Tagliamola con l’accetta: il concetto di “fitness” come lo si intende nella stragrande maggioranza delle palestre commerciali (e non solo) è la morte delle capacità condizionali. Il nostro è un settore dove per anni si sono anteposte le mode ai risultati, e dove si propone tutt’ora l’assurdo pur di mantenere viva la speranza del cliente che – pensando di essere sulla strada giusta grazie al nuovo esercizio da circo – perderà la motivazione qualche mese più in là: la menzogna viene sempre a galla. Sono i risultati che alimentano la motivazione, non le mode.
Non è raro osservare operatori che somministrano esercizi al 90% svolti da seduti, a persone che passano già l’intera giornata in quella posizione; fanno fare lavoro aerobico a persone di sessant’anni trascurando lo sviluppo di forza e potenza (le chiavi per il mantenimento dell’efficienza fisica anche in età avanzata) e usano attrezzature iper-tecnologiche con persone che non hanno nemmeno la propriocezione per eseguire correttamente una accosciata. Solo con la pandemia passata e gli allenamenti d’obbligo sul terrazzo, si è riscoperta l’arte dell’imparare ad allenarsi sfruttando il proprio corpo, muovendolo nello spazio, anche senza l’uso di costosissime attrezzature.
Considerando gli obiettivi più comuni (perdere grasso, aumentare la massa muscolare, mantenere efficienza fisica a tutte le età) e viste le capacità fisiche della media è facile rendersi conto di come, una trazione alla sbarra o un piegamento sulle gambe con il proprio peso corporeo non siano affatto movimenti banali o scontati per tutti. Quanti tra voi che leggete questo articolo o tra quelli che conoscete, riuscirebbero a eseguire una decina di trazioni complete , o a sostenere 5 riprese da un minuto di salto con la corda veloce, alternati a 30 secondi di pausa? Sicuramente in pochissimi. E questa non è una situazione da prendere sotto gamba. Forse, stiamo sbagliando tutto. Forse, siamo ancora in tempo per rimediare.
Siamo nel bel mezzo di un “effetto paradosso”: nell’epoca ove l’estetica è tutto o quasi, il livello di fitness è bassissimo.
La motivazione è sotto gli occhi di tutti: per anni, nei centri dove si doveva aiutare a sconfiggere la sedentarietà e ad educare la clientela alla “ginnastica”, si è fatto esattamente l’opposto. I clienti svolgono gran parte dell’allenamento su macchine a traiettoria preimpostata. Si usano carrucole, pedali, funi ma le capacità fisiche sono costantemente in declino a tutte le età.
Il concetto di allenamento che domina i centri fitness NON funziona. Gli allenamenti NON funzionano. Il fitness NON funziona perché -allo stato attuale- fa fare quello che va di moda o quello che è più semplice, non quello che serve.
Spesso mi guardano male quando sostengo che è inutile fare panca se non si è in grado di fare due piegamenti sulle braccia con buona tecnica. Eppure la panca la fanno tutti, cosi come i cavi alti, la pressa o il leg exstension, ma la stragrande maggioranza di costoro è insoddisfatta dei risultati. Poi vado in pista di atletica ad allenarmi con scatti su 60 e 100 metri, e vedo uomini e donne di ogni età raggiungere il triplo dei risultati estetici solo con movimenti composti coi pesi, ed esercizi di Potenza e Velocità a carico naturale. La maggior parte di questi ragazzi che ho conosciuto, non si allenano in panca. Al massimo svolgevano distensioni in piedi o alzate olimpioniche, piegamenti pliometrici. Tuttavia, spesso avevano un massimale nelle distensioni piane, 20-30kg più alto di molti ragazzi che la panca la allenano direttamente ed assiduamente.
Questo in breve, spiega parzialmente la necessità di guardare al corpo umano, come ad un sistema integrale e integrato. Guardare all’insieme piuttosto che alle sin gole parti. Riscoprire i movimenti di base può davvero fare la differenza. Movimenti insiti nel nostro genoma, fin dalla notte dei tempi. Spingere, arrampicarsi, accosciarsi, chinarsi, saltare, scattare repentinamente, camminare.
Questi movimenti non necessitano di attrezzature e -allenarli con o senza pesi- rappresenta la chiave per invecchiare mantenendo le stesse capacità dell’età giovanile.
Ecco che, ci si rende conto di una cosa: le attrezzature super tecnologiche presenti nei centri più all’avanguardia rappresentano sicuramente un bel vedere. Tuttavia, sarò impopolare ma -nella stragrande maggioranza dei casi- sono un investimento superfluo ai fini del risultato, sia estetico che funzionale. Non a caso, sono fermamente convinto che forma e funzionalità possono -anzi devono-andare di pari passo. Cosa voglio raggiungere attraverso questa riflessione? Non sono il detentore della verità assoluta, tuttavia ritengo che forse dovremmo cominciare a porci qualche dubbio in più stiamo davvero facendo il massimo in quanto professionisti dell’attività fisica e del benessere? Stiamo davvero fornendo ai nostri clienti la strada per la longevità e una migliore qualità della vita in ottica futura? Stiamo allenando chi ci sceglie, rispettando le funzioni della muscolatura e ricordando che il corpo umano non funziona a compartimenti stagni? Forse è il momento di rivedere le nostre idee sull’allenamento. Perché se il cliente scopre che può ottenere a casa -con qualche elastico ed una corda per saltare ed un professionista preparatissimo- gli stessi risultati che otterrebbe in un centro attrezzatissimo ma senza adeguato personale tecnico, qualcosa non sta funzionando.
Occorre comprendere che il proprio corpo è la base e che tutta l’attrezzatura è superflua o deleteria se usata da un corpo non preparato. Per i centri (e per i professionisti che ci lavorano) è arrivata l’ora di offrire qualcosa di diverso. Di concreto. E’ ora di smettere di investire in “macchinari 3.0” e insegnare davvero nozioni che consentirebbero agli utenti di comprendere che la figura del personal fitness trainer qualificato è imprescindibile. Molto più dell’ultimo modello di Chest Press.
Mattia Lo Cascio, Dir. tecnico “Perfect Shape’s Industry, Dott. in Scienze Biologiche PT Cft1