Dorsalgia: cura, sintomi, cause e a chi fare riferimento

a che fare riferimento se si vuole una cura efficace della dorsalgia La spiegazione chiara di tutte le fasi del percorso di individuazione delle cause e possibili soluzioni

La dorsalgia è un dolore localizzato nella parte centrale della schiena, tra le scapole e la zona lombare, ma esiste una cura? La questione è particolarmente delicata e, in caso di gravi problemi discali, concerne l’ambito medico. Molto più comunemente però, la dorsalgia può spesso essere determinata da grande rigidità. Ciò accade in quanto la zona dorsale della nostra colonna è già di per sé una area molto rigida. Deve esserlo, in quanto protegge gli organi vitali quali cuore, polmoni. Purtroppo tale rigidità aumenta se non si fa movimento e se non si presta attenzione alla postura…

Concordano su questo aspetto entrambi i nostri intervistati Dario Crippa, Personal Trainer specializzato in Postural Training e Cornelio Gurgu, Osteopata e Personal Trainer.

I sintomi della dorsalgia

I sintomi di una dorsalgia sono molteplici.

“Può manifestarsi come fastidio sordo e costante – spiega Gurgu – oppure come fitta acuta che si accentua con i movimenti o con la respirazione profonda. Spesso si associa a rigidità, ipomobilità o ipotono muscolare: accorciamento dei muscoli intrarotatori e flessori (grande e piccolo pettorale) e ipotono degli extrarotatori (romboidi, erettori spinali, gran dentato). Ne deriva una riduzione della mobilità del rachide e un progressivo squilibrio posturale”.

Dorsalgia: quando preoccuparsi

“È opportuno rivolgersi a un medico – è la convinzione di Gurgu – quando il dolore dura più di qualche giorno, limita i movimenti, si irradia verso torace o scapole, oppure si associa a formicolii, difficoltà respiratorie o sensazione di oppressione”.

“Anche dal punto di vista del PT – aggiunge Crippa – il primo “red flag” da non sottovalutare assolutamente è il dolore acuto. Se il fastidio è solo muscolare/fasciale e dà grande rigidità, spesso migliora con il riposo o certi accorgimenti. Quando invece limita le attività ordinarie, il PT si ferma e “passa la palla” a ortopedico/fisiatra”.

A chi rivolgersi, chi cura la dorsalgia

L’approccio più efficace alla dorsalgia è quello integrato, che considera la persona nella sua globalità e rispetta l’ordine corretto delle valutazioni.

  1. Prima fase: esclusione delle cause medicheSe il dolore persiste, peggiora, limita i movimenti o presenta caratteristiche “atipiche”, il primo riferimento è sempre il medico di base o lo specialista (fisiatra, ortopedico).

    Solo il medico può valutare se sono necessari esami diagnostici e definire la presenza di eventuali condizioni che richiedano interventi specifici.

  2. Gestione funzionale dopo il via libera medico. Una volta esclusa la necessità dell’intervento medico, le figure più adatte sono: Fisioterapista, per la valutazione funzionale e l’eventuale trattamento riabilitativo; Osteopata, per il riequilibrio delle tensioni articolari, fasciali e respiratorie; Personal Trainer specializzato in postura, per il lavoro su mobilità, forza e controllo motorio. Queste figure non sostituiscono il medico, ma collaborano tra loro per migliorare mobilità, equilibrio muscolare e qualità del movimento.
  3. Il ruolo del Personal Trainer competente. È frequente che la persona si rivolga al PT per ridurre rigidità e migliorare la mobilità. Il PT realmente preparato deve: conoscere l’anatomia e la biomeccanica; riconoscere i segnali che impongono l’invio a un’altra figura (dolore acuto, peggioramento, limitazioni importanti); scegliere esercizi adeguati e progressivi; integrare mobilità, rinforzo, respirazione e consapevolezza del movimento.
  4. Obiettivo comune: ripristinare equilibrio, funzionalità e qualità del movimento attraverso: mobilità toracica, rinforzo mirato, eventuale trattamento manuale, miglioramento della respirazione, prevenzione delle recidive.

