Attività fisica e tumori, benefici per prevenzione e guarigione a tutte le età

attività fisica tra i fattori di prevenzione contro i tumori: studi e evidenze scientifiche a riguardo

Gli studi scientifici che confermano il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione dei tumori sono innumerevoli. Inoltre, vi sono molteplici testimonial più o meno eccellenti che periodicamente ci ricordano quando l’esercizio sia stato loro di aiuto da vari punti di vista.

La “ricetta” (dieta sana ed esercizio fisico) di Kate Middleton per affrontare il periodo post chemioterapia e, in generale, per la lotta al tumore ha fatto il giro del mondo.

D’altra parte, una signora molto meno nota, Margaret Tubridy, di 69 anni, ha riportato sulle riviste Guardian e Belfast Telegraph la propria esperienza di coinvolgimento in uno studio internazionale in cui si evince che l’attività fisica è meglio dei farmaci dopo il trattamento del cancro per contrastare recidive e sviluppo di nuovi tumori.

Ecco come e perché serve l’attività fisica

Accanto a fumo. alcol ed eccessi ponderali, tra i fattori di rischio si segnala come è ormai noto, l’inattività. Partiamo da obesità e BMI elevato che rappresentano fattori di rischio di cancro, secondi solo al fumo.

Questo succede perché in molteplici studi è stato dimostrato che un eccesso di peso corporeo provoca squilibri nel tessuto adiposo, favorendo il rilascio di citochine infiammatorie come l’interleuchina-6 (IL-6) e il TNF-α (Tumor Necrosis Factor alfa). Queste molecole infiammatorie possono causare danni al DNA, indurre mutazioni puntiformi, stimolare la proliferazione cellulare, promuovere l’angiogenesi e favorire l’invasività delle cellule tumorali, contribuendo così allo sviluppo e alla progressione del cancro.

Attività fisica e tumori, ruolo preventivo e benefici sulla sopravvivenza

Anche il ruolo protettivo dell’attività fisica nei confronti del cancro è ormai ben documentato. Numerose evidenze scientifiche dimostrano che l’esercizio fisico riduce il rischio di sviluppare diversi tipi di tumore, tra cui quelli alla vescica, al seno, al colon-retto, all’endometrio, all’esofago e allo stomaco.

Inoltre, è stata osservata anche una riduzione dell’incidenza di tumori al polmone, al rene, al pancreas e alle ovaie.

Alcuni studiosi hanno rilevato che un incremento dell’attività fisica è associato a una riduzione del rischio di sviluppare un cancro compresa tra il 10% e il 25%. Un’altra ricerca ha evidenziato che praticare esercizio fisico intenso per almeno 15-20 minuti a settimana si associa a una diminuzione del rischio di mortalità tra il 16% e il 40%, con risultati ancora più marcati in chi svolge attività fisica per 50-57 minuti settimanali .

Ulteriori studi epidemiologici indicano che, rispetto a uno stile di vita sedentario, l’esercizio fisico intenso può ridurre il rischio di morte fino al 64%. Anche l’attività fisica moderata e leggera comporta benefici significativi, con una riduzione del rischio di mortalità rispettivamente del 44% e del 42%.

I vantaggi dell’esercizio non si limitano alla prevenzione. Tra i sopravvissuti al cancro, uno stile di vita attivo contribuisce al benessere psico-fisico dei pazienti oncologici e a un miglioramento della qualità della vita.

I meccanismi biologici: immunità e infiammazione

Tra i principali meccanismi responsabili degli effetti benefici dell’esercizio fisico vi è la sua capacità di modulare il sistema immunitario e il livello di infiammazione.

È stato dimostrato che un’attività fisica moderata e regolare stimola le difese immunitarie e riduce l’infiammazione sistemica.

Al contrario, uno stile di vita sedentario indebolisce la risposta immunitaria, favorisce lo stato infiammatorio e aumenta il rischio di insorgenza di neoplasie.

L’assenza di esercizio contribuisce all’accumulo di grasso, che a sua volta promuove la produzione di fattori pro-infiammatori. Questo stato di infiammazione cronica rappresenta un terreno favorevole allo sviluppo e alla progressione tumorale.

L’esempio di Margaret Tubridy: oggi ha 69 anni e fa attività fisica contro le recidive

Uno studio internazionale condotto in sei Paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Francia, Canada e Israele) ha coinvolto 889 pazienti con tumore al colon per valutare gli effetti dell’attività fisica nella fase post-diagnosi. Tra loro, come accennato, Margaret Tubridy, ex receptionist dell’Irlanda del Nord, ha rappresentato un esempio emblematico di trasformazione fisica e psicologica grazie al movimento regolare.

Diagnosticata con tumore al colon all’età di 64 anni e senza esperienze precedenti di attività sportiva, Margaret ha aderito al programma subito dopo le terapie oncologiche. È stata assegnata al gruppo di 445 pazienti che hanno seguito un piano di esercizio strutturato, con incontri mensili con un personal trainer per tre anni. L’altro gruppo di 444 pazienti ha ricevuto solo un opuscolo informativo su abitudini di vita salutari.

Risultati concreti

Il programma prevedeva l’obiettivo di svolgere tre o quattro sessioni settimanali di cammino della durata di 45-60 minuti, ma con piena libertà di scegliere le modalità di esercizio. Il supporto regolare da parte di esperti ha aiutato i partecipanti a integrare gradualmente l’attività fisica nella loro vita quotidiana.

Oggi, a 69 anni, la paziente è in salute, non mostra segni di recidiva e pratica regolarmente attività motoria. Ha integrato nella sua routine settimanale esercizi in palestra, utilizzo di pesi, pole walking e camminate di gruppo. Questo risultato conferma l’importanza dell’attività fisica nel mantenere il benessere generale e nel migliorare la qualità della vita dopo una diagnosi di tumori.

I risultati dello studio rafforzano le evidenze scientifiche sul ruolo dell’esercizio fisico nel percorso oncologico. L’attività fisica aiuta a:

  • ridurre il rischio di recidiva tumorale;

  • migliorare la forza muscolare e la capacità cardiorespiratoria;

  • diminuire l’ansia e i sintomi depressivi;

  • favorire il controllo del peso corporeo e della composizione corporea;

  • rafforzare il sistema immunitario.

Anche in soggetti sedentari sino a tarda età, iniziare un percorso guidato e progressivo di movimento può portare miglioramenti significativi sul piano fisico e mentale.

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