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Come combattere la lombalgia

Il mal di schiena non è una malattia ma un sintomo la cui causa deve essere ricercata. La lombalgia rappresenta la settima tra le malattie in ordine di frequenza, la prima tra le motivazioni di assenza dal lavoro nelle persone al di sotto dei 45 anni di età. Negli U.S.A. ogni anni si spendono settemila miliardi di lire per la diagnosi e la terapia delle lombalgie, oltre duecento miliardi per le sole indagini radiologiche.

 

Sono sempre più numerose le statistiche che dimostrano come le correlazioni fra quadro radiologico e dolori presenti e pregressi siano scarse o nulle e come sia praticamente inutile una radiografia lombare ai fini predittivi. In genere nel 50% dei casi il dolore cessa spontaneamente prima che possa verificarsi l’effetto di qualsiasi terapia. L’80-90% delle crisi si risolve comunque prima dei due mesi. Il 70% dei pazienti migliora quando ci si prende cura di loro, qualsiasi sia il tipo di intervento terapeutico adottato.

 

Il metodo McKenzie si colloca nella prospettiva di eliminare gli interventi di terapie tanto costose quanto inefficaci, nella prospettiva di emancipare il paziente dalla dipendenza della terapia e/o del terapista, attraverso l’apprendimento di esercizi che rientrano in un quadro di auto-trattamento.

L’auto-trattamento può essere eseguito con successo nel 75% dei casi di rachialgia di natura meccanica. La zona lombare è costituita da 5 ossa, le vertebre, poste una sopra l’altra. Ogni vertebra presenta anteriormente una parte solida, il corpo, ed un foro posteriormente. Questi fori sono allineati e formano un passaggio protetto, il canale vertebrale, in cui passa il midollo spinale che va dalla testa al bacino.

 

Le vertebre sono separate da cartilagini: i dischi. I dischi presentano una parte centrale molle, il nucleo, circondata e trattenuta da un anello cartilagineo, l’anulo o legamento anulare. I dischi agiscono da ammortizzatori, possono modificare la propria forma consentendo il movimento delle singole vertebre. Dischi e vertebre sono collegati tra loro da articolazioni. Le articolazioni sono tenute assieme dai tessuti molli circostanti, cioè la capsula rafforzata dai legamenti. Tra una vertebra e l`altra c’è una piccola apertura su entrambi i lati, attraverso la quale esce un nervo.

 

Nella parte terminale della colonna lombare questi nervi si uniscono formando il nervo sciatico destro e sinistro. Questi nervi di estendono agli arti inferiori e se compressi o irritati possono causare dolore che dalla gamba può irradiarsi fino a sotto il ginocchio od arrivare ad estendersi fino alla punta dell’alluce.

 

Il corpo umano visto di profilo mostra all’altezza dei reni una rientranza chiamata lordosi lombare. La posizione eretta la lordosi è presente per natura, ma prende il nome di cifosi nel momento in cui la parte bassa della schiena si flette. Quando la colonna lombare e in cifosi spesso e per lunghi periodi possono insorgere dolori a livello lombare. Il dolore di natura meccanica insorge quando le articolazioni di due ossa assumono una posizione che sottopone ad un iperstiramento prolungato i legamenti e i tessuti molli circostanti.

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Un iperstiramento può provocare dolore, ciò avviene quando ci abituiamo ad assumere posture scorrette. Evitare queste posture può far regredire la sintomatologia dolorosa.

 

Il dolore lombare viene generalmente avvertito al centro della schiena, o lateralmente. Può estendersi al gluteo irradiandosi lateralmente alla coscia fino al ginocchio. (fìg. 1. 1-2).
Il dolore può modificarsi a seconda del movimento. Molte persone potranno trovare giovamento dagli esercizi che esporremo.

 

Deve invece necessariamente rivolgersi ad uno specialista chi:

-avverte un forte dolore alla gamba che si estende fin sotto il ginocchio con una sensazione di intorpidimento, debolezza, o sensazione di aghi nei piedi e nelle dita (fìg. 1. 3)

-le persone i cui problemi di schiena sono conseguenza di un grave incidente chi ha avuto recentemente una forte lombalgia con problemi alla vescica. La causa più comune di lombalgia è la prevalenza della posizione in cui la regione lombare e incurvata con perdita di lordosi lombare e conseguente perdita dell’estensione.

 

Quando la schiena è in flessione aumenta la pressione intradiscale, il nucleo si sposta posteriormente, le articolazione apofisarie si allontanano, le strutture legamentose posteriori e capsulari sono sottoposte a pressione. Questa posizione protratta nel tempo può portare ad insorgenza del dolore.
Il dolore a livello lombare può insorgere in maniera acuta. In questo caso, se il dolore non consente di stare in piedi e camminare né raddrizzarsi completamente, è necessario rimanere a letto.

 

 

 

 

 

Nel periodo del dolore acuto bisogna avere delle particolari precauzioni:
1. evitare ogni flessione
2. evitare di stare seduti senza supporto
3. sedersi ed alzarsi mantenendo la lordosi lombare
4. non sollevare pesi maggiori di 15 Kg.
5. starnutire o tossire mantenendo la lordosi
Durante il riposo a letto deve iniziare gradatamente ad eseguire i primi esercizi per ripristinare la lordosi che dovrà poi essere mantenuta passivamente con dei supporti come un asciugamano da spiaggia arrotolato intorno alla vita o un cuscinetto da tenere da seduti.
Gli esercizi di estensione permettono di riportare nella sua sede il materiale del disco che tende a spostarsi premendo in direzione dei tessuti innervati. Inoltre la postura corretta manterrà tale correzione consentendo la riparazione dei tessuti lesi.
Dopo una prima fase in cui il paziente con l’auto-trattamento ogni 1 o 2 ore sarà impegnato a centralizzare il dolore anche dalla posizione eretta, a circa 2 settimane dalla scomparsa del dolore si potrà ripristinare la funzionalità articolare aggiungendo agli esercizi di estensione quelli di flessione dalla posizione supina e successivamente da seduto.
Durante ognuna di queste fasi va sempre mantenuta in modo attivo o passivo la postura corretta in posizione seduta. Se ci si deve flettere, e necessario far precedere questa attività da 10 esercizi di estensione in posizione eretta (esercizio 4).
Quando è superata la fase post-acuta ed il dolore definitivamente scomparso, bisogna preoccuparsi di non incorrere in future recidive.

 

 

Il piano di trattamento quotidiano sarà quindi:
Esercizio 3: 10 ripetizioni al mattino
Esercizio 4: Quando si e costretti a stare molto seduti o si è costretti a flettersi (prima o dopo la flessione)

° bisogna sollevare pesi (prima e dopo il sollevamento)
° si sente dolore o ai primi accenni del dolore sempre: per correggere la posizione da seduti e alzarsi ogni mezzora tenere un cuscinetto per sostenere la lordosi lombare (fìg. 6)

 

Esercizio 1:
Mantenere la posizione per 5 – 10′

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Esercizio 2:
Mantenere la posizione lino a 5 ‘

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Esercizio 3:
Estensione ripetuta per 10 volte

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Esercizio 4:
Estensione da in piedi 10 volte

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Esercizio 5
Flessione da supino ripetere 10 volte

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Esercizio 6
Flessione ripetere 10 volte

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