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Nel 2025 non è stato introdotto alcun nuovo decreto sulla Riforma dello Sport. Eppure, con la Riforma dello Sport del 2024 si esprimevano obblighi per i Personal Trainer ma il cambio di mentalità non è avvenuto e nel 2025 è diventato urgente.
Secondo l’avvocato Giancarlo Esposti «non possiamo permetterci che la Riforma venga ignorata».
Le norme chiave sono due: il Decreto Legislativo 36/2021, in particolare l’articolo 42, e la modifica dell’articolo 33 della Costituzione.
Due interventi che hanno cambiato radicalmente il panorama normativo per i professionisti del fitness, sancendo il valore sociale dello sport e il riconoscimento giuridico delle figure che lo promuovono. Compresi, naturalmente, i Personal Trainer.
Una figura che entra nel diritto: cosa stabilisce l’articolo 42
Per la prima volta, l’istruttore sportivo viene identificato dalla legge come soggetto regolamentato da una disciplina giuridica specifica. Non è più un tecnico “di fatto”, né un generico promotore di attività motorie: è un professionista con una posizione formalmente riconosciuta.
Questo comporta 2conseguenze dirette:
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una visibilità legale e istituzionale;
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una responsabilità professionale piena.
Come spiega Esposti: «Non si tratta più di figure invisibili. Chi si occupa di attività sportiva oggi è chiamato a rappresentare una professionalità competente. Un intervento sbagliato può causare danni reali, soprattutto in situazioni delicate come la riabilitazione in età avanzata».
Lo sport come diritto: l’impatto dell’articolo 33
L’articolo 33 della Costituzione, aggiornato di recente, definisce lo sport come elemento fondante del benessere individuale e collettivo. Ogni forma di attività fisica è oggi riconosciuta come diritto e valore sociale.
Questo impone una rilettura del ruolo del Personal Trainer: non più semplice “esecutore” di schede, ma promotore di salute. Chi lavora in questo ambito ha una funzione educativa e preventiva che miri al benessere, con responsabilità che vanno ben oltre il contesto estetico o prestazionale.
Competenze nuove per una professione che cambia
Essere un professionista nel 2025, muovendosi nel contesto della Riforma dello Sport, significa padroneggiare conoscenze che vanno oltre la biomeccanica e la tecnica dell’esercizio. Il Personal Trainer oggi:
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promuove comportamenti salutari (alimentazione, recupero, gestione dello stress);
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sa riconoscere segnali di disagio fisico o emotivo;
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costruisce spazi inclusivi, motivanti e sicuri;
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si aggiorna costantemente su pratiche, tecnologie e protocolli validati;
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rispetta la normativa sulla privacy, trattando con cura i dati sensibili dei clienti.
Su questo punto Esposti avverte: «L’uso crescente di app e intelligenza artificiale nel fitness rischia di generare superficialità nel trattamento dei dati sensibili. Le informazioni sulla salute sono dati protetti dalla legge. Usarli senza competenza espone a sanzioni».
Un attore chiave nella prevenzione e nel benessere
L’allenamento personalizzato è diventato uno strumento di prevenzione sanitaria. L’attività fisica regolare aiuta a contrastare patologie correlate alla sedentarietà come obesità, ipertensione, diabete e osteoporosi. Ma non solo.
L’impatto positivo sul benessere mentale è sempre più documentato: riduzione dell’ansia, miglioramento dell’umore, maggiore autostima.
Inoltre, la palestra si afferma come luogo di inclusione, soprattutto per categorie fragili come anziani o persone con disabilità.
Il Personal Trainer è, quindi, anche un mediatore sociale, un professionista che crea relazione, fiducia, senso di appartenenza.
Dalla teoria alla pratica: cosa richiede oggi la Riforma
Essere riconosciuti come professionisti non è un premio simbolico. È un obbligo a operare con rigore. Il nuovo quadro normativo impone ai Personal Trainer di:
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garantire l’esecuzione sicura degli esercizi;
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intervenire con prontezza in caso di emergenza;
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sostenere i clienti nei momenti di demotivazione;
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mantenere alta la qualità della propria formazione;
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essere informati partecipando a programmi di formazione continua su tecniche, rischi e responsabilità.
Come sottolinea Esposti: «Chi lavora in questo settore ha il dovere di essere preparato. Non possiamo permettere che la salute venga messa nelle mani dell’improvvisazione».
Riforma dello Sport 2025: non basta esserci, serve presidiare il proprio ruolo
Le norme esistono già. Ma da sole non bastano.
Il 2025 chiede ai Personal Trainer di occupare con consapevolezza e autorevolezza il ruolo che la legge, con la Riforma dello Sport, ha riconosciuto loro. Una professione nata all’ombra, ora sotto i riflettori, deve dimostrare maturità.
Non servono ulteriori riforme, ma una presa di coscienza: aggiornarsi, proteggere i clienti, promuovere salute, rispettare le regole.
Essere Personal Trainer oggi significa essere garanti del benessere fisico e mentale di chi si affida alla propria guida.