Movimenti naturali e anatomia evolutiva: il Gold Standard del fitness

Nel corso dell’ultima Convention abbiamo provato a capire quali sono i cosiddetti “movimenti perfetti”. Con ciò si intende quell’insieme di movimenti naturali coerenti con la nostra anatomia evolutiva e cioè che le nostre strutture sono in grado di eseguire con la massima efficienza. Movimenti che comportano la minima usura connessa all’esecuzione a carico di ossa, tendini e articolazioni. Abbiano chiamato questi esercizi Gold Standard. Quest’anno, nell’ambito di un progetto ambizioso, proveremo ad ampliare questo punto di vista fino a comprendere tutto l’insegnamento delle basi di anatomia umana e fisiologia che costituiscono le basi dei corsi CFT ISSA.

 

Perché è importante studiare movimenti naturali e anatomia?

Ma partiamo dall’inizio, con un esempio “letterario” che spero serva a chiarire le cose. Nel bellissimo libro “Momo”, dello scrittore Michael Ende, (più noto al pubblico per essere l’autore de “La Storia Infinita”, da cui fu tratto un film di enorme successo), si racconta di un cantastorie che amava intrattenere il suo pubblico, tra le rovine di Roma, inventando storie fantasmagoriche relative ai monumenti antichi per racimolare qualche elemosina. Capita così che davanti alle rovine a forma di cono di un anfiteatro, il nostro cantastorie racconti al pubblico che quella struttura altro non fosse che…il supporto di un pianeta più piccolo che fu demolito per costruire la Terra sulla quale viviamo!

La storiella sortisce naturalmente stupore tra gli astanti, totalmente digiuni di storia antica. E in effetti è cosi. Se immaginiamo di addentrarci in una città straniera della quale ignoriamo completamente le vicende storiche che vi si sono svolte, obelischi, anfiteatri, palazzi, castelli possono ispirarci ogni genere di storia fantastica. Quanti tra i turisti che si aggirano estasiati tra le contorte e pittoresche viuzze di tutti i borghi marinari della Liguria sanno che quelle stradine strette e labirintiche furono costruite per rallentare le invasioni dei pirati saraceni e permettere alle popolazioni costiere di fuggire nell’entroterra?

Lo stesso identico concetto vale per lo studio dell’anatomia umana. Possiamo osservare tessuti, organi, interi sistemi e apparati e comprenderne le funzioni senza conoscerne la storia evolutiva?

 

Anatomia funzionale e fitness

Tutto questo interessa chi si occupa di fitness molto più di quanto non sembri a prima vista. Danni ai dischi intervertebrali, lesioni tendinee, buona parte della traumatologia sportiva, gli stessi esercizi che raccomandiamo ai clienti sono spesso connessi alla non conoscenza dei “punti deboli” del nostro organismo. Una macchina meravigliosa, certamente, ma una macchina che non è stata progettata per la locomozione bipede.

 

 

Il nostro scheletro, come tutti quelli dei Primati antropomorfi si è evoluto per la locomozione quadrupedale. Tutto, compresa la lordosi vertebrale e la maggior lunghezza dell’arto anteriore rispetto a quello posteriore (che condividiamo con scimpanzé, gorilla e oranghi) ci racconta una storia di grandi scimmie che camminano su quattro zampe, con le braccia più lunghe delle gambe, in modo da conferire al tronco una angolazione di circa 45 gradi rispetto al suolo.

Se volete un esempio di animali molto meglio adattati all’andatura bipede (e tuttora molto popolari, nonostante siano estinti da 65 milioni di anni), pensate alla famiglia dei tirannosauri. Essi sono carnivori corridori bipedi obbligati, con zampe posteriori poderose e arti anteriori minuscoli, quasi inutili in molte specie.

Le scimmie da cui discendono tutte le specie umane antiche e la nostra, l’unica ancora in vita, si sono alzate sulle zampe posteriori solo sette milioni di anni fa. Si tratta di un tempo piccolissimo in termini evolutivi, e noi oggi ne paghiamo il conto con mal di schiena, danni al pavimento pelvico, ernie, sciatalgie e ogni genere di problema che affligge i vostri clienti.

