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Risolvere con successo il problema obesità non è solo una questione di dieta e bilancio calorico, ma implica supporto sociale e coinvolgimento di più fattori e profili. Per esempio, meno della metà del campione di uno studio effettuato nel biennio 2022-2023 e pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità ha riferito di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso. Questo aspetto è fondamentale, perché simili consigli sono seguiti molto di più se suggeriti da una figura sanitaria. Va da sé che nella quotidianità dei trattamenti per l’obesità la collaborazione pratica e psicologica di parenti e amici è importantissima per ottenere risultati duraturi di perdita di peso. Questo vale per tutti, ma, in particolar modo per i più giovani. Purtroppo, infatti, il fenomeno dell’obesità riguarda anche questi ultimi.
Secondo dati Istat, nel 2023 il numero di persone obese tra il 2003 e il 2023 è aumentato del 38%. In tale incremento ha inciso in modo particolare quello dei giovani adulti caratterizzati da questo problema. Tra le persone che hanno fra i 18 e i 34 anni la percentuale di obese è passata dal 2,6 al 6,6%. Tale percentuale è raddoppiata tra gli uomini e triplicata tra le donne. In quelle 35-44, si è passati in 10 anni dal 6,4% a quasi il 10%.
Cosa si deve fare per risolvere l’obesità? Il ruolo del supporto sociale
Come precedentemente detto, quei soggetti che hanno alti livelli di supporto sociale tendono a seguire meglio il loro programma di perdita di peso. Questo non è sorprendente, considerando che coloro che hanno dei rapporti sociali migliori su cui fare affidamento riescono a gestire meglio il loro sforzo. Riescono a mettere insieme la “salute psicologica” con i buoni rapporti sociali. Terapie che includono il supporto sociale comprendono anche l’aiuto del coniuge.
Nelle sessioni di training alimentare con un terapista vengono insegnate diverse metodiche e trucchi per perdere e mantenere il peso. Se il supporto del terapista non è molto forte, i fallimenti sono assai facili. Al termine di ogni sessione l’individuo deve avere appreso una parte del proprio percorso di “autogestione”. Alcuni studi hanno trovato che il fattore più importante correlato positivamente alla perdita di peso è la durata del trattamento.
I metodi di autogestione non sono veramente di “auto”gestione senza che non vengano continuamente aiutati da un terapista. Il riacquisto di peso per la maggior parte dei soggetti trattati indica che l’autogestione non era stata pienamente completata.
Comprensione della dipendenza dal cibo come modello di obesità
La domanda è “quali nuovi approcci di trattamento possono essere esplorati per scoprire trattamenti di successo?”.
Sono stati pubblicati centinaia di studi sulla valutazione delle cause dell’obesità e dei trattamenti dell’autocontrollo comportamentale degli individui che ne sono affetti,.
I risultati sono stati contrastanti. Una perdita di peso moderata era seguita da un lento ritorno allo stadio iniziale. Gli studi riguardanti le ricadute e le ragioni personali che hanno portato a re ingrassare sembrano puntualizzare il fatto che gli individui in sovrappeso diminuiscono la loro soglia di autocontrollo sufficiente per far scattare altri metodi.
Il problema della recidiva dell’obesità e il supporto sociale
Per gli individui in sovrappeso che stanno cercando di controllare la loro alimentazione, sarebbe consigliabile evitare emozioni negative o farsi tentare dal cibo. In questo caso l’appoggio di un amico può risultare utile durante una crisi.
La maggior parte degli obesi soffre veramente di dipendenza dal cibo o tornano più semplicemente alle loro vecchie abitudini?
La dipendenza è stata definita come la mancata sospensione dell’uso di sostanze considerate deleterie per la salute. I criteri dell’American Psychiatric Association per “dipendenze” da sostanze psicoattive includono:
- sostanze spesso assunte in grande quantità o comunque per un prolungato periodo di tempo rispetto alle intenzioni iniziali della persona.
- Desiderio persistente di smettere o comunque di controllare l’uso delle sostanze.
- Continuo uso delle sostanze nonostante la consapevolezza di avere problemi sociali, psicologici e fisici causati dall’uso della sostanza.
- Sintomi di fame eccessiva.
- Sostanze ingerite per alleviare o evitare sintomi della fame.
La maggior parte delle persone obese mettono in relazione questi sintomi al cibo. Hanno già una storia alle spalle di ripetute prove di controllo dell’alimentazione, seguite da fallimenti e da riacquisto di peso.
Questo modo di fare rende il soggetto “dipendente alle sostanze”, nel senso che gli sforzi per controllare l’alimentazione sembrano essere in conflitto con le difese psicologiche. Naturalmente, si intende come “sostanza” il cibo, ndr). Circa il 50% delle persone obese presenta durante il trattamento episodi settimanali di perdita di controllo quindi alimentazione eccessiva.
Un alimentazione eccessiva coinvolge normalmente cibo ad alto contenuto di carboidrati e di grassi. La persona obesa continua a seguire la dieta secondo un ciclo chiamato spesso il “dilemma di coloro che stanno a dieta”. Questi cicli di dieta che si ripetono nella perdita e nel guadagno di peso, chiamati “effetti yo-yo”, possono avere delle conseguenze che rendono l’obesità più refrattaria.
Lo stress la frustrazione e altri stati emotivi negativi sono stati identificati come antecedenti a un’alimentazione non controllata e il cibo, in questo caso, sembra portare un miglioramento emotivo temporaneo. Due terzi delle persone obese sono coloro che non mangiano per fame, ma per combattere le tensioni, l’ansia, la fatica mentale e la depressione.
Non c’è dubbio che gli uomini sono programmati per mangiare. Studi sugli animali dimostrano che il mangiare riduce l’attività e produce il sonno.
5 raccomandazioni per un trattamento efficace dell’obesità
Raccomandiamo che la persona che è in cerca di aiuto per un problema come l’obesità deve essere accuratamente valutata in modo da determinare quale grado di dipendenza da cibo è presente.
Il trattamento comprenderà i seguenti punti:
- Restrizione graduale dell’apporto di grassi nella dieta e riduzione del livello calorico, tenendo conto dell’attività. Questo renderà minimi i problemi della privazione che può eventualmente portare a ricadute.
- È raccomandabile un indice di perdita di peso non superiore a 450 grammi la settimana.
- Aumento graduale di esercizi aerobici.
- Continua frequenza a gruppi di supporto sociale. Questi gruppi saranno strutturati in modo da provvedere a un controllo necessario per aiutare gli individui a sospendere le loro dipendenze.
- Uso delle tecniche di comportamento autoindotto e sostenuto:
- autovisualizzazione del comportamento per provvedere a un miglioramento dello svolgimento;
- controllo degli stimoli: ridurre l’esposizione alle tentazioni e soprattutto ai cibi ad alto contenuto di grassi;
- tentare di attenersi ai comportamenti appropriati.
La filosofia degli “obesi anonimi”, per esempio, ritiene che gli obesi non possono controllare se stessi e che soprattutto è la forte influenza degli altri a essere molto efficace. (Una tecnica simile è usata dai gruppi “alcoolisti anonimi”, ndr)
In particolare, dunque, i trattamenti di contatto con terapisti, che devono essere molto intensi per almeno sei mesi per assicurare lo sviluppo di uno stile di alimentazione e di esercizio appropriato. In seguito possono esserci contatti regolari con un piano di lavoro specifico, in modo da evitare il riacquisto del peso perso.