“Nero è bello!”
recita un famoso slogan che, pur muovendo da tutt’altra motivazione culturale, sembra potersi adattare anche alle esigenze estetiche di una società che desidera apparire bella e…fitness.
Definitivamente tramontato il tempo dei belli trasognati dalle carnagioni chiarissime, diafane, quasi evanescenti, ecco un numero sempre crescente di “visi pallidi” che, non potendo trascorrere le vacanze o non contenti del breve appuntamento con il sole dell`estate, ricorrono al sole artificiale.
Seppure anche l’abbronzatura selvaggia, nero carbone, appare ugualmente demodé, tuttavia l’immagine vincente proposta dai media è quella di una persona dinamica dalla pelle dorata che esprime una sana vitalità.
Ed è per questo che da anni le lampade UV-A riscuotono un alto gradimento, tanto che oggi non esistono palestre o centri estetici privi di lettini o lampade facciali abbronzanti.
Sono purtroppo però ancora molte le persone che prese dalla voglia di abbronzatura si
Seppure alcune case produttrici di apparecchi UV.A affermano che l’esposizione alle lampade artificiali è meno dannosa di quella ai raggi solari in quanto i nuovi sofisticati sistemi di filtraggio sono capaci di trattenere i raggi nocivi (UV.B e UV.C), è altrettanto vero che a prescindere dal tipo di apparecchio un eventuale eccesso di raggi a seguito di esposizioni lunghe e/o continuate possono danneggiare il derma, lo strato più profondo della pelle, diminuendone l’elasticità e la riserva d`acqua (disidratazione).
C`è da tener presente poi che alcuni dei più comuni prodotti di bellezza quando sono sottoposti ai raggi degli apparecchi abbronzanti possono provocare rilevanti fenomeni di fotosensibilizzazione. Profumi, cosmetici, deodoranti ma anche antibiotici e sulfamidici assunti per via generale possono infatti dar luogo ad eritemi e alla formazione di antiestetiche macchie sulla pelle.
Il parere degli esperti
Secondo il dott. Cascinelli dell’Istituto dei Tumori di Milano, autore di numerose pubblicazioni sugli effetti dei raggi solari sulla pelle, “esiste una fascia di soggetti particolarmente sensibile ai raggi UV.A che va considerata a rischio e che pertanto sarebbe consigliabile evitasse qualsiasi programma di esposizione. Tuttavia si tratta di una fascia alquanto ridotta di individui, mentre per la maggior par te non esistono problemi, pur restando fermo il fatto che lunghe esposizioni accelerano i processi d’invecchiamento della pelle”.
Poiché da tempo si parla di correlazione tra raggi solari e tumore della pelle abbiamo inteso fugare ogni dubbio in proposito chiedendo al prof. Cascinelli se possa esistere un eventuale legame tra il succitato fenomeno degenerativo e l`esposizione ai raggi UV.A. “Per quanto riguarda l’esposizione ai raggi solari” – precisa il medico – “da misurazioni effettuate in istituto e da un recente studio pubblicato in Danimarca, è emerso che per correre un consistente rischio, è necessario che l’esposizione stessa sia notevolmente prolungata.
Ciò si verifica per particolari categorie a rischio come contadini e marinai che contraggono soprattutto tumori di tipo epiteliale che appartengono alla specie meno cattiva. Il melanoma, di natura maligna, non presenta invece significative correlazioni con l’esposizione al sole.”
“Buon senso e moderazione” – raccomanda anche Massimo Caccialanza medico presso il Reparto Fotoradioterapico Bertarelli.” Si tratta di attenersi a regole elementari” :
- escludere patologie cutanee;
- non assume farmaci fotosensibilizzanti (ad esempio gli antibiotici);
- non sottoporsi ad esposizioni frequenti e prolungate che, pur non causando tumori alla pelle, ne accelerano comunque i processi d`invecchiamento”
“Per quanto riguarda la frequenza delle esposizioni” – prosegue Caccialanza – è consigliabile la massima prudenza per i soggetti dalla pelle molto chiara e l’uso di filtri speciali nonchè prudenza in presenza di lesioni pigmentose. Per i soggetti dalla pelle normale possono considerarsi accettabili un paio di esposizioni settimanali per l`arco di un mese. Il trattamento può essere ripetuto un paio di volte all`anno”. “Fra le lampade ad Alta o Bassa pressione”– conclude il Fotoradioterapeuta – “sono senz’altro da consigliarsi le lampade a Bassa pressione che pur non spingendo la pelle oltre la “doratura” garantiscono l’esclusiva emissione di raggi UV.A”
Quest’ultima raccomandazione appare però problematica da attuare in quanto la maggior parte delle apparecchiature abbronzanti presenti sul mercato appartengono alla fascia dell`Alta pressione. Di contro, dopo anni di ricerca sostengono ora i produttori, le macchine ad Alta pressione della nuova generazione sono fornite di filtri altamente selettivi che oltre ad evitare l’emissione di raggi dannosi come gli UV.B riducono anche l`eccesso dei raggi UV.A.
In conclusione, dopo aver sentito i pareri e i consigli degli esperti, ci pare poter assicurare agli amanti delle “Lampados” una tranquilla tintarella di UVA sempre che vengano rispettate le regole elementari appena raccomandate.