Sono convinto dell’efficacia – specifica Gurgu – della combinazione di osteopatia e movimento posturale consapevole, perché solo così si agisce sulla causa e non solo sul sintomo”.

Cause della dorsalgia e postura

Le cause della dorsalgia possono essere molteplici.

Principalmente lo stile di vita, tensioni viscerali (soprattutto gastriche o intestinali), stress o una respirazione toracica alterata.

“La postura scorretta – dichiara Gurgu – non è quasi mai la causa primaria, ma piuttosto la conseguenza di un sistema che ha perso equilibrio tra muscoli, articolazioni e visceri. A sua volta la sedentarietà riduce la mobilità e indebolisce la muscolatura profonda, innescando un circolo vizioso”.

Età e fasi della vita

Tra le cause scatenanti della dorsalgia rientrano anche i cambiamenti che avvengono nelle diverse fasi della vita. Nei giovani, durante i periodi di crescita rapida, la muscolatura non è ancora sufficientemente sviluppata per sostenere in modo efficace la colonna. Questo può portare a una tendenza a cifotizzare, irrigidendo progressivamente la zona dorsale.

In età più avanzata, invece, è comune osservare una curva dorsale più marcata. Tale caratteristica, spesso percepita come “inevitabile”, può però essere in parte reversibile. Come sottolinea Crippa, la capacità di migliorare dipende molto da come rispondono i tessuti: muscoli, fascia, legamenti, derma e tutte le strutture connettive. La risposta a sollecitazioni mirate può favorire un recupero della mobilità del tratto dorsale e una riduzione della rigidità.

Fattori lavorativi e posture ripetute

Tra le cause rientrano anche i contesti lavorativi che impongono posture ripetute e prolungate: molte ore al computer, alla cassa di un supermercato, oppure lavori svolti con le braccia sollevate come parrucchieri e imbianchini. Anche situazioni opposte, come quelle dei ricercatori che operano alle cappe in laboratorio, possono creare sovraccarichi specifici.

“Queste abitudini incidono sulla dorsale, strettamente connessa al cingolo scapolo-omerale e quindi alla funzionalità degli arti superiori” dichiara Crippa.

A quale tipo di cura ricorrere con la dorsalgia?

I due professionisti ricordano che:

  • il trattamento manuale serve per liberare restrizioni articolari e fasciali, migliorare la mobilità del rachide e ristabilire la comunicazione tra distretti;
  • il lavoro motorio per stabilizzare e rinforzare: mobilità toracica, attivazione dei romboidi, rinforzo estensori spinali e lavoro sul respiro.

Esercizi da poter fare in caso di dorsalgia

Posto che la postura corretta è fondamentale, è molto importante la capacità del corpo di adattarsi e muoversi in modo equilibrato. Aver cura della zona dorsale e tenere sotto controllo la dorsalgia passa inevitabilmente da lì.

“La ginnastica posturale – sottolinea Gurgu – permette di ristabilire armonia tra le catene muscolari, migliorare la mobilità toracica e riattivare la muscolatura profonda che stabilizza il rachide. L’obiettivo non è solo “raddrizzare” la schiena, ma insegnare al corpo a distribuire le forze in modo efficiente, integrando respiro, controllo motorio e consapevolezza del movimento. Combinando mobilità, rinforzo, respiro e automassaggio si migliora la funzionalità del rachide dorsale e si riduce il rischio di recidive”.

  • Estensioni toraciche su foam roller o con bastone.

  • Pulley basso/alto con scapole addotte per rinforzare romboidi e gran dorsale.

  • Rematore dall’alto con manubrio o cavo, con enfasi su apertura toracica.

  • Lat machine presa neutra o inversa per riequilibrare le catene muscolari.

  • In quadrupedia, rotazioni toraciche.

  • Respirazione diaframmatica e stretching globale attivo.

  • Automassaggio con pallina da tennis nell’area intrascapolare per tensioni miofasciali.

