Attraversata la trafficata Rimini si arriva in una bella zona dove c’è tranquillità, tanto verde e un modernissimo edificio che è il Palacongressi, sede della Convention ISSA Europe. Struttura molto grande, decine di sale per riunioni di ogni dimensione, ampi spazi perennemente in ordine, servizi igienici ineccepibili, tecnologia all’avanguardia e personale addetto cortese ed efficiente.

 

Già questo è un biglietto da visita importante per la XXI Convention ISSA, che a sua volta ha riconfermato di essere top nel grande mondo del fitness, partendo dall’organizzazione sino ai relatori. Una particolare segnalazione va ovviamente alla Segreteria Organizzativa, che ha gestito in modo impeccabile le tre giornate, coordinando uno staff preparato e pronto a risolvere qualsivoglia problema.

 

È un lavoro postulato attraverso il senso della precisione e del rispetto degli spazi e dei tempi, che ha richiesto una lunga preparazione e un continuo aggiornamento su tutte le necessità che emergevano via via nel costruire la Convention.

 

Non va dimenticato infatti che l’elevato numero di coloro che dovevano sostenere l’esame sui tre livelli di CFT ha imposto di spalmare le sessioni di esame sui tre giorni: quest’anno la novità è stata quella di coinvolgere lssini certificati come supervisori di sala e l’esperimento si può dire che sia perfettamente riuscito.

 

Insomma, una manifestazione non riesce bene se non ha alla base un’organizzazione perfettamente strutturata e di alto livello operativo e che ci porta a concludere con un’unica parola: “bravissimi!”. Il motto della Convention è stato “fitness è scienza” e ben si addice agli argomenti trattati e a quanto è emerso dallo svilupparsi delle relazioni.

 

 

Da più parti si sente dire che la medicina è in crisi. La forse eccessiva tecnicizzazione, i tempi sempre più ridotti, la burocrazia asfissiante hanno sicuramente intaccato le sue radici tanto che si invita solamente il personale a lavorare di più e non si cercano strategie efficaci per arginare i danni.

 

L’emergere di terapie complementari, la presenza del web con il proliferare di fake news, le ridotte risorse sia in termini di investimenti che di personale hanno creato la necessità e anche il vezzo di cercare nuove strade per mantenere il dono prezioso della salute.

 

Ma al di là di queste cause, che si possono definire esterne, sembra plausibile indicare il motivo di tale crisi nello stesso impianto concettuale della medicina. Essa è un vero ibrido di scienza e arte in cui, nonostante le tecnologie avanzatissime, l’ultima parola rimane sempre quella dell’uomo che è a sua volta, nel contesto di un particolare vissuto esistenziale, l’uomo malato che si rivolge all’ars medica.

 

In questo percorso vi sono quindi due anime che sembrano contrapporsi e pur tuttavia si uniscono in un legame indissolubile: l’anima del ricercatore, che mira alla chiarezza e distinzione dei dati e a risolvere i problemi a cui si è dedicato, pronto a passare ad altro nel momento in cui la sua ricerca è terminata e l’anima del clinico che ha bisogno dei risultati del ricercatore e che desidera che gli stessi rimangano invariati nella loro efficacia per poter avere termini di riferimento sicuri.

 

In questo contesto le figure professionali assumono un rilievo fondamentale, specie nel campo del fitness in cui il Personal Trainer è tenuto a svolgere la funzione di comunicazione empatica con il cliente, supportato o supportando l’azione del medico referente.

 

Perché questo paragone con la medicina tradizionale? Perché sicuramente, per i motivi precedentemente addotti, è emersa una incapacità di gestire il rapporto con il paziente derivante, come dicevamo, non da crisi esterne ma da crisi che, abitano la medicina stessa, imponendole quasi di modificare il proprio statuto epistemiologico. Ciò che emerge è l’indeterminatezza e la complessità della realtà, in cui si fondono i dati di laboratorio con quelli clinici, in cui la tecnica tende a sostituire la manualità grossolana e l’infinitamente piccolo è la nuova frontiera che viene affrontata quotidianamente.

 

Il Personal Trainer si trova quindi di fronte alla necessità di fornire una prestazione professionale sempre più raffinata che deriva non dal banale appiattirsi sulle notizie di Internet o sul passaparola, bensì su una situazione conflittuale in cui è necessario testare il cliente, verificare il proprio operato utilizzando tecnologie specifiche e conoscere sempre di più il proprio mestiere.

