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FITNESS Un grande futuro per il suo importante ruolo nella prevenzione

Premessa

 

La piena legittimazione del Fitness ad assumere, unitamente alle strutture sanitarie e sociali, un ruolo di primo piano nella prevenzione per una più incisiva tutela della salute nel nostro Paese deriva non solo dalla nostra Costituzione ma anche da numerose altre disposizioni di legge. Ci sono, infatti, norme emanate da Organismi Internazionali, nonché leggi della UE, leggi emanate dal nostro Parlamento ed infine anche decreti ministeriali. L’ ultimo di essi, di qualche mese fa, è “L’atto di indirizzo per il piano del 2017“ emanato dal Ministro della Salute il 23 settembre 2016. Il suo contenuto sarà esaminato in prosieguo.

 

L’esposizione sistematica di tutta la suddetta normativa non può che avvenire se non dopo aver prima parlato dell’importanza che oggi in Italia ha assunto la prevenzione per una tutela della salute sia sotto l’aspetto fisico che psichico. Essa non è più una prerogativa esclusivamente sanitaria nel senso che la competenza ad attuare piani e misure sia di spettanza solo delle sue strutture nazionali e territoriali e dei soggetti ad essa facenti capo. E difatti negli ultimi anni questo importante ruolo viene svolto anche da altri enti pubblici nazionali e territoriali nonché da enti e soggetti privati al di fuori della sanità.

 

Tutti svolgono la loro opera per la promozione e poi anche attuazione di importanti iniziative per la formazione di una nuova cultura che privilegi uno stile di vita adeguato ed incentivi la pratica di attività sportive sin dalla prima infanzia accompagnata da una scelta di un regime alimentare corretto. Ormai è acquisito il principio che solo questo tipo di percorso porta al raggiungimento dell’ambito traguardo della realizzazione nel sociale di quella attività di prevenzione che contribuirà a migliorare la salute dei cittadini. Per far ciò vanno effettuati interventi strategici intersettoriali e trasversali.

 

Essi sono operativi sui quattro principali fattori di rischio: sedentarietà, tabagismo, alimentazione scorretta, abuso o uso di bevande alcoliche.
Tutti questi insieme rappresentano nel nostro Paese le principali cause di morbosità e mortalità.
Il che porta ad una valorizzazione del concetto di salute come bene collettivo che va difeso attraverso azioni integrate. E difatti secondo i principi della “Salute in tutte le politiche” (Health in all policies) le iniziative in tal senso prevedono un impegno di tutti quei soggetti che per un modo o un altro hanno la capacità di incidere sulla salute mediante l’individuazione non solo dei rischi ma anche delle opportunità per un mantenimento delle “performace” fisiche e per un miglioramento generale dello stato di salute.

 

Il concetto di quest’ultima, quindi, oggi va rivisto sotto questo nuovo aspetto che non è più statico ma dinamico considerate le rinnovate situazioni della nostra società civile. Ecco perché un risultato efficace e migliorativo della salute dell’individuo si raggiunge solo se nella prevenzione vengano coinvolti anche quei soggetti ed enti che in questi ultimi anni si sono imposti nella moderna società civile in quelle attività che incidono sul bene salute, riscuotendo nella pubblica opinione grande interesse e successo. Al riguardo, un ruolo di primo piano ha tuttora ed avrà in futuro il Fitness.

 

 

La salute e la prevenzione secondo l’OMS.

 

Sin dall’anno della sua nascita nel 1946 a New York l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), organismo sanitario internazionale aveva definito la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come l’assenza di malattie o infermità”. ln questo modo l’individuo viene considerato nelle sue tre dimensioni biologica, mentale e sociale. Il primo invito dell’OMS ai Governi dei singoli Stati è stato quello di adoperarsi responsabilmente, attraverso un programma di educazione alla salute, accompagnato da uno stile di vita consono allo sviluppo in grado di garantire un alto livello di benessere fisico e psichico.

 

Poi, in data più recente nel 1986, nella Conferenza lnternazionale per la promozione della salute svoltasi ad Ottawa fu redatta la cosidetta “Carta di Ottawa” in cui fu stabilito che “per raggiungere un buon livello di salute l’individuo ed il gruppo devono essere in grado di identificare e sviluppare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente ed adattarsi ad esso”. Il moderno concetto di salute, quindi, si é ancor più ampliato coinvolgendo gli aspetti più globali dell’individuo.

 

Nel senso che essa non dipende soltanto dall’assenza di agenti biologici che casualmente provocano uno stato patologico ma è il risultato di un armonico, naturale e completo sviluppo.
In buona sostanza, ragionevolmente interpretando i principi espressi dall’OMS, la salute, si difende in modo efficace soprattutto attraverso la prevenzione nei suoi tre precisi momenti: attività fisica, stile di vita ed alimentazione corretta.

