Uno studio policentrico, il Global Burden of Disease, pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, ha studiato l’importanza del cibo come causa di morte. Nello studio sono stati presi in esame i dati provenienti da ben 195 nazioni relativi a 15 tipi di alimenti consumati in quantità più o meno elevate: frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, latte, fibre, calcio, omega 3 derivanti dal pesce, acidi grassi polinsaturi, carni rosse e lavorate, bevande zuccherate e sodio. Dal punto di vista geografico, pur con le differenze dovute alle culture alimentari, nessuna area è immune da squilibri, eccessi e carenze. I ricercatori hanno rilevato come i fattori alimentari che più incidono sulla salute sono la carenza di cereali integrali e di frutta, l’eccessiva introduzione di sodio, di carne rossa, di insaccati, l’abbondanza di grassi animali e bevande zuccherate. Queste diete scorrette, oltre che essere responsabili di malattie cardiovascolari, di diabete di tipo II e tumori, sono responsabili della DALY (Disability-Adjusted Life Year, cioè l’attesa di vita corretta per disabilità), un indice della gravità globale di una malattia che valuta gli anni persi per disabilità o morte prematura. I risultati di questo imponente studio costituiscono un’importante base scientifica per la progettazione di interventi mirati per migliorare l’alimentazione attraverso interventi dietetici da parte delle autorità competenti e fornire una piattaforma per la valutazione del loro impatto sulla salute umana.
Bibliografia: GBD 2017 Diet Collaborators. Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. Lancet. 2019 May 11; 393 (10184): 1958-1972.