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Personal trainer & life style

Questa lo portò a Roma, nella 2a metà del II° sec. d.C., direttamente ai palazzi imperiali, come Archiatra di Marco Aurelio, Commodo e Settimio Severo. Lui che proveniva da quel di Pergamo, come medico dei locali Gladiatori. Questo aveva scelto di fare mentre si adoperava per la riunifi cazione del “sapere medico”, da Ippocrate (V° sec a.C.) a Aristotele (IV° sec. a.C.) sino a Euclide (fi ne del IV° sec. a.C.), per ordinarlo – sistematicamente – in circa 400 volumi. In questi enuncia che la “buona salute” o, meglio, il “benessere” dell’animale uomo dipende dalle buone condizioni dei
suoi “organi” e dei “tessuti organici” che li compongono; questo può essere rilevato tramite la “osservazione diretta” (autopsia) o attraverso il “racconto” (storia).

 

A Lui si deve quindi la fondazione di una “Ars medica” razionalista, che insegnò a considerare l’uomo nella sua interezza e nei suoi rapporti con l’ambiente esterno (quello che oggi chiamiamo interazione) quindi, come soggetto “bio-fisico” che si muove nel mondo “fisico”, secondo norme di Igiene (“De sanitate tuenda”) dettate per primo. La sua “SUMMA” illustra chiaramente il pensiero galenico sulla medicina, vista come “regolatrice del modo di stare vivi in un ambiente nel quale è necessario essere “adatti” e “performanti”. Galeno pensò di realizzare tutto questo interessandosi di nuovo dei “gladiatori”, come a Pergamo (prima del 162 d.C.) con la qualifica di MAGISTER.

 

Questo perché nell’ Atleta “le qualità morali e intellettuali… dipendono dal buono stato dei suoi organi primari e… dal cervello” e il “Medico può mantenere in ordine ciò agendo sulla dieta, il regime di vita e l’ambiente”. Potremmo dire che la scelta di Galeno sia stata quella di rappresentarsi come il primo cultore dell’Arte medica che si sia trasformato in Personal Trainer, traduzione moderna del MAGISTER romano. Forse ebbe la prima illuminazione sulla sua futura vocazione leggendo Ippocrate riguardo al rapporto alimentazione/lavoro:

“Cibi copia respondeat labori, ut quantum perdideris, reparetur” (La quantità di cibo corrisponda allavoro, affinché si recuperi quanto è andato perduto).

 

Possiamo pensare, per il PT moderno, una ascendenza più nobile? Non credo; forse più cogente? Ancora non credo poiché i gladiatori erano “atleti totali”, vocati a un fine totalizzante: la sopravvivenza!

D’altro canto il PT considera il Cav. Rossi e la Sig.ra Maria altrettanto “totali”, in quanto vocati anch’essi alla difesa di una “vitalità” residua, ma incrementabile, non meno preziosa socialmente di quella degli antichi gladiatori. Da queste ragioni discende la cura dimostrata sia dall’antico Galeno che dal suo moderno imitatore – il Personal Trainer – cura che comprende l’intero Stile di vita e che conduca all’agognato “benessere”. A questo forse alludeva, duecento anni più tardi, S. Agostino (354-430 d.C.) con la Sua massima sulla “qualità” del cibo: Qualis cibus sumitur, talis valitudo consequitur (La forza corrisponderà alla qualità del cibo assunto). Da questa massima di scienza, 1500 anni più tardi, Feuerbach (filosofo materialista) tirerà le somme dicendo: “L’uomo è ciò che mangia”!

