Recentemente è stato compiuto un passo significativo nel campo della salute pubblica con l’approvazione unanime del Ddl 287 dalla X Commissione Affari Sociali del Senato. Questo disegno di legge innovativo propone di integrare l’attività sportiva come parte essenziale del Servizio Sanitario Nazionale. Il legislatore si è basato sul presupposto che lo sport è un farmaco. E offre così ai medici la possibilità di prescrivere l’esercizio fisico come vero e proprio trattamento terapeutico e di prevenzione, con annessi vantaggi fiscali per i cittadini.
I costi della prigrizia
L’iniziativa legislativa, che introduce lo sport tra i presidi terapeutici detraibili, si inserisce in un contesto dove, purtroppo, il sedentarismo affligge il 28% della popolazione italiana, una percentuale che raggiunge il 30% in regioni come la Campania. Interessante notare, tra l’altro, come circa un quarto dei cittadini sedentari ritenga erroneamente di essere sufficientemente attivo.
D’altro canto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico hanno stimato che l’inattività fisica potrebbe costare all’Italia circa 1,3 miliardi di euro in termini di spese sanitarie nei prossimi trent’anni.
I rischi legati alla sedentarietà
Bastano 150 minuti a settimana di esercizio fisico per ciascuno per fare risparmiare all’Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050. Lo dice un rapporto congiunto dell’OMS e dell’OCSE.
Più nello specifico, non si verificherebbero 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di diabete di tipo 2 e più di 400.000 casi di alcune tipologie di tumori. A ciò si aggiunga che si potrebbero prevenire oltre 10mila morti premature all’anno e più di 3,5 milioni di persone depresse.
I campanelli d’allarme
In Italia si stanno verificando vari fenomeni preoccupanti. In primo luogo, l’allungarsi della vita media e l’invecchiamento della popolazione. È una cosa positiva, ma deve far riflettere sull’importanza di conservare un fisico efficiente per contrastare le malattie.
In secondo luogo, il sovrappeso o addirittura l’obesità. L’OMS ha calcolato che il 34,2% degli adulti italiani è in sovrappeso, il 12% è obeso. Complessivamente, il 46% degli adulti presenta un eccesso ponderale.
Circa un paio di anni fa il Barometer Obesity Report calcolava che il 26,3% dei bambini e adolescenti italiani (popolazione tra i 3 e i 17 anni) era in sovrappeso o obeso. La situazione è pure peggiore nella popolazione anziana (65 – 74 anni) in cui si stimava che il 46% era in sovrappeso e il 15,3% obeso.
Lo sport è un vero farmaco e va nel 730
Il testo della legge, promosso dalla senatrice Daniela Sbrollini, propone detrazioni fiscali per le famiglie che investono in attività sportive, facilitando così l’accesso a regolari screening e controlli medici. Si sottolinea così l’importanza dello sport per la prevenzione di malattie croniche e il miglioramento della salute mentale. Non si deve infatti dimenticare che, dal settembre 2023, lo sport è riconosciuto dalla Costituzione Italiana come un elemento fondamentale per l’educazione e il benessere psicofisico, consolidando ulteriormente il suo ruolo nella promozione della salute pubblica.
Nel comma 7 dell’art.33 si legge “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.
Del resto, sono del 2020 le Linee Guida sull’attività fisica e il comportamento sedentario dell’OMS che contribuiscono a suggerire ai Governi come orientare le proprie politiche.
I benefici generati dall’adozione di un farmaco miracoloso qual è lo sport
Esercizio fisico e movimento fanno bene a qualsiasi età e non hanno controindicazioni. Lo sport, come dimostrano vari studi, garantisce un miglioramento della qualità della vita. Addirittura, chi ha malattie gravi quali il morbo di Parkinson o di Alzheimer può trarre vantaggio dall’attività fisica.
Riassumendo, tra i principali (tutti sono tantissimi!) effetti salutari riconducibili all’attività fisica vi sono:
- miglioramento della forza e della resistenza, caratteristiche particolarmente importanti con l’avanzare dell’età;
- incremento della salute ossea;
- controllo del peso;
- contrasto della depressione;
- prevenzione di malattie quali ictus, ipertensione, iperglicemia, iperlipidemia, diabete;
- contrasto all’insorgenza di tumori quali cancro al colon e al seno.
La responsabilità di personal trainer e addetti del settore fitness
Questa legislazione rappresenta un’opportunità eccezionale per i personal trainer e gli specialisti del fitness, che giocano un ruolo imprescindibile nel promuovere stili di vita attivi e sani.
Enti autorevoli raccomandano che sia svolto un certo tipo di attività. Per esempio, World Health Organization enfatizza i vantaggi di attività moderate-vigorose e American Heart Association raccomanda intensità moderate/intense per prevenire malattie croniche e migliorare la salute. Per svolgere tali attività serve poter contare su un programma professionale, personalizzato. Non ci si può improvvisare.
Il Personal Fitness Trainer è indispensabile per guidare, motivare e monitorare i progressi dei propri clienti. Così facendo, coopera alla realizzazione dei benefici che l’attività fisica può portare alla salute pubblica. E naturalmente permette alle persone di lavorare al proprio benessere.