tratto cervicale, insieme alla zona della bassa schiena, rappresentano i siti di lamentale più comuni. Il Personal Trainer deve avere strumenti e competenze che gli consentono di gestire un programma Fitness consono al soggetto che rispetti tali limiti e adegui un programma di allenamento conforme alla persona in esame.

 

L’approccio del professor Vladimir Janda agli squilibri muscolo-scheletrici, negli anni, ha aiutato molti professionisti del settore a identificare e migliorare condizioni posturali-funzionali attraverso un training posturale di carattere senso motorio.

 

Di seguito un estratto del libro sul suo approccio con riferimento al training senso motorio relativo al riequilibro posturale e funzionale del tratto cervicale. Uno strumento da poter considerare e inserire in un programma fitness come “base preparatoria” ai classici esercizi di trofismo che si praticano in palestra.

 

“Vassiliou e colleghi (2006) hanno eseguito un trial randomizzato controllato di pazienti con colpo di frusta, confrontando il trattamento di terapia fisica col trattamento con un collare morbido. La terapia fisica ha incluso esercizi attivi entro 14 giorni dopo l’infortunio così come il completamento di un programma a casa tra cui esercizi di Brugger con resistenza Thera-Band (vedi figura).

 

 

Gli autori hanno rilevato significativi miglioramenti nel gruppo di terapia fisica dopo 6 settimane e fino a 6 mesi dopo la lesione rispetto al gruppo di trattamento standard.

 

I pazienti con distorsione al collo o colpo di frusta dovrebbero essere incoraggiati a svolgere un ROM attivo entro i limiti senza dolore, subito appena dopo la lesione più presto possibile.

 

Un semplice esercizio attivo di retrazione cervicale (figura 12.3).

 

 

Gli esercizi a ROM attivo hanno dimostrato di ridurre i sintomi radicolari nel braccio (Abdulwahab e Sabbahi 2000) e di migliorare la postura di riposo (Pearson e Walmsley 1995).

 

La rigidità muscolare dovrebbe essere affrontata attraverso tecniche di allungamento muscolare. Stretching statico, contrai e relax o PIR possono essere utilizzati (vedi capitolo 10).

 

In particolare, il contrai rilassa è efficace nel migliorare il ROM cervicale (McCarthy, Olsen e Smeby 1997).

 

Comunemente i muscoli retratti nella disfunzione cervicale sono il trapezio superiore, scaleni, SCM e grande-piccolo pettorale (lo stesso modello visto nella Upper Crossed Syndrome (UCS) di Janda).

 

Ylinen e colleghi (2007) hanno trovato che sia lo stretching che la terapia manuale sono efficaci nei pazienti con dolore cronico al collo. Un altro componente importante del trattamento della colonna vertebrale cervicale si rivolge ai modelli di respirazione.

 

Come detto, il dolore cronico al collo è spesso associato con la retrazione dei muscoli respiratori accessori (SCM e scaleni). Il solo allungamento di questi muscoli in retrazione non può essere efficace. I pazienti con modelli di respirazione difettosi dovrebbe essere rieducati con esercizi specifici per riaddestrare il loro respiro.

 

Esercizi di rinforzo

 

Gli esercizi di stretching da soli non sono efficaci come i più completi programmi che includono la flessibilità muscolare, la forza e l’allenamento di resistenza per i pazienti con dolore cronico al collo (Ylinen et al. 2003).

 

I semplici esercizi di rinforzo hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci per la riabilitazione della colonna vertebrale cervicale; infatti, gli esercizi semplici combinati con una mobilitazione o manipolazione producono risultati simili a quelli ottenuti dai più costosi esercizi ad alta tecnologia (Evans et al., 2002; Gross et al., 2002; Randlov et al., 1998).

 

Un esercizio semplice, CCF (Flessione cranio-cervicale), ha dimostrato di essere efficace nel trattamento del dolore cronico al collo (Falla et al., 2006).

 

I ricercatori australiano hanno riferito che dopo 6 settimane di pratica dell’esercizio CCF, i pazienti con dolore cronico al collo hanno significativamente migliorato la postura (Falla et al., 2007).

 

In un altro studio randomizzato controllato, eseguendo l’esercizio CCF per 6 settimane, si è migliorato significativamente la forza e il dolore rispetto al non aver eseguito nessun esercizio (Chiu, Legge, e Chiu 2005).

 

Molti esercizi di resistenza sono prescritti al fine di migliorare la postura in pazienti con disfunzione cervicale; tuttavia, vi è una mancanza di prove per sostenere i vantaggi del training contro resistenza per il miglioramento della posturale (Hrysomallis e Goodman, 2001).

 

Invece, l’obiettivo dell’allenamento di forza dovrebbe essere quello di migliorare le forza e la e la resistenza dei muscoli posturali per sostenere la funzione normale del collo.

 

L’allenamento della forza specifica dei muscoli cervicali è più efficace degli esercizi di fitness generali per il miglioramento del dolore cronico al collo (Andersen et al. 2008).

 

Un semplice esercizio isometrico che mira ai flessori profondi del collo, è la retrazione isometrica con banda elastica (vedi figura 12.3).

 

 

Entrambi i muscoli cervicali e della colonna vertebrale toracica superiore nonché della spalla sono rafforzati nella riabilitazione del collo. Le attività di rinforzo includono esercizi isometrici, con manubri, resistenza elastica e le macchine a selezione.

 

Ricercatori svedesi hanno riferito che con soli 12 minuti di allenamento della forza nel collo con la macchina, effettuato due volte alla settimana per 8 settimane, si è aumentata la forza del collo dal 19% al 35% (Berg, Berggren e Tesch, 1994).

 

In Finlandia, dei ricercatori hanno combinato il potenziamento del collo ad alta intensità (80% 1 RM) con elastici (figura 12.4) ed il potenziamento dell’estremità superiore con manubri per 1 anno nelle donne con dolore cronico al collo (Ylinen et al. 2003).

 

 

Hanno riferito aumenti di forza nel collo dal 69% al 110% con riduzione del dolore e disabilità.”

 

Questo breve estratto dal libro sull’approccio di Janda ed il Functional Tranining Senso Motorio, pone il ragionamento scientifico per quella che è la visione degli esercizi secondo una logica che rispetti la fisiologia del cliente.

 

La conoscenza di test specifici, volti a individuare disfunzioni sul sistema muscolo scheletrico, esposti nel libro offre strumenti precisi al servizio del Personal Trainer che nutre l’esigenza di inquadrare il percorso più idoneo per il suo cliente.

 

Un percorso con esercizi “personalizzati” in base alle reali esigenze del singolo utente nel rispetto della sua postura, dei suoi limiti sfruttando in pieno le sue potenzialità.

 

Un ragionamento che da sempre accompagna la filosofia del Personal Trainer ISSA Europe che pone al centro del programma non una carrellata di esercizi ma il suo cliente che merita attenzione, considerazione e soprattutto individualizzazione degli esercizi.

 

 

 

a cura di Antonio Parolisi – M.Sc. – MFS ISSA Europe

 

 

 

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