Accessori fitness: la scienza dice che aiutano a muoversi, ma bastano?

accessori fitness gli studi dimostrano che aiutano ma d'altra parte dimostra che non bastano

Il più grande ostacolo all’attività fisica? La costanza. In media, una persona su due abbandona il proprio programma di allenamento entro sei mesi. Eppure, una serie di studi scientifici mostra che gli accessori fitness possono essere un alleato prezioso per superare questo scoglio.

Secondo una meta-analisi del 2022 su oltre 160 studi clinici randomizzati, l’uso di dispositivi indossabili come fitness tracker e smartwatch aumenta l’attività fisica di circa 1.800 passi al giorno. Gli effetti più duraturi si registrano quando la tecnologia viene abbinata a strategie di coaching o feedback personalizzati.

Un altro studio su adulti inattivi (45-75 anni) ha rilevato che l’uso di un semplice contapassi, abbinato a consigli sul camminare, porta a un aumento medio di 660 passi al giorno, con benefici ancora presenti tre anni dopo. Ma i progressi tecnologici hanno fatto passi avanti: i dispositivi di oggi non si limitano a contare i passi, ma misurano frequenza cardiaca, intensità dello sforzo e offrono notifiche smart.

E se questa tecnologia venisse messa al servizio della salute? È quello che ha fatto lo studio clinico internazionale Motivate-T2D, pubblicato su BMJ Open, focalizzato su adulti di età compresa tra 40 e 75 anni con diabete di tipo 2 di recente diagnosi.

Il caso del diabete di tipo 2: più motivazione con accessori fitness

L’attività fisica è una delle terapie fondamentali per il diabete di tipo 2: aiuta a controllare la glicemia, protegge il cuore e migliora la qualità della vita. Tuttavia, il 90% delle persone con diabete non raggiunge i livelli di attività raccomandati.

Lo studio preso in esame ha coinvolto 125 partecipanti in Regno Unito e Canada. Tutti hanno ricevuto coaching a distanza per sei mesi e creato un piano di attività fisica personalizzato. Ma solo la metà ha ricevuto anche uno smartwatch con tracciamento in tempo reale, app dedicata e messaggi personalizzati.

I risultati:

  • chi usava lo smartwatch aveva 10 volte più probabilità di iniziare un programma di allenamento, rispetto al solo coaching;

  • dopo sei mesi, erano 7 volte più propensi a essere ancora attivi;

  • e dopo un anno, 3 volte più propensi a continuare, anche senza più supporto attivo;

  • alla fine del programma, oltre il 50% degli utenti con accessori fitness raggiungeva i 150 minuti settimanali consigliati, contro solo il 17% nel gruppo di controllo.

Oltre ai numeri, contano le percezioni: i partecipanti hanno definito fondamentali la flessibilità del programma, la possibilità di ricevere feedback in tempo reale e l’effetto motivante dei messaggi personalizzati. Anche se qualcuno ha inizialmente trovato la tecnologia complessa, la maggior parte ha imparato a usarla rapidamente.

Il futuro? Personalizzazione, coaching e tecnologia insieme

Il messaggio della ricerca è chiaro: gli accessori fitness non funzionano da soli, ma possono diventare strumenti potenti se inseriti in un percorso strutturato (oltre che in mano dei personal trainer), con obiettivi realistici e supporto continuo.

Per ottenere il massimo, gli esperti suggeriscono:

  • obiettivi chiari e concreti, suddivisi in piccoli passi;

  • routine programmata, con promemoria o calendari;

  • monitoraggio costante, per visualizzare i progressi;

  • ricompense motivanti (badge, traguardi);

  • condivisione con coach o amici, per rafforzare l’impegno.

In sintesi, la combinazione di wearable e coaching (l’ideale è che sia un reale e preparato nel supportare il cliente) si conferma una strategia vincente per promuovere l’attività fisica, migliorare gli indicatori clinici e sviluppare abitudini sane. Questo vale non solo nei pazienti cronici, ma anche in chi vuole semplicemente migliorare il proprio stile di vita.

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