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Durante la gravidanza una donna su quattro non copre il fabbisogno di omega 3. È quanto è emerso da una ricerca dell’istituto Harvard Pilgrim Health Care di Boston coordinata da Emily Oken. Tale studio ha coinvolto oltre 10mila donne incinta e ha verificato quanto fosse il loro consumo di pesce. Oltre a questo, l’indagine si è concentrata sull’uso di integratori.
La funzione degli omega 3
Gli acidi grassi polinsaturi, (PUFA – Polyunsaturated Fatty Acids) omega 3 sono nutrienti essenziali. Il nostro corpo non è, infatti, in grado di sintetizzarli. Di conseguenza devono essere assunti tramite l’alimentazione oppure sotto forma di integratori.
La principale fonte di omega 3 a catena lunga resta ed è confermata; il pesce e i prodotti ittici. E le attuali linee guida raccomandano di consumare 2-3 portate alla settimana di questi alimenti.
Perché servono gli omega 3
Gli omega 3 servono al nostro organismo per 3 principali motivi:
- salute cardiovascolare. Gli omega 3 aiutano a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue, a diminuire la pressione arteriosa e a prevenire la formazione di placche arteriose.
- Funzione cerebrale e salute mentale. Consumare omega 3 ha dimostrato di aiutare nella prevenzione e gestione di disturbi dell’umore come la depressione.
- Infiammazione e Malattie Croniche. Gli omega 3 possono ridurre l’infiammazione sistemica.
L’utilità degli omega 3 in gravidanza
Gli omega 3 e l’acido docosaesaenoico contribuiscono al neuro sviluppo del feto e possono migliorare gli outcome della gravidanza, incluso il rischio di nascite pretermine.
La situazione statunitense
In sintesi, lo studio riporta che circa il 25% delle partecipanti ha dichiarato di non aver mai consumato pesce e solo il 16% ha assunto integratori di acidi grassi.
Similmente all’uso di integratori, l’assunzione di pesce era maggiore in coloro con età, reddito e istruzione più elevati.
A differenza degli integratori, però, l’assunzione di pesce era maggiore in coloro con identità razziali/etniche diverse dalla bianchi non ispanica e in coloro che usavano prodotti a base di tabacco e nicotina.
Inoltre, l’uso di integratori era meno comune tra coloro che presentavano un rischio più elevato di esiti avversi della gravidanza in funzione dell’uso di prodotti a base di tabacco o nicotina o avevano un BMI più elevato.