Abbassati i costi per l’assistenza sanitaria se si aumentano le attività sportive e motorie
Senza che sia stata pubblicizzata si sta svolgendo nel nostro Paese, al pari di quando sta avvenendo per la TAV, l’analisi tra i costi derivanti da una maggiore pratica dell’attività sportiva ed i benefici per la salute della collettività che ne deriverebbero per la prevenzione e la conseguente riduzione dei rischi di contrarre gravi patologie quali quelle oncologiche e cardiovascolari.
In questo momento di cambiamento, infatti, il Ministro della Salute, con una dichiarazione resa a fine gennaio 2019, che esamineremo dopo, ha preso in considerazione l’opportunità di dare a tutti i cittadini di ogni età la possibilità di accesso alle varie attività sportive e del fitness per una maggiore tutela della loro salute ed anche per conseguire un risparmio delle risorse economiche riservate alla spesa sanitaria. Con tutti i riflessi altamente positivi sul bilancio dello Stato che potrebbe utilizzare quelle somme per altri fini di rilevante importanza per la collettività.
La spesa sanitaria in Italia
Nel nostro Paese, infatti, la spesa sanitaria incide dell’8,9% del prodotto interno lordo (PIL), il che significa una spesa di 8 miliardi di euro per prestazioni erogate in regime di assistenza e previdenza e 3,4 miliardi per la spesa farmaceutica. Si può, quindi, dire che, interpretando le parole del Ministro, ha fatto ingresso in politica la consapevolezza dell’importanza dell’attività sportiva e del fitness come motori non solo di un miglioramento della salute ma anche come regolatori della spesa pubblica.
Questa maggiore valorizzazione delle attività sportive comporta un concreto impegno sia strutturale che economico (costi) nella programmazione e predisposizione delle misure per attuare la diffusione della pratica degli sport in ogni settore sociale. Solo se tutto ciò sarà realizzato si potranno ottenere i vantaggi (benefici) per la salute con la diminuzione della spesa sanitaria.
L’iniziativa del Ministro della Salute del Gennaio 2019
A fine gennaio 2019, c’è stata una dichiarazione del Ministro della Salute Giulia Grillo nel corso della presentazione della riforma del sistema sportivo italiano con la quale ha testualmente affermato che “investire in attività fisica non è solo un piacere ma fa bene a tutto, forgia lo spirito, il carattere e fa star bene”. Ha proseguito ancora rilevando che con la pratica delle attività sportive si può ridurre del 20-30% il rischio di depressione, del 20-35% quello di ictus, del 35-50 quello di diabete. Del 35-50 quello di cancro al colon, del 20% del cancro al seno.
Il tutto anche con grande risparmio della spesa sanitaria per le relative terapie. Prosegue ancora il Ministro sottolineando che la strada da seguire per raggiungere un tale obiettivo non è facile perché passa attraverso una formazione culturale che deve intervenire sin dalla prima infanzia. Difatti secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un bambino su due dedica al massimo un’ora dalla settimana al movimento ed invece passa la maggior parte del tempo davanti alla TV o ai videogiochi.
Quanto agli adulti uno su due non raggiunge i livelli raccomandati. Per dare attuazione alla iniziativa vi saranno idee innovative accompagnate da incentivi economici e sgravi fiscali commisurati al reddito tenuto conto dei costi dell’attività sportiva. Ha, infine, concluso il Ministro che la pratica attuazione di tali iniziative nel mondo dello sport avrebbe come effetto anche un risparmio della spesa sanitaria di circa 2,3 miliardi di euro.
I due killer silenziosi: vita sedentaria ed alimentazione sbagliata
E’ scientificamente dimostrato che l’assenza di attività sportiva e motoria in generale unitamente ad un’alimentazione sbagliata è la causa non solo delle malattie cardiovascolari oncologiche e del diabete, ma anche di altre gravi patologie di natura psichica.
Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che la pratica di un esercizio fisico comporta il rilascio di endorfine. Esse hanno la natura di un ormone particolare che agisce quale antidepressivo e fa sentire più sereni e rilassati. In buona sostanza lo sport elimina una delle negative conseguenze della sedentarietà quale la depressione psichica.
Altri studi ancora, in tema di ricerca neurologica (Rush University Medical Center) hanno dimostrato che l’attività fisica giornaliera in persone di età avanzata oltre gli 80 anni riduce in modo consistente il rischio di Alzheimer e del declino cognitivo.
L’esercizio fisico, inoltre, aumenta il colesterolo HDL, chiamato buono, che aiuta ad eliminare il colesterolo cattivo LDL il quale tende ad accumularsi sulle pareti dei vasi sanguigni provocando l’aumento della pressione del sangue. Provoca anche la diminuzione dei trigliceridi favorendo, cosi, lo scorrimento del sangue in modo fluido e senza ostacoli con diminuzione del rischio delle patologie cardiovascolari. Essa, poi, aiuta l’organismo a trasportare ossigeno e nutrienti ai tessuti migliorando in tal modo l’efficacia del sistema cardiovascolare.
L’alimentazione corretta
Essa rappresenta, insieme, allo sport uno dei pilastri della salute psico-fisica. Nel corso della giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla” svoltasi a Milano il 15 marzo 2019 sui disturbi alimentari (obesità, anoressia, bulimia) è stata ribadita la necessità di un’alimentazione genuina.
Al riguardo vi è stato il generale consenso sulla dieta mediterranea e nell’occasione è stato ricordato uno dei suoi maggiori sostenitori il fisiologo americano Ancel Keys morto all’età di cento anni. Questa dieta è stata definita paradigma dell’alimentazione più salutare che secondo uno studio del British Journal of Nutrition riduce la mortalità per qualsiasi causa di oltre il 25%.
La bomba demografica dovuta all’invecchiamento
Per prepararsi ad affrontare la situazione dell’aumento dell’età media di vita, già oggi in atto non solo in Italia, ma in tutto il mondo, è necessario predisporre tutta una serie di misure a livello legislativo sia nazionale che regionale.
L’invecchiamento è una pessima notizia per l’economia perché significa che meno persone lavorano e contribuiscono alla crescita economica e che invece più persone debbono ricevere assistenza sanitaria, con un aumento della spesa pubblica. Cosa diversa dall’invecchiamento, però, è la longevità, essa è un fenomeno decisamente positivo, in quanto le persone vivono più a lungo e in buona salute, possono dare un contributo economico maggiore nell’arco della loro esistenza rispetto alle generazioni passate.
Per gestire nel modo migliore questa nuova realtà dell’aumento della vita media definita “bomba demografica” è necessario ed impellente che i nostri governanti diano immediata attuazione a quei programmi innanzi accennati di promozione delle attività sportive e di movimento in genere finalizzate a coinvolgere non solo le fasce giovanili della popolazione ma anche quelle più avanti negli anni con agevolazioni economiche non solo per facilitare l’accesso alle pratiche sportive, ma anche per dare un contributo economico di sostegno alle strutture pubbliche e private a ciò preposte.
Sono necessarie anche nuove disposizioni normative nazionali che impongano ai mass media di dedicare un spazio consistente per la diffusione di questa (nuova) cultura che pone in risalto l’importanza dell’attività fisica per le sue molteplici finalità positive.
In sede territoriale, poi, le Regioni dovrebbero agevolare anche attraverso concreti ed adeguati aiuti sia l’apertura di nuove palestre e centri fitness sia l’accesso alle stesse di quanti ne vorrebbero usufruire ma non possono in ragione delle condizioni economiche disagevoli.
a cura di Alfonso Marra – Magistrato
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