Indice
Tra i grandi pionieri del fitness moderno, Frederick C. Hatfield, meglio conosciuto come Dr. Squat, occupa un posto d’onore. Campione mondiale di powerlifting, PhD in scienze dello sport e co-fondatore dell’ISSA (International Sports Sciences Association) negli Stati Uniti, Hatfield è stato tra i primi a portare la ricerca universitaria dentro la palestra, fondendo nel suo Metodo biomeccanica, nutrizione e psicologia della performance in un unico metodo d’allenamento.
Legato da una profonda amicizia con Adriano Borelli, fondatore di ISSA Europe, Hatfield con il suo Metodo, le sue ricerche e la sua esperienza di atleta, è stato tra i protagonisti delle prime, indimenticabili edizioni della Convention a Bellaria.
“Dr. Squat”: tra bilanciere e ricerca
Negli anni ’80, quando il bodybuilding era dominato dall’esperienza empirica, Hatfield propose un approccio rivoluzionario: l’allenamento della forza basato su principi scientifici.
Il suo Hatfield Method ha rappresentato la nascita della scientific strength training revolution, un movimento che avrebbe cambiato per sempre il modo di intendere la crescita muscolare.
Il soprannome Dr. Squat nasce da una combinazione unica: dottore in scienze dello sport e uno dei più forti “squatters” della storia.
Nel 1987, a quasi 45 anni, Hatfield portò in gara uno squat da 1014 libbre (460 kg), un record mondiale assoluto all’epoca, dimostrando che la scienza poteva potenziare la prestazione atletica al più alto livello.
Prima ancora di diventare professore e autore, Hatfield aveva servito nei Marines e poi dedicato la sua vita alla ricerca sul movimento umano. Tra le sue collaborazioni internazionali va ricordato anche che ha allenato anche Diego Armando Maradona.
Hatfield dalla scienza alla pratica di un Metodo
Dopo una carriera accademica nelle università americane (Bowie State, Wisconsin-Madison, Temple University), Hatfield elaborò una teoria chiara. Egli stesso suggeriva un concetto all’epoca molto innovativo la forza nasce nella mente prima che nei muscoli. E sottolineava come ogni prestazione fisica sia il risultato di un equilibrio tra preparazione mentale, biomeccanica e nutrizione.
Secondo il Metodo Hatfield, ogni programma di allenamento efficace deve integrare:
-
biomeccanica, per rispettare le leve corporee e prevenire infortuni;
-
fisiologia e nutrizione, per ottimizzare la risposta anabolica;
-
psicologia della performance, per sfruttare concentrazione, motivazione e controllo motorio.
Il Metodo Hatfield in pratica
Il Metodo Hatfield combina diversi range di ripetizioni e intensità all’interno della stessa sessione per stimolare tutte le fibre muscolari (lente, intermedie e veloci).
È un approccio ibrido tra powerlifting e bodybuilding, perfetto per chi vuole sviluppare ipertrofia funzionale, cioè muscoli forti ed esteticamente pieni.
I range e le intensità proposti qui di seguito si rifanno ai protocolli indicati da Hatfield e validati dalle linee guida ISSA e NSCA (National Strength and Conditioning Association) per l’allenamento della forza e dell’ipertrofia.
| Obiettivo | Range classico | Intensità (%1RM) | Recupero | Recupero |
|---|---|---|---|---|
| Forza | 1–5 reps | 80–95% | 2–5 min | 2–3 min |
| Ipertrofia | 6–12 reps | 65–80% | 60–90 sec | 60–90 sec |
| Resistenza muscolare | 12–20 reps | 50–65% | 30–60 sec | 30–45 sec |
Il risultato è una combinazione di stimoli neurali, meccanici e metabolici che favorisce la crescita completa del muscolo. L’obiettivo è, cioè, stimolare adattamenti multipli.
Perché funziona
Il Metodo Hatfield rispetta il principio del sovraccarico progressivo, descritto da Hatfield stesso in Bodybuilding: A Scientific Approach (1984) e ripreso in Power: A Scientific Approach (1989). Però va oltre.
Facendo riferimento a quel che definiva “omni-contraction system”: Hatfield varia deliberatamente intensità, volume, tempo sotto tensione e tipo di contrazione (concentrica, eccentrica, isometrica) per mantenere costante la risposta adattativa.
Allo stesso tempo, la combinazione di intensità e volumi diversi migliora la coordinazione intramuscolare e la capacità di reclutamento motorio.
Dal punto di vista mentale, Hatfield sosteneva che l’atleta dovesse entrare in uno stato di concentrazione attiva che permetta di esprimere il massimo sforzo con la tecnica più pulita possibile.
L’eredità del Dr. Squat
Oltre ad aver allenato campioni come Lee Haney ed Evander Holyfield, Hatfield ha lasciato un’impronta indelebile nel fitness moderno. Il suo approccio ha ispirato generazioni di coach ISSA e preparatori atletici nel mondo.
Oggi il Metodo Hatfield è considerato una base di riferimento per chi cerca ipertrofia intelligente e forza funzionale, unendo scienza e passione sotto il segno del “Dr. Squat”.
Una recente review comparativa ha analizzato il Metodo Hatfield rispetto a un modello di periodizzazione ondulata settimanale in atleti già allenati, e ha concluso che entrambi i metodi migliorano forza e massa muscolare in modo significativo, senza differenze statistiche rilevanti tra i due gruppi. Tuttavia, gli autori suggeriscono che il Metodo Hatfield potrebbe risultare più praticabile in certi contesti, grazie alla sua struttura “tutto-in-uno”.