 

 

La prevenzione secondo l’Unione Europea.

 

Anche secondo l’UE la prevenzione deve avvenire non solo attraverso l’intervento di soggetti che operano nella sanità ma anche di tutti gli altri che per il ruolo svolto possono incidere sulla salute.
L’art.168 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea afferma testualmente “…nella definizione ed attuazione di tutte le politiche ed attività dell’UE é garantito un livello elevato della salute umana”.

 

A) II libro verde UE a sua volta emanato nel 2005 dalla Commissione UE porta il titolo “Promuovere le diete sane e l’attività fisica: una dimensione europea nella prevenzione del sovrappeso, obesità e malattie croniche”. In esso sono esposte una gamma di idee ai fini di un dibattito pubblico sulla salute e sulla prevenzione. Secondo studi effettuati dall’American Heart Association nel 2012 nelle persone sane che praticano attività fisica regolare, il rischio di demenza vascolare diminuirebbe del 40% ed il deterioramento cognitivo del 60%.

 

B) Il libro bianco UE ha visto la luce nel 2008 ed è intitolato “Un impegno per la salute: approccio strategico dell’UE per il periodo 2008-2013”. In esso sono elencati i documenti che contengono proposte di azione comunitaria in un settore specifico. Esso ha una raccolta ufficiale di proposte in settori politici specifici per la loro realizzazione.

 

La prevenzione nella nostra Costituzione.

 

Secondo quanto è emerso in un convegno tenutosi a Milano il 27 settembre 2015 la Costituzione entrata in vigore il 1 gennaio 1948 con l’art 32 (La tutela della salute costituisce un fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività) aveva recepito i principi espressi qualche anno prima dell’OMS sia sul concetto di salute in senso dinamico sia sull’impegno sociale nella prevenzione.

 

E difatti l’aver il costituente definito la tutela della salute come “bene collettivo” sta ad indicare che l’attività di prevenzione debba essere effettuata non solo dagli organismi sanitari ma anche da altri soggetti pubblici e privati. E ciò in ragione dell’importanza che essa ha per l’intera società ed anche per la finanza pubblica che con la buona salute dei cittadini è alleggerita da un onere eccessivamente gravoso. Nella legge di Riforma Sanitaria (Legge N. 833 del 1978), poi, è espressamente sancito che la promozione della salute fisica e psichica si attua soprattutto attraverso “la prevenzione” come supporto del benessere generale dell’individuo.

 

Viene anche prevista la formazione di una “moderna coscienza” di cura della salute sulla base di adeguata educazione al riguardo dei cittadini e delle comunità, ed è importante sottolineare che sempre nella suddetta legge si dice a chiare lettere che per la tutela della salute l’opera dei medici resta pur sempre indispensabile, ma potrebbe essere vanificata se essa non verrà affiancata anche dall’opera di “altre figure professionali”.

 

 

Le altre figure professionali. Chi sono?

 

La legge del 1978 non indica quali esse siano ma si limita genericamente ad affermare che la prevenzione non è una prerogativa solo dei medici e del personale sanitario non medico. Va precisato che oggi esistono 22 professioni sanitarie non mediche per il conseguimento delle quali è stata introdotta la laurea breve.
Ma allora quali sono queste altre figure professionali che la legge N. 833/78 non indica? Quale il criterio per individuarle? Il riferimento non può che essere a soggetti pubblici e privati che operano nel sociale pubblico e privato oppure in strutture sportive e del Fitness.

 

Chiaramente l’opera di essi, essendo al di fuori della sanità, ha un raggio di azione limitato nel senso che può essere diretta solo a favore di soggetti “sani”. Bisogna tener conto, come si è innanzi già detto, che la salute nel suo complesso è un concetto relativo e dinamico e muta a seconda dell’epoca, del luogo e dalla civiltà in cui si esprime.

Di tal che oggi nel nuovo millennio nel concetto di prevenzione ai fini della tutela della salute viene compreso anche il mantenimento della piena efficienza fisica. Ed appunto, mantenendo questa efficienza che si attua la prevenzione e si raggiunge anche l’ulteriore importante risultato di scongiurare l’arrivo di malattie molto invasive quali quelle cardiovascolari ed oncologiche.

 

Perché soprattutto il Fitness

 

Il Fitness sta avendo in questi ultimi anni una grande diffusione. Lo praticano le persone di ogni età e ceto sociale e sta gradualmente assumendo un ruolo sempre più importante nella odierna società.

 

Sono 8 milioni gli italiani che oggi frequentano le sue strutture presenti in ogni città d’Italia. Quale la spiegazione di questo grande successo? E’ di certo collegato alla convinzione che il Fitness rappresenta uno dei modi ottimali, nonché anche piacevoli, per tutelare la salute e prevenire i malanni.