 

 

Altro argomento emerso dalla Convention, non nuovo certamente nel percorso formativo ISSA, è stato quello della comunicazione e alla fine dell’etica professionale. Con gli anni è andata maturata la consapevolezza che per “incontrare” il cliente sia necessario abbandonare la banale logica contrattualistica a favore di un dialogo scandito dall’empatia e dalla condivisione: questi due elementi più che la mera competenza tecnica, sempre necessaria comunque, diventano virtù e valori aggiunti nella pratica quotidiana.

 

Il buon Personal Trainer diventa allora colui che non applica semplicemente i dati teorici che ha studiato su qualche libro o ha tratto dalla letteratura scientifica, ma è piuttosto colui che interagisce con il cliente, ne acquisisce i bisogni, li elabora con il cliente stesso e capendoli riesce ad affrontarli con efficacia.

 

Ecco che quindi la cosiddetta anamnesi torna ad essere al centro del quadro operativo perché attraverso l’intervista si approfondisce la “storia” del cliente, corroborando poi il training in modo non ambiguo e specialmente rifuggendo da false promesse, impossibili da raggiungere.

 

Comunque è emersa la necessità di un diverso approccio con il cliente donna che di fatto ha un metabolismo muscolare simile a quello dell’uomo per cui, nella diversità del training, il percorso allenante non si discosta di molto se non specificamente per i carichi. Ovviamente i meccanismi ormonali sono in parte differenti e a tal guisa si è dissertato sulla cascata ormonale uomo/donna e sul suo riverbero sull’attività fisica sino ad affrontare il problema relazionale di coppia.

 

Maggiore evidenza è stata data altresì alla componente psicologica e motivazionale che vede sicuramente la donna prevalere sull’uomo per capacità di impegno, costanza e desiderio di raggiungere i risultati prefissati.

 

Risultati, come si diceva, che devono comunque essere condivisi e descritti con precisione per evitare qualsiasi misunderstanding che conduca inevitabilmente all’abbandono. Dai vari interventi dei relatori è emerso, ulteriore conferma di quanto il Presidente Adriano Borelli dice ormai da anni, come la salute sia un valore socio-culturalmente centrale nel costituire la deriva forse più densa di conseguenze dell’ideale del benessere.

 

Quest’ultimo ha assunto progressivamente una vera centralità nella vita della popolazione, passando attraverso tutta una serie di passaggi che hanno visto in un primo tempo il concetto di assenza di malattia, ma rinvigorito poi dai concetti più complessi di benessere sociale ed economico.

 

 

Il mondo del fitness ha subito in questi anni numerose “rivoluzioni” e, non par vero, ha forse sofferto di meno dal 2008 ad oggi della crisi profonda che ha colpito l’intero mondo economico. Ha saputo adattarsi alle richieste del mercato parallelamente al fatto che nella società evolveva prepotentemente il significato del “valore-salute”.

 

Quello che prima era quasi vissuto come una specie di conquista e circondato da un’aura quasi di sorpresa e riconoscenza, si trasforma da un lato in una sorta di diritto essenziale e dall’altro trasfigura il proprio significato da un piano principalmente fisico a uno molto più sfumato che coinvolge potentemente l’idea di “benessere corporeo, psicofisico, economico e relazionale”.

 

In questa evoluzione la figura del Persona! Trainer diventa centrale nel contenimento dei costi sanitari perché sviluppa il concetto di prevenzione attraverso il miglioramento degli stili di vita e sin dove possibile l’eliminazione dei fattori di rischio. Come ben è stato detto da alcuni relatori, il benessere è unito alla resilienza, è un bene instabile che bisogna acquisire, difendere e incrementare costantemente durante tutto l’arco dell’esistenza.

 

Se ci rifacciamo all’Art. 32 della Costituzione, ci rifacciamo al concetto di una democrazia che permetta a tutti di poter realizzare il proprio potenziale di salute, pur con tutti i presupposti appena citati. In questo modo il benessere “sfonda” la logica del semplice valore aggiunto per entrare nella dimensione del bisogno, anzi, della necessità primaria e quindi, come detto, del diritto costituzionale. Nello specifico sono emerse una serie di evidenze scientifiche e suggerimenti pratici ad utilizzo dei Personal Trainer per migliorare il loro servizio con particolare attenzione al cliente senior.

 

La longevity passa per la potenza. Partendo dai presupposti teorici che caratterizzano il fenomeno dell’aging ed in particolare dallo stato dell’arte della sarcopenia e della dynapenia come complesso evento multifattoriale, si è cercato di tracciare una strada pratica e congruente per quanto riguarda gli interventi, appannaggio del Personal Trainer. L’esercizio fisico ben dosato, calibrato ed individualizzato nella sua progressione rimane l’arma più potente a nostra disposizione per prevenire e circoscrivere l’invecchiamento.