 

Ed è ben questo che la Fisiologia dell’esercizio fisico – e noi poveri interpreti di essa – abbiamo cercato di trasmettere a questi moderni “Magistri vitae” con libri, articoli e lezioni su “alimentazione”, “nutrizione” e δηαητα adatte all’atleta moderno, che non cerca “records” ma “goals” come quello di un benessere performante, all’interno di un corretto “stile di vita”! Non ne esistono altri altrettanto validi.

tabella1

Tenendo buon conto di quanto lontano e in “alto” si approfondi il magistero che sta a monte delle loro scelte professionali – poiché di professional stiamo trattando – non possiamo nutrire dubbi sui risultati prodotti dalla loro “arte”. PERSONALMENTE MI RITENGO ONORATO PER AVERE

CONTRIBUITO, seppure marginalmente, alla LORO CRESCITA con le modeste informazioni scientifiche fornite attraverso i risultati delle ricerche personali e di gruppo della nostra Scuola. Alcune di queste, che voglio ancora oggi ricordarvi, sono state pubblicate – diversi anni addietro – su una nostra Rivista: Attività Fisica e Benessere, (n° 1, anno 3°, 1998), per informare coloro che, già allora, ritenevamo gli Attori diretti della scommessa con la quale coniugavamo benessere/vitalità. Per comodità comunicativa avevo stilato una “tabella” dei decrementi che vi riporto direttamente (Tab.1) Tali effetti sono stati rilevati su circa 600 soggetti sedentari e non praticanti alcun tipo di “attività fisica”, sia per sport che per diletto o per attività “vitalizzante”. La drammatica caduta dei valori di “forza”, sia nella componente “muscolare” (Fig. 1) per impoverimento del volume di singola “fibrocellula” che, nella componente “nervosa” (Fig. 2), sono valutabili nella Fig. 3.

 

figure lato

figure lato dx

 

tabella2

tabella3

tabella4

 

Approfondendo ulteriormente lo studio di questa vera unità energetica della cellula muscolare – il “mitocondrio” – abbiamo rilevato: – riduzione di volume delle “unità motorie” e dei mitocondri, sia intermiofi brillari che subsarcolemmali; – abbattimento della attività ossidativa generale (Tab. 2) denunciata anche dalla diminuita densità delle creste mitocondriali (vedi sopra); – comparsa di fibre Cox (citocromossidasi ) negative (Fig. 4), che confermano q.s. A sostegno ulteriore di questo ultimo fatto abbiamo anche notato un mancato incremento del numero di capillari per singola fibra (Tab. 3). Osservando bene la Fig. 5 si potrà notare lo sfilacciamento delle miofibre paragonandole con quelle di un maratoneta 35enne (Fig. 5a e 5b).

La irregolarità dei bordi di fibra inoltre denuncia una sofferenza dei canali e infundiboli del SRE (sistema reticoloendoteliale) contenitore del Ca++: da questo un incremento del Ca++ libero nel citoplasma (Fig. 6) mentre è ancora più evidente la sofferenza (atrofia) delle fibre (Fig. 7). Quello da noi descritto è l’aspetto di un muscolo in disfacimento (Fig. 8) che, lasciato allo stato “grezzo”, si è limitato a subire gli attacchi dei RL (radicali liberi) impoverendo, sempre più, nelle capacità di difesa autonome e privandosi quindi delle possibilità di incremento, di “glutatione” e/o di altri spazzini endogeni – fornite dall’attività fisica allenante (Tab. 4).

 

Ma la riduzione “per lisi” delle masse muscolari, parallelamente all’incremento dell’età, non priva il soggetto delle sole sostanze atte a difenderlo dai pericoli, insiti nelle necessarie “ossidazioni” ma, malauguratamente, riduce le stesse quote degli enzimi che presiedono alle medesime “ossidazioni” (Tab. 5)

tabella5

Queste si pongono alla base di quella stessa VITALITÀ che è compito nostro indicare, ma che è “scopo essenziale del lavoro” del Personal Trainer (“Muscle cell and oxidative damage in aging: a century of hy-pothesis and personal contibution”, Int J Tissue Reaction, 1:33-41,1966 – G.Montanari e al.) Infatti la capacità di ossidazione e il suo livello sono gli indicatori più sensibili e fedeli, che si possano raggiungere, con: un corretto “stile di vita”, una adeguata “alimentazione”, una pronta e efficace “capacità di risposta” alle richieste di vita e, perché no, un gradevole aspetto.