 

Movimenti ancestrali naturali e anatomia evolutiva

Per questo è importante ripensare l’insegnamento dell’anatomia e della fisiologia in un’ottica storico-evolutiva. In che modo un arto, un organo, ma anche una reazione della fisiologia umana come la digestione degli zuccheri del latte si sono evoluti? In che modo il loro uso è cambiato dapprima con il processo di evoluzione che ha portato ad Homo sapiens, e successivamente con i cambiamenti ecologici e storico- sociali che la nostra specie ha introdotto a intervalli sempre più ravvicinati, e direi quasi parossistici?

Per questo è importante che il concetto associato alla definizione di Gold Standard (1) venga compreso e diventi centrale nell’ambito dei corsi ISSA. È un concetto rivoluzionario che presuppone che le nostre strutture organiche siano evolute per restituire una vasta gamma di prestazioni. Vasta sì, ma non infinita. Soprattutto ricordiamo che alcune prestazioni che chiediamo al nostro apparato locomotore producono danni durante o dopo la loro esecuzione. Comprendere questo concetto permetterebbe di abbattere moltissime traumatologie che affliggono sia gli atleti che le persone comuni che si avvicinano al fitness, o si affidano a operatori del fitness senza la necessaria consapevolezza.

 

Esercizi fitness coerenti rispetto all’anatomia evolutiva

Ma come possiamo determinare quali movimenti o esercizi siano evolutivamente coerenti, cioè rispettino i movimenti che il nostro apparato locomotore è adattato per svolgere? Ancora una volta, la parola chiave è osservazione della natura. Gli esercizi che rientrano nel Gold Standard dovrebbero ricalcare movimenti ancestrali che noi e le specie di Primati antropomorfi a noi più vicine compiamo regolarmente. Per semplificare, proverò a elencare alcuni movimenti naturali, che, anche da un punto di vista visivo, immediato, ci restituiscano una sovrapposizione con gli esercizi che facciamo eseguire in palestra.

  • Movimenti che richiamino attività di  arrampicata attraverso brachiazione tipica dei primati e dell’uomo. È il caso delle trazioni alla sbarra e delle tirate alla Lat-Machine.
  • Movimenti che richiamino all’assunzione per periodi prolungati della posizione accosciata durante gli agguati alla preda, il parto oppure le attività del consumo del cibo: piegamenti sulle gambe, squat, eccetera.
  • Movimenti che richiamino il sollevare carichi sopra la testa e spostarli per mettere al sicuro del cibo o riportarlo all’accampamento. In palestra potremo duplicare questi movimenti attraverso le distensioni in piedi con il bilanciere o con i manubri.

 

Esercizi naturali per il benessere

Questi naturalmente sono solo pochi esempi. Può diventare un esercizio mentale interessante il provare ad aggiungere altri punti a questo elenco. Magari aiutandosi con la visione di documentari che raccontino la vita di scimpanzé e gorilla. Ma quello che importa davvero è entrare nell’ottica di  valutare la qualità di un esercizio sulla base di questo criterio. Tale criterio può essere riassunto nella domanda “Quanto è lontano il movimento che sto imponendo all’organo rispetto al range di movimento naturale dell’organo stesso?”

Questo sarà il tema portante della piattaforma didattica ISSA per l’anno a venire, che cercherà una sintesi tra gli stili di vita ormai lontanissimi da quelli che l’evoluzione aveva imposto agli esseri umani ancestrali e la necessità di conservare la maggior quantità di benessere e la migliore longevità per la specie che più di ogni altra è cambiata nell’intervallo di tempo più breve. Questa è la sintesi degli ultimi diecimila anni della nostra storia, e in che modo questa nostra storia influisce sui nostri corpi, sul nostro benessere e sulla nostra longevità sarà la sfida che mi propongo di affrontare in questo nuovo anno.

Restate connessi, come si usa dire oggi.

(1) L’esecuzione scorretta per anni, crea un “microtrauma cumulativo”, a volte l’intervento chirurgico è indispensabile

 

Simone Masin, M. Sc, PhD, M.ES Università Bicocca di Milano

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