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L’esercizio sit up è uno dei movimenti più conosciuti per l’allenamento degli addominali. Nato come esercizio a corpo libero semplice e diretto, ha attraversato decenni di utilizzo in palestre, scuole militari e programmi di fitness. Oggi, si ritiene che, se eseguito correttamente, rappresenti un valido strumento per migliorare la forza del core e la resistenza muscolare.
In questa guida vedremo come eseguire il sit up, quali muscoli lavora, a cosa serve, i benefici principali, le varianti e gli errori da evitare per non sovraccaricare la schiena.
Come si fa un sit up correttamente
Posizione di partenza
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Sdraiati sulla schiena, su un tappetino.
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Ginocchia piegate mantenendo i piedi ben appoggiati a terra.
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Mani posizionate dietro la testa o incrociate sul petto.
Esecuzione
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Contrarre gli addominali e sollevare il busto fino a portare il torace verso le cosce.
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Mantenere i piedi a terra senza forzare con le gambe.
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Espirare durante la salita.
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Ritornare lentamente alla posizione di partenza inspirando.
L’esercizio deve essere controllato: è fondamentale evitare movimenti bruschi o slanci con le braccia.
Quali muscoli allena il sit up?
Il sit up è un esercizio che sollecita principalmente:
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retto dell’addome (muscolo target principale);
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obliqui esterni e interni (stabilizzatori durante la salita);
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ileo-psoas e flessori dell’anca;
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erettori spinali come stabilizzatori nella fase eccentrica.
Quali sono i benefici del sit up, a cosa serve?
Questo esercizio, in sintesi, migliora la forza e la resistenza degli addominali e allena il core in maniera dinamica. In pratica, è utile sia in preparazione a vari tipi di sport sia per agevolare le attività quotidiane. Può essere inserito in circuiti di allenamento a corpo libero.
Più nello specifico, i vantaggi del sit up sono principalmente evidenti in quanto:
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rafforza il core: il che è utile per stabilizzare la colonna;
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si adatta bene ai programmi ad alte ripetizioni;
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non richiede attrezzi;
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è adattabile a principianti e avanzati con diverse varianti.
Varianti del sit up
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Weighted: con sovraccarico (manubrio o piastra sul petto).
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Su fitball: aumenta l’escursione e l’attivazione muscolare.
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Butterfly: con piante dei piedi unite.
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V sit up: gambe estese sollevate, maggiore intensità.
Errori da evitare per proteggere la salute della colonna e non solo
Il sit up, pur essendo uno dei movimenti addominali più conosciuti, può comportare rischi per la salute della colonna se eseguito in modo scorretto o in contesti non idonei. Alcuni errori comuni aumentano inutilmente il carico su cervicale e zona lombare:
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tirare il collo con le mani: aumenta la tensione cervicale e può causare dolore o infiammazione;
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slanciare il busto sfruttando l’inerzia: riduce l’attivazione addominale e trasferisce lo stress sulla colonna vertebrale;
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bloccare i piedi sotto un appoggio rigido: incrementa l’intervento dei flessori dell’anca che “tirano” la parte lombare;
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inarcare la zona lombare in fase di discesa: comprime i dischi intervertebrali e favorisce microtraumi;
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eseguire troppe ripetizioni con tecnica scarsa: l’accumulo di flessioni non controllate aumenta il rischio di dolore lombare.
Harvard Medical School, in un articolo dell’anno scorso, consigliava di evitare i sit up come esercizio principale per il core, a favore di alternative più sicure come il plank.
Muoversi rispettando fisiologia e biomeccanica
La colonna vertebrale non è progettata per tollerare infinite flessioni ripetute. Per questo motivo, oggi si preferisce bilanciare il sit up con esercizi che rispettano la biomeccanica e favoriscono la stabilità del core. Alcuni principi chiave:
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limitare le flessioni eccessive: il sit up può essere usato con moderazione, ma non dovrebbe essere l’unico strumento per allenare l’addome;
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priorità alla stabilità: esercizi come plank, side plank, bird dog e dead bug stimolano il core senza stressare, eccessivamente, la colonna;
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controllo motorio: il sit up va eseguito lentamente, vertebra dopo vertebra, evitando scatti e compressioni;
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attivare i muscoli profondi: trasverso e multifidi stabilizzano la colonna e riducono i carichi dannosi;
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varietà e progressione: alternare crunch, hollow hold, roll-out o anti-rotazioni permette di allenare il core in maniera più completa e sicura.
In sintesi: il sit up può avere ancora spazio come esercizio “storico” e complementare, ma non fa parte degli esercizi Gold Standard. Le moderne linee di allenamento del core si basano su stabilità, controllo e resistenza, con esercizi che rispettano fisiologia e biomeccanica.
Qual è la differenza tra sit up e crunch?
Può accadere che vi sia confusione, ma si tratta di due esercizi diversi per gli addominali, con implicazioni differenti sulla colonna e sui muscoli coinvolti.
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Sit up
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Movimento più ampio: il busto si solleva completamente fino alle cosce.
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Coinvolge non solo il retto dell’addome, ma anche i flessori dell’anca (ileo-psoas in particolare).
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Carico maggiore sulla colonna lombare, quindi più rischioso per chi ha problemi di schiena o cervicale.
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Più indicato per allenare resistenza generale del core, meno per isolamento.
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Crunch
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Movimento più corto: solleva solo spalle e parte superiore della schiena da terra.
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Isola maggiormente il retto dell’addome, con minore intervento dei flessori dell’anca.
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Carico minore sulla colonna vertebrale, considerato generalmente più sicuro.
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Adatto a principianti e a chi cerca attivazione mirata degli addominali senza stress lombare eccessivo.
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Il sit up è, dunque, un movimento più “globale” che include anche l’anca, mentre il crunch è un esercizio focalizzato sul retto dell’addome. Proprio per questo molte linee guida moderne preferiscono i crunch (o varianti stabilizzanti come plank e bird dog) al posto dei sit up per proteggere la schiena.
Falso mito: i sit up servono per perdere la pancia
Molte persone credono che i sit up servano a “perdere la pancia”. In realtà non è così: questo esercizio allena i muscoli addominali, ma non brucia il grasso localizzato.
Inoltre, quando si ha una pancia abbondante o post gravidanza, questo esercizio può risultare rischioso perché aumenta la pressione addominale e può peggiorare situazioni come diastasi, dolori lombari o altre problematiche.
In questi casi è consigliabile iniziare con esercizi più sicuri e progressivi, soprattutto per i principianti, evitando movimenti che possano creare stress eccessivo sulla parete addominale e sulla colonna.