Richard Horton, caporedattore della rivista The Lancet, assieme ai colleghi dell’università di Basilea, Svizzera, ricorda la pandemia in atto e le foreste in fi amme che ci dicono che il nostro pianeta è in pericolo. Qualcosa deve cambiare in modo che gli indubbi progressi della scienza e della medicina compiuti dai tempi di Lucrezio si traducano in una vita migliore per tutti gli esseri umani, indipendentemente da chi siano, dove sono nati e dove vivono e lavorano. Tuttavia, la lamentata crisi di fi ducia nella scienza e nella medicina non può essere superata da concetti retorici di salute planetaria a meno che i loro attori non abbraccino veramente il concetto e gli approcci planetari. Se vogliamo che la conoscenza sia affi dabile e tradotta in azione, deve trattarsi di uno sforzo congiunto con la partecipazione di conoscenze transdisciplinari.

Tuttavia, nella realtà odierna, la cui conoscenza conta davvero, chi guida la sintesi e la definizione delle priorità della conoscenza per il cambiamento? Tre recenti commissioni sanitarie di Lancet sono esempi di uno squilibrio impressionante: oltre il 70% dei componenti le Commissioni proveniva da istituzioni con sede in Nord America ed Europa, che ospitano meno del 20% della popolazione mondiale. In un mondo globalizzato coloro che ascoltano e sono direttamente coinvolti, rispetto a coloro che prendono decisioni, non riflettono adeguatamente la realtà sociale.

Bisogna colmare questo divario tra i paesi a basso e medio reddito e i paesi ad alto reddito sottolineando l’importanza dell’apprendimento reciproco e delle conoscenze condivise. Al momento, l’Africa (rappresentata solo dal 7% dei membri della Lancet Commission on Malaria Eradication) “consuma” più delle conoscenze prodotte nei paesi ad alto reddito che viceversa. Lo sviluppo della capacità di ricerca nei paesi a basso e medio reddito e la promozione di partenariati di ricerca transfrontalieri sono quindi passi importanti verso la generazione e l’applicazione di una maggiore conoscenza locale e globale Un’altra mossa importante sarebbe che riviste scientifi che molto rispettate come The Lancet promuovessero una rappresentanza più equa del nostro mondo globalizzato nelle sue Commissioni e nei suoi comitati editoriali, perché le sfide globali richiedono un partenariato e un processo decisionale inclusivo. Sicuramente, esperti di problemi planetari e soluzioni loro derivanti possono essere trovati specie nelle istituzioni accademiche nei paesi ad alto reddito.

 

 

Bibliografia:

 

Hetzel MW, Bonfoh B, Horton R. Towards more balanced representation in Lancet Commissions. Lancet. 2020 30 May-5 June; 395(10238): 1693–1694.)



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