L’uomo attuale è il prodotto di una lunga e difficile evoluzione. Il movimento di cui è capace s’è affinato sui bisogni immediati dell’ominide poi ominine. Il bisogno esterno è stato l’ottimizzazione dei movimenti necessari per soddisfare le necessità immediate, la ricerca di cibo, procurato attraverso la caccia e la raccolta di prodotti vegetali. Un lontano cambiamento climatico ridusse la copertura di foreste lasciando ampi spazi abitati da sterpi ed erbe, favorendo lo sviluppo degli erbivori, ancor oggi la fonte principale di uno dei nostri nutrienti principale: le proteine. Anche qualche primate approfittò del cambiamento ed iniziò a frequentare la radura. Non era certo dotato per la corsa non necessaria per la vita arboricola, e l’andatura era incerta comunque col bacino/ busto fortemente ruotato sul piano sagittale. La verticalizzazione è stata lenta ma evolutivamente positiva. L’andatura bipede è energeticamente favorevole e questo è un vantaggio perché mette a disposizione di un organo fortemente energivoro ed in crescita, il cervello, le energie di cui ha bisogno. Conosciamo la storia dell’Australopiteco afarensis per la notorietà successiva di un suo appartenente noto alle cronache fuori dal ristretto ambito scientifico col nome di Lucy. Non ha raggiunto la verticalità del successivo Homo erectus, frequenta ancora gli alberi, la volta plantare è piatta, l’alluce non ancora ben allineato e non funzionale per la marcia/corsa come nel successivo Homo erectus. Il volume del cervello quindi del cranio è rispetto all’attuale limitato. Cosa può suggerirci per il nostro lavoro questa coppia di fattori: bacino inclinato, incremento del diametro del canale pelvico nelle femmine? (Fig.1)
Il bacino inclinato indica che le visceri poggiano sulla parte anteriore del bacino ed in parte sui muscoli addominali una piccola quota sul pavimento pelvico. I Retti addominali in questa posizione, partecipano in pratica a formare un pavimento. Avevano anche una funzione motoria. La ridotta estensibilità del Femore induce ad attivare la rotazione del bacino da sommare all’estensione del Femore nella poco funzionale corsa anche da parziali quadrupedi. Il richiamo del bacino con flessione sul busto è operata dei Retti dell’addome principalmente. Come faremmo noi condizionati nell’esercizio “addominali appesi alla sbarra”. L’attuale posizione del bacino determina da verticalizzati, la trasformazione del pavimento in parete con diversa distribuzione di pesi delle viscere. Nella posizione di bacino inclinato, non c’era bisogno di un forte pavimento pelvico. La verticalizzazione lo ha posto nella posizione di pavimento con il carico delle viscere. Il fatto s’è radicalizzato con l’incremento del volume del cervello da 450gr. a circa 1400gr. e volume del relativo cranio. Di conseguenza a questo aumento di volume il canale pelvico è andato incontro ad un continuo incremento dei diametri con adeguamento dei muscoli del pavimento. Questi due fatti hanno richiesto un aumento della robustezza dei muscoli.
Nell’uomo attuale l’addome è una parete priva di funzioni motorie dirette in movimenti nella vita di relazione. Un tono che non permetta all’addome di oltrepassare la linea verticale che scende dalla sinfisi pubica, ottiene un obiettivo estetico ed uno funzionale mantenendo gli organi dell’addome nella loro fisiologica posizione. Non si vede la necessità di uno sviluppo eccessivo dei muscoli Retti sia per il recupero di una funzione che non c’è più, sia per un risultato estetico. Forse è una moda che ignora il fatto che la bellezza sia il risultato di proporzioni, resta che se la funzione fa l’organo, c’è un eccesso di “grunches” con uso delle vertebre lombari come fulcro della leva attivata. Gli spazi intervertebrali si riducono in maniera crescente dei 40 anni in su ed il pericolo che gli elementi di due vertebre adiacenti si tocchino è rea- le (Fig.2).
Questo dovrebbe farci riflettere sull’utilizzare il tratto lombare della Spina come articolazione dinamica ripiegando su un utilizzo statico come nei ponti ottimamente accreditati come tonificatori dell’addome (Fig.3).
E’ noto come nelle ultime fasi della gravidanza il rilasciamento dei muscoli del pavimento sia funzionale al passaggio del feto. Porta con se un minor controllo della ritenzione delle urine. La detonificazione è la stessa causa della ridotta ritenzione con l’avanzare dell’età. Questo porta alla necessità di inserire un esercizio specifico per questa zona, non necessariamente da eseguire in palestra. Sono esercizi che si possono eseguire nella giornata in qualsiasi luogo. Quale? Penso che ogni uno di noi sua stato colto, per molti motivi, da un impellente bisogno di evacuare.
La ricerca disperata di un bagno ed il veloce raggiungimento è stato preceduto da una contrazione volontaria di tutti gli sfinteri e la contrazione del pavimento pelvico. Senza attendere questi episodi singolari, “l’esercizio” dovrebbe essere consigliato dagli over 40 in su, ed ancor più a quelli che attendono o hanno subito l’asportazione della Prostata.
Conclusioni
• Con l‘avanzare dell’età, la funzione dovrebbe precedere l’estetica, bisogno sempre presente e motivante da utilizzare ma da mantenere in una visione realistica almeno nella mente del PT.
• L’importanza della variabile età è fondamentale nel lavoro del PT.
• La prevenzione dovrebbe essere uno dei motivi primari che portano il cliente all’esercizio sistematico, ed il recupero contiene sempre il peso di un ritardo.
• La visione evolutiva della genesi degli esercizi, attuale approdo della ISSA, si inserisce nel più ampio movimento che vede il movimento razionale come un mezzo non secondario della emergente medicina darwiniana.
Filippo Massaroni, Docente di discipline scientifiche presso gli Istituti Statali e la Facoltà di Scienze Motorie di Tor Vergata (Roma)