 

 

Prendendo spunto dai consensi europei EWGSOP e EWGSOP2 per la definizione e la diagnosi della sarcopenia si è posto l’accento sull’importanza della forza e soprattutto della potenza per un invecchiamento di successo. Bisogna focalizzarsi sui cambiamenti della qualità muscolare piuttosto che sulla quantità: la perdita di forza/potenza è più veloce della perdita di massa muscolare scheletrica ed è un rischio più consistente di invalidità nel processo di aging.

 

Questo è dovuto essenzialmente ad un deficit nel “neural drive” ed in definitiva al “tasso di sviluppo della forza” (primi millisecondi dell’azione muscolare) meglio correlato alla vita di qualità. La soluzione? Allenamento essenziale: conservare la massa muscolare. Fondamentale: aumento della forza, del V02max, con mantenimento della flessibilità metabolica. Ottimale: passaggio dalla forza massima alla forza rapida ed esplosiva nei limiti del possibile; stimoli neuromuscolari variati, eccentrica veloce, stimoli di potenza e di RFD (Rate of Force Development) adattato.

 

Importante l’esercizio fisico sull’aspetto cerebrale in generale e cognitivo in particolare: le sostanze prodotte a livello cerebrale (endorfine, dopamina, serotonina, ossitocina) in seguito ad un opportuno e calibrato esercizio fisico, sia aerobico sia anerobico, concorrono al benessere del sistema nervoso centrale con ricadute a cascata, tramite altre innumerevole sostanze, sulla maggior parte degli organi corporei. Quindi, volendo riassumere, l’utilità della forza aumenta con l’aumentare dell’età: tutto ciò è sostenuto da attuali evidenze scientifiche e review sull’argomento.

 

Il Personal Trainer è figura fondamentale in questo approccio per contenere le conseguenze neuro-muscolari dell’invecchiamento che si riflettono su una alterazione del patrimonio di fibre muscolari e su una non più efficiente funzionalità. Il tutto si può condensare su tre aspetti che integrano l’allenamento del senior: la forza e l’esplosività del gesto, il lavoro neuro-cognitivo che sfrutta il goal setting, il self talk, la ricompensa, il consolidamento, e la variazione degli stimoli forniti nella progressione del training. Insomma, lavorare duro e veloce: un insegnamento non semplice ma basilare per contrastare l’invecchiamento del muscolo.

 

 

Non poteva mancare, nel percorso del benessere, l’argomentare sull’alimentazione e supplementazione. Riallacciandosi al decadimento senile si è riaffermato come la sarcopenia e la cosiddetta malnutrizione siano cause di morte precoce indipendentemente dalla problematica patologica: chi ha meno muscoli o chi li perde precocemente ha minor aspettativa di vita e sopravvivenza.

 

Teoricamente si potrebbe vivere solo di proteine, non solo con carboidrati e grassi (ad eccezione degli acidi grassi essenziali) e gli aminoacidi possono essere usati mirabilmente anche a scopo energetico; per questo gli EAA (Amino Acidi Essenziali) sono ormai considerati delle “cito-bio-kine” potenti controllori del metabolismo e regolatori epigenetici.

 

Le più recenti ipotesi riguardo l’assunzione proteica propendono per ottimizzare l’introito, aumentando la quota di aminoacidi essenziali a discapito dei non essenziali per sostenere le sintesi proteiche senza effetti collaterali di aging dovuti all’eccesso di questi ultimi anche nelle normali proteine alimentari. Le priorità alimentari e di supplementazione nell’adulto e in particolare nell’anziano e nel soggetto patologico appaiono oggi molto più chiare rispetto ad un tempo. In particolare sembra dannoso l’eccesso alimentare di aminoacidi non essenziali (NEEA).

 

Evidentemente il percorso non è semplice e bisogna porsi la domanda sulla reale utilità dell’integrazione e i suoi benefici. Tutto ciò comporta la necessità di sperimentare pool aminoacidici capaci di intervenire con efficacia nel metabolismo, ma nello stesso tempo tali da non diventare un inutile spesa economica e metabolica per il corpo umano.

 

Il concetto basilare “prima nutriti bene e poi integra” è stato ampiamente affrontato dato che la popolazione è veramente bersagliata dalla continua pubblicità di pozioni, preparazioni, drink che promettono meraviglie mentre in realtà sono delle trappole per ingenui che pensano di ottenere benefici senza fare alcuna fatica. Anche quest’ultimo concetto è affiorato via via durante la Convention perché si è passati dal no pain, no gain al ”risultato senza fatica”.

