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Cambiano i criteri per il calcolo di quanto sia patologica in un soggetto la condizione di obesità. Una commissione di 56 esperti, supportati da oltre 75 associazioni mediche, hanno condotto il lavoro dal titolo Lancet Diabets & Endocrinology Commission on the Definition and Diagnosis of Clinical Obesity che ridefinisce i parametri di quella che sin dal 1948 l’OMS ha dichiarato una malattia.
Approccio medico: non basta il calcolo del BMI per valutare l’obesità
Non è più sufficiente effettuale il solo calcolo dell’Indice di massa corporea (IMC, in inglese BMI ovvero Body mass index) per indicare il grado di obesità. Secondo gli esperti servono ben 18 criteri diagnostici.
Sulla base di questi, la Commissione ha fissato 2 macro categorie di obesità: l’obesità clinica e pre-clinica. Questa suddivisione aiuta a meglio indirizzare le cure. Il presidente della Commissione che ha condotto il lavoro Francesco Rubino (King’s College di Londra) ha infatti dichiarato: “Le evidenze scientifiche raccontano una realtà molto più sfumata. Alcuni individui con obesità possono mantenere una normale funzione d’organo e un buono stato di salute globale, anche a lungo termine. Altri mostrano segni di malattia grave subito. La nostra riformulazione riconosce questo e permette un trattamento personalizzato. Ciò comprende un accesso tempestivo ai trattamenti per gli individui con obesità clinica e strategie di trattamento per la riduzione di rischio per le persone con obesità pre-clinica. E potrà facilitare una riallocazione razionale delle risorse sanitarie”.
Cosa considerare?
Tra i più importanti parametri a cui porre attenzione accanto al BMI, vi è la quantità di grasso corporeo, misurata all’altezza della circonferenza vita direttamente mediante la Dexa – Dual Energy X-ray Absorptiometry. Quest’ultimo permette di evidenziare percentuale e peso di tessuto adiposo.
Più nello specifico tra i criteri che indicano obesità clinica vi sono poi: dolore a ginocchio e anche, dispnea (affanno), insufficienza cardiaca, disfunzioni di altri organi (reni, vie respiratorie, sistemi nervoso, urinario, riproduttivo). Guardando nello specifico a ragazzi e adolescenti, in caso di obesità, si possono verificare alcune alterazioni delle ossa e articolazioni che limitano i movimenti.
“Riconoscere l’obesità come una malattia, in particolare l’obesità clinica, ossia quella accompagnata da segni e sintomi specifici – ha sottolineato Geltrude Mingrone, direttrice Uoc patologie dell’Obesità del Policlinico Universitario Gemelli Irccs – consentirà di ridurre lo stigma associato a questa condizione. È un passo fondamentale per definire i livelli essenziali di assistenza e garantire trattamenti adeguati”.