I movimenti da evitare …

Le indicazioni del Personal Trainer sono quelli di evitare esercizi che comportano:

  • carichi sopra la testa perché caricano molto la zona dorsale,
  • flessioni del tronco sotto carico (per esempio gli stacchi da terra);
  • squat e crunch se non adeguatamente preparati/programmati;
  • trazioni in avanti, per esempio, rematore e curl al cavo che irrigidiscono ulteriormente la dorsale.

… e quelli da preferire

“Il mio consiglio – afferma Crippa – è trovare alternative di esercizi che non sovraccarichino quella parte. È il caso, per esempio, del rematore con manubrio su panca che, grazie all’appoggio è più gestibile, e di lavori che rispettano la progressione e, dunque, non determinano aumenti del dolore”.

Come dormire con dorsalgia acuta? Suggerimenti pratici

Ecco i consigli dell’Osteopata.

La posizione migliore è quella che riduce le tensioni sulla colonna e favorisce la respirazione.
Dormire supini con un cuscino basso sotto la testa e uno piccolo sotto le ginocchia aiuta ad allentare la tensione dorsale e scaricare il tratto lombare.

Anche dormire su un fianco, con un cuscino tra le gambe e uno sotto il braccio, può favorire l’allineamento del rachide.

Un materasso di media rigidità e 2–3 respiri diaframmatici profondi (ancora di più se si fa per qualche minuto la respirazione diaframmatica) prima di dormire aiutano a rilassare i muscoli intercostali e ridurre la rigidità mattutina.

Conclusioni sulla cura della dorsalgia

La dorsalgia è multifattoriale: rigidità intrinseca del tratto toracico, sedentarietà, posture lavorative, fattori viscerali e respiratori possono concorrere.

In generale, come il disagio è multifattoriale, è centrale l’esigenza di collaborazione tra più figure necessarie a risolverlo. Per quanto riguarda Personal Trainer e Osteopata è fondamentale che il primo sappia riconoscere i segnali che indicano un cambio di prospettiva quali: dolore acuto (vi sono specifiche scale del dolore che vanno valutate con attenzione) limitazioni importanti, peggioramento con l’esercizio. In tal caso non deve far altro che affidare il cliente ad altre professionalità. Dal canto suo l’Osteopata può sbloccare le rigidità che impediscono il successo dell’allenamento, agevolando poi un percorso di allenamento efficace e sicuro.

Non tutti sono pronti per fare un allenamento in palestra: molte persone presentano rigidità, dolori o una condizione fisica tali da non permettere di affrontare subito lavori di forza. Serve prima un percorso di rieducazione posturale, una sorta di “base” che prepara i tessuti e il corpo al movimento. Senza questo passaggio, il rischio è proporre esercizi troppo avanzati a chi non è ancora in grado di sostenerli.

E il Personal Trainer davvero bravo questo deve saperlo…

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FAQ - Domande frequenti su dorsalgia e possibile cura

Quali sono i sintomi della dorsalgia?

Dolore nella parte centrale della schiena, tra scapole e zona lombare, che può essere sordo o acuto. Spesso si associa a rigidità, ipomobilità e squilibri muscolari.

Quali sono i rimedi per la dorsalgia e il mal di schiena alto?

Prima si escludono problemi medici. Il trattamento più efficace è combinato: lavoro manuale (osteopatia/fisioterapia) per liberare le rigidità e lavoro motorio per migliorare mobilità, rinforzo e respirazione.

Quali esercizi posso fare per la dorsalgia?

Mobilità toracica, estensioni sul foam roller, rematore con manubrio, pulley, lat machine presa neutra/inversa, rotazioni in quadrupedia, respirazione diaframmatica e automassaggio con pallina.

Quali i movimenti da evitare?

Carichi sopra la testa, flessioni del tronco sotto carico (come stacchi da terra), squat e crunch senza adeguata preparazione e tutte le trazioniche irrigidiscono ulteriormente la dorsale.
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