 

 

Macchine mirabolanti che sciolgono il grasso corporeo in pochi minuti, tute elettrostimolanti tipo quelle di Dune nel pianeta di Arrakis, che “consumano calorie e aumentano i muscoli”, senza quel tipico impegno che qualsiasi buon Personal Trainer sa che dovrà spiegare esaurientemente al proprio cliente per motivarlo ad affrontare un percorso e, diciamolo senza paura, sacrifici anche per periodi medio-lunghi.

 

A tale scopo si è affrontato il problema dell’utilizzo degli steroidi che possono sembrare una via di fuga alla fatica ma in realtà rispondono a criteri motivazionali banali ma pericolosi per la salute di chi li adopera. L’analisi di questo fenomeno ha dimostrato ancora una volta come la palestra sia, in termini percentuali, insignificante nel quadro dell’utilizzo delle sostanze illegali, mentre lo sterminato campo degli sportivi amatoriali e quello più ristretto degli sportivi professionisti, iscritti entrambi alle Federazioni, sono i principali utilizzatori di questi farmaci.

 

Nello stesso tempo si è voluto evidenziare il fatto che, nell’era della comunicazione sociale, l’utilizzatore è ben conscio di cosa assume, spesso però non conosce gli effetti collaterali e i danni che a medio e lungo termine il doping causa.

 

 

Osteopatia, posturologia e allenamento funzionale hanno avuto un ampio spazio su cui ragionare: ecco quindi l’eterna e faticosa “lotta” che l’essere umano compie quotidianamente per opporsi alla forza di gravità che lo “schiaccia”.

 

Partendo dalle strategie posturali comunemente assunte per far fronte a questo gravoso carico sono state evidenziate le maggiori problematiche posturali e i disequilibri più comuni che intercorrono tra postura antigravitaria e processo d’invecchiamento, sottolineandone cause, effetti e possibile trattamento.

 

Tutto ciò suggerisce al Personal Trainer i punti essenziali su cui lavorare ad integrazione di un mirato allenamento muscolare e propriocettivo globale.

 

Non dimenticando che anche il semplice appoggio podalico può interferire pesantemente sulla funzionalità globale legata alla postura e quindi particolare attenzione deve essere posta nella valutazione del cliente, tanto più se senior, per poter inserire o modificare specifici, esercizi.

 

 

Altro argomento ampiamente affrontato sotto i diversi aspetti è stato quello relativo alla colonna Vertebrale, che sopporta e supporta il nostro quotidiano vivere. L’importanza del controllo ponderale non si limita solamente alla prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare, ma si estende anche ai carichi specifici sulla colonna che devono essere monitorati accuratamente durante la programmazione dell’allenamento.

 

Tutto ciò sia durante la preparazione alle gare, sia durante la normale programmazione al cliente sedentario che si affaccia al mondo del fitness, sia alla ragazza che vuole percorrere il faticoso mondo delle competizioni bikini, sia per il senior che cerca di ricomporre il proprio benessere su standard soddisfacenti.

 

Ecco quindi l’importanza, ad esempio, del tratto cervicale, elemento delicatissimo del nostro organismo perché sede di un complesso fascio nerveo-vascolare che può essere coinvolto in fatti accidentali e lesivi per la colonna stessa.

 

Grande importanza il collegamento tra le relazioni che è servito a formare il collante culturale, target della Convention, meglio ancora se corredato dalla visione pratica di svariati esercizi con diversi attrezzi finalizzati a mantenere e potenziare la fondamentale capacità neuro-muscolare determinante a sua volta una elevata qualità della vita.

 

Essenziale quindi il risvolto biomeccanico del gesto, la sua sicurezza, la sua efficacia, le modalità di insegnamento, il continuo controllo in feedback per una correzione efficace ed attiva, la qualità degli stimoli rispetto alla loro quantità: massimo beneficio con minimo rischio, come ISSA insegna da più di 20 anni.

 

 

Non si può concludere questo scritto senza ringraziare la figura del Presidente Adriano Borelli che ha saputo creare, assieme ai suoi collaboratori, una vera scuola di pensiero nel grande mondo del fitness, innestando in esso la trasformazione della passione in professione, accompagnata dal doveroso aggiornamento continuo che rende il Personal Trainer ISSA una figura di eccellenza nell’ambito del fitness stesso.

 

Quindi terminiamo come i marines americani: “Hurràh, President Borelli!“.

 

 

 

a cura della Direzione Scientifica e Tecnica ISSA Europe

 

 

 

 

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