 

La poliedricità delle attività del Fitness, attività che vanno da quelle prettamente sportive (nuoto, ginnastica a corpo libero o attraverso l’utilizzo di appositi macchinari) a quelle per migliorare le “performance” fisiche ed alle indicazioni delle diete come educazione alimentare per mantenersi in piena efficienza fisica e psichica, fa si che esso finisce per incidere in modo positivo non solo sul corpo ma anche sulla salute psico -fisica. Il Fitness oggi non è regolato da alcuna disposizione di legge.

La figura professionale del Personal Trainer, e cioè del soggetto che insegna nelle strutture Fitness, non ha, quindi, un riconoscimento giuridico statale ma opera in ragione di un titolo di studio rilasciato solo da istituzioni private. Alcune di esse, come ISSA, conosciute a livello internazionale ed operative in tutto il mondo, godono di grande affidabilità. Il titolo, infatti, viene rilasciato dopo regolari corsi di studio che si concludono
con un esame finale.

 

Il Fitness non è attività sanitaria

 

La figura professionale del Personal Trainer non potrà mai trovare la sua regolamentazione giuridica in normative relative alle professioni sanitarie.
Il Fitness, infatti, non può considerarsi affatto un’attività sanitaria e sarebbe veramente riduttivo ricondurlo ad essa. E’ qualcosa di completamente diverso.

Il Fitness rappresenta una filosofia di vita ed una delle sue componenti è data da una moderata attività fisica controllata, ben lontana dagli eccessi e dalla competizione. E’ finalizzato ad un miglioramento della qualità della vita ed al benessere psichico-fisico della persona. Chiaramente è compresa in tutto ciò anche un’alimentazione equilibrata, per ridurre il sovrappeso e raggiungere detta finalità. Il maestro di Fitness, poi, ben può prescrivere diete purché il destinatario della prescrizione sia un soggetto “sano”.
Per gli ammalati la dieta deve essere prescritta solo dal medico.

 

L’atto di indirizzo del Ministro della Salute per l’anno 2017 emanato il 23 settembre 2016.

 

Come si è detto all’inizio, la promozione della prevenzione della salute non spetta solo al settore sanitario ma anche ad enti pubblici e privati che per il ruolo svolto possono incidere su più persone della società civile. Il che trova un importante riconoscimento nell’atto ministeriale suddetto. In esso c’é una chiara indicazione dei soggetti a tale importante compito preposti.
Difatti nel suo “incipit” é scritto: ”La prevenzione della salute e la tutela del benessere psico-fisico della persona richiedono strategie intersettoriali e trasversali nelle quali siano coinvolte le istituzioni centrali, le locali e la società civile”.

In tale ultima accezione devono senz’altro ritenersi comprese le strutture Fitness che hanno come obiettivo primario il benessere psico-fisico della persona. In questi anni il ruolo assunto dalla prevenzione é diventato di grandissima importanza.
Essa rappresenta l’unico strumento per abbattere il ”boom“ assunto dalla spesa sanitaria che si aggira sui 109 miliardi di euro.
Va comunque rimarcato che, secondo qualificati organi di stampa (inserto salute del quotidiano La Repubblica del 26 aprile 2016) l’Italia è l’ultima nell’ambito dei Paesi UE ad investire sulla prevenzione della salute.

 

 

Detto quanto sopra sarebbe opportuno che a livello istituzionale si valuti l’opportunità di incentivare i centri Fitness e quelli ove si effettua attività sportiva in genere volta a privilegiare e promuovere sempre di più l’attività di prevenzione onde tutelare in un modo sempre più incisivo la salute dei soggetti che frequentano le loro strutture.

Una salute migliore avrebbe anche l’effetto di contribuire alla diminuzione della spesa sanitaria.Nel rapporto di sostenibilità di quest’ultima presentato a Roma il 7 giugno 2016 nella Sala degli atti parlamentari, si dice testualmente: “… in un clima di incertezza ed insicurezza senza precedenti nella storia della Repubblica il dibattito sulla sostenibilità del SSN continua a mantenere irrimediabilmente un orizzonte a breve termine”.

 

Com’é noto, il calcolo per la sostenibilità della spesa per il funzionamento del sistema sanitario si effettua mediante la sommatoria degli importi derivanti dagli oneri economici collegati a diversi fattori che sono: il progressivo invecchiamento della popolazione (gli ultra centenari In Italia nel 2015 erano 19.000 mentre nel 2002 erano solo 5650), il costo cresciuto delle innovazioni in particolare quelle farmaceutiche, il costante aumento delle richieste di servizi e prestazioni da parte dei cittadini.

 

 

 

a cura di Alfonso Marra – Magistrato

 

 

 

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