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Avere una buona forma non riguarda solo estetica e salute fisica, ma anche mentale. Tra gli ultimi in ordine di tempo, anche lo studio pubblicato dal British Journal of Sports Medicine in questi primi giorni del 2025 attesta che l’attività fisica consente di ridurre il pericolo di sviluppare forme di demenza.
Attività fisica cardiorespiratoria e rischio demenza
Nello studio condotto dagli studiosi della Tianjin Medical University e del Karolinska Institute sono protagonisti oltre 61.000 iscritti alla UK Biobank. Si sono osservati tali soggetti (nella fascia di età tra i 39 e i 70 anni) sono stati osservati per 12 anni. L’analisi ha tenuto conto anche della predisposizione genetica alla demenza.
Si premetta che la CRF (forma fisica cardiorespiratoria) è la misura di quanto il corpo fornisce ossigeno ai muscoli durante il movimento. Tutti i partecipanti allo studio hanno quindi eseguito un test che consisteva in 6 minuti su una cyclette per verificare il proprio livello di CRF. Al termine della ricerca è risultato che un CRF alto era correlato a una migliore funzione cognitiva globale.
Come è stato impostato lo studio che correla attività fisica e demenza
I ricercatori hanno utilizzato una suddivisione in 3 valori di CRF (basso, moderato e alto) standardizzati per età e sesso. I problemi cognitivi risultavano da anamnesi e cartelle cliniche. Il punteggio di rischio poligenico per la malattia di Alzheimer ha offerto l’indicatore per chiarire la predisposizione genetica.
Nel periodo del follow up, incrociando tutti i dati è emerso che il rapporto di incidenza di tutte le demenze era 0,60 per un CRF alto. Inoltre, il verificarsi di demenze era ritardato di 1,48 anni tra quanti avevano un CRF alto e quanti lo avevano basso.
Ancora, tra i partecipanti con un rischio poligenico alto o medio, quanti vantavano un CRF alto vedevano attenuarsi il rischio del 35%. Sembra così che l’esercizio fisico vada a compensare una predisposizione genetica al declino cognitivo col passare degli anni…
Processo di invecchiamento cognitivo e CRF
I ricercatori sono concordi nel sostenere che più è alto l’indice CRF meglio il corpo (in particolare cuore e polmoni) affronta l’esercizio fisico. Questa capacità di funzionare con il processo di invecchiamento diminuisce. Si stima che a 70 anni il CRF si riduca del 20% per decennio.
Mantenendo elevato il livello di attività fisica si sostiene il CRF. Si sono dimostrate conseguenze cognitive positive in fase di invecchiamento da più punti di vista. Si sono dimostrate migliori prestazioni in termini di memoria prospettica (ricordarsi di fare cose in un futuro più o meno immediato), di memoria numerica e verbale, oltre che la velocità di elaborazione.