Approccio all’allenamento dei giovani con la filosofia ISSA

Da anni si denuncia un grave problema che affligge i più giovani: la sedentarietà.
La comunità scientifica ha a lungo dibattuto i rischi causati dall’ipocinesi nell’età dello sviluppo, una realtà che ha portato ad avere una popolazione di ragazzi “malati di sedentarietà” con l’Italia ai primi posti in Europa per l’eccesso ponderale infantile.

 

È vero: dal 2012 a oggi c’è stata una lieve diminuzione della percentuale di bambini sovrappeso e obesi (meno 13%, secondo i dati di Okkio alla Salute, monitoraggio condotto in tutta Italia su bambini di 8 anni), ma sono rimasti praticamente invariati i dati preoccupanti relativi a poco movimento e sedentarietà.

 

I ragazzi mangiano meglio, ma continuano a muoversi poco e male.

 

Da un lato, i dati raccolti dimostrano che i progetti e gli interventi mirati a migliorare l’educazione alimentare dei giovani cominciano a dare qualche risultato positivo: ci sono stati per esempio un sensibile aumento dei consumi di frutta e verdura nei bambini e una diminuzione dei consumi di bevande zuccherate.

 

Dall’altro, però, altri dati dimostrano che i giovani ancora non si muovono abbastanza e soprattutto ad essere carente è la modalità: esistono lacune evidenti nell’intensità dell’attività fisica e nella qualità delle proposte motorie.
Considerare solo la quantità di movimento di bambini e adolescenti non è sufficiente. Per i più giovani la qualità dell’attività motoria è infatti essenziale: deve essere adeguata alle caratteristiche della loro età e deve tener conto dello sviluppo di ogni loro aspetto fisico e psichico, in un momento in cui ogni persona è così plastica e sensibile al miglioramento.

 

Che cosa significa “allenare il giovane con la filosofia ISSA”?

Ce lo spiega Barbara A. Borelli, General Manager di ISSA Europe.

 

ISSA Europe, ente leader nella formazione dei Personal Trainer, è convinta da sempre che non esista l’esercizio ideale: esiste il cliente. Applicare questa filosofia all’allenamento giovanile significa che si devono per prima cosa analizzare le caratteristiche del singolo giovane, capendone i bisogni: solo in seguito si può strutturare un piano di lavoro personale che sia non solamente adeguato, ma ottimale.

 

Perché ISSA ha creato un percorso parallelo dedicato alla attività motoria giovanile?

 

Perché c’è un grande bisogno di figure competenti capaci di lavorare con queste fasce d’età, quelle in cui comincia la prima vera prevenzione di molti dei problemi che affliggono adulti e anziani.
Si dice spesso “I giovani non sono adulti in miniatura”, affermazione giustissima, ma che andrebbe completata così: “ma non possono permettersi di perdere tempo”.

 

Gli allenatori di chi è in fase di crescita devono possedere approfondite conoscenze e molteplici competenze: è necessario sapere che cosa fare nelle diverse fasi evolutive, rispettandone le caratteristiche, senza bruciare le tappe. Da un lato bisogna avere pazienza, ma dall’altro bisogna assolutamente stimolare ogni capacità nella sua fase più sensibile, quella in cui l’allenamento può dare il massimo risultato. Le varie capacità motorie (forza, resistenza, velocità, coordinazione, eccetera) alternano infatti momenti in cui migliorano facilmente e altri in cui sono “fuori tempo”, fasi in cui potrebbe essere troppo presto per insistere su alcuni aspetti o troppo tardi per ottenere buoni risultati.

 

La cosa più difficile per il Personal Trainer è capire quando è il momento giusto per ciascun atleta di stimolare le diverse potenzialità: un conto è infatti basare il lavoro sulla sua età cronologica (quella anagrafica, indicata sulla carta d’identità) e un altro è invece farlo considerando l’età biologica del soggetto, cioè lo stadio di accrescimento effettivo, determinato dalle sue caratteristiche morfologiche e funzionali.

 

Uno degli aspetti più importanti da considerare lavorando con soggetti in fase di crescita è quello della postura, fondamentale per lo sviluppo della capacità motoria dei ragazzi.

Abbiamo chiesto a Dario Crippa, da anni docente ISSA Europe e ideatore del corso CPT (Certified Postural Trainer) assieme a Andrea Manzotti, di spiegarci perché è doveroso prestare attenzione a questo aspetto.

 

La crescita più o meno rapida di un giovane può comportare lo sviluppo di paramorfismi. Si tratta di atteggiamenti posturali scorretti ma ancora modificabili, se vengono riconosciuti per tempo e trattati con esercizi adeguati. Se non si agisce, però, si corre il rischio che possano evolvere in dismorfismi, vale a dire alterazioni croniche e strutturate della morfologia scheletrica, sulle quali è molto più difficile anche solo ottenere un miglioramento.

 

Bisogna sempre ricordare che la postura influenza la capacità di movimento del corpo, arrivando in alcuni casi a comprometterla: un movimento deviato da alterazioni posturali aumenta il sovraccarico a livello di strutture muscoloscheletriche che in fase di crescita sono già ampiamente sollecitate.

 

Per lavorare con i giovani bisogna anche comprenderne la psicologia. Ce ne parla il Prof. Raffaele Mantegazza, professore associato di pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.

 

Il corpo e la psiche non sono divisi, costituiscono un’unità inscindibile; conoscere la psicologia dei ragazzi e dei bambini è fondamentale prima di tutto per poter comunicare efficacemente con loro e poi per avere un buon rapporto con il loro corpo. Il percorso di crescita dei bambini e dei ragazzi porta a trasformazioni fisiche che hanno un influsso eccezionale sul modo di pensare e sulla mente: conoscere questi rapporti è indispensabile per chiunque abbia a che fare con i ragazzi, in particolare per chi lavorerà sulla loro corporeità.

 

Concludendo… Spesso si sente dire che gli allenatori migliori dovrebbero essere messi a lavorare con i giovani. A parole sono tutti d’accordo, ma pochi (società sportive, istituzioni, eccetera) hanno effettivamente il coraggio di agire di conseguenza. Dico coraggio ma anche lungimiranza, perché allenare i più giovani è un investimento a lungo termine: bisogna avere la pazienza di aspettare che lo sforzo dia i suoi frutti. Nell’era del tutto e subito non è un concetto semplice da far digerire, ma rimane il più logico e lungimirante.

 

 

a cura della Dott.ssa Daniela Messa Laureata in Scienze Motorie e Responsabile del corso CYFT (Certified Youth Fitness Trainer)

 

 

 

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