 

figura 7

Ulteriori approfondimenti da noi operati sui tessuti di un gruppo di anziani “maratoneti” (The effect of exertion on mitochondrial oxidative capaci-ty… Int. J sports Med.,5,135,1984; Muscle fiber changes during long-term physical training, 2nd Nat.Congr. Northern Greece, Invit-ed lecture,1992; Varibility of muscle fibre types and fibre sectional area in relation to athletic speciality, III

 

Conf. Quant. Histopath., Bethesda (US), 1989) tutti hanno contribuito a evidenziare questi comportamenti collegati all’età:

 

  • – perdita di efficienza della “catena respiratoria” delle cellule muscolari;
  • – scadimento dell’attività enzimatica delle stesse cellule;
  • – caduta dei livelli di ATP nei contenuti muscolari;
  • – scadimento dell’attività rigenerativa nelle cellule “ipotrofiche”.

 

Riflettendo appena un momento sui dati riportati sinora viene logico pensare, per puro riflesso professionale, che questi sono l’inverso speculare di quanto avviene, in ogni soggetto umano, con l’allenamento ben programmato! Questo aggiunge all’elenco un altro precursore illustre: Sir Joseph Barcroft, che affermava: “Every adaptation is an integration”! e, guarda caso, questa è la base delle nostre comuni fatiche, alla quale –però – dovremmo aggiungere, logicamente: “in crescendo, dalla culla alla fine”, perché lo stimolo si mantenga efficace pur con il progressivo diminuire della sensibilità ad esso. Questa “diminuzione di sensibilità” non solo esiste ma è anche impossibile combatterla poiché: nella cruda realtà ciò che abbiamo chiamato “diminuita sensibilità” è  qualcosa di molto più profondo, indovato addirittura nel DNA!

 

Questo, infatti, è definitivamente MODIFICATO dall’accumulo di “delezioni comuni”. Nei nostri casi è stata valutata, infatti, la “common deletion ΔmtDNA” con i risultati esposti nella Figura 9 (ottenuti da Petruzzella e al.) che denunciano accumulo di danni irreparabili, come quelli illustrati nel nostro reperto agobioptico (Fig. 8) riferito a un caso di “vecchiaia anticipata” (CFS). Mi piace
insistere su questi “dati di fatto” nascosti ai più e questo per una semplice ragione: ho constatato un alto livello di responsività sia fra i futuri Personal Trainer che in quelli di esperienza già vasta. Questo potrebbe avere un significato ambivalente: di comuni interessi – ed era scontato – ma anche di altrettanto comune passione, che è poi la qualità che sottende anche il modo in cui si scambiano informazioni e opinioni e, soprattutto, il modo di utilizzo delle tante informazioni scambievoli. Questo per il recupero e/o il mantenimento del “benessere” e della “vitalità” nei soggetti che sono il substrato del nostro interesse comune: la Signora Maria e il Cav. Rossi.

 

ultima

Credo fermamente che queste siano le ragioni che ci hanno condotti al raggiungimento di una “sintonia” che perdura – ormai – da oltre un quindicennio e che, da parte mia, si fonda sulla certezza che tale sintonia e la scambievole stima del nostro sodalizio sia la conferma migliore del riconoscersi vicendevolmente utili allo scopo che ci accomuna: la conquista e il continuo rinnovarsi di una “vocazione alla creazione di benessere” e al mantenimento della “vitalità” all’interno di un patrimonio individuale inalienabile. Questo sia FATTO e DETTO senza alcuna retorica, ma con la franca semplicità di chi lo ha sempre e fortemente voluto: Adriano Borelli!

 

Spero pertanto che il Caposcuola e tutti i “Magister” del Personal Training non me ne abbiano voluto per questa mia IMMERSIONE (non INVASIONE) di campo, dettata soltanto dalla  consapevolezza di poter mettere a disposizione molte “sudate carte” a chi (e ne rimango convinto) ha fatto e farà buon uso delle stesse nella sua nuova e difficile Professione.

Soltanto in questo caso la mia attività risulterebbe – come spero – una utile condivisione

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