Tra le molteplici cause che  possono condurre ad una alterazione dell’apparato locomotore e quindi di tutto il biosistema osteo-neuro-muscolare, trovano una loro ben precisa identità le disfunzioni dell’apparato stomatognatico. L’apparato stomatognatico o apparato masticatorio, non è formato solo da lingua, gengive e denti, ma vi è una struttura ossea, articolare e neuro-muscolare che costituisce uno dei sistemi biologicamente più evoluti dell`intero organismo.

 

La forma del cranio e della colonna vertebrale e determinata da tre fattori fondamentali, genetici, gravitazionali e muscolari. I difetti nelle relazioni posturali cranio-cervicali e cranio-mandibolari, correlati con la statica corporea generale riconoscono molteplici cause e soprattutto comportano complesse conseguenze patologiche neuromuscolari ed osteo-articolari sia nell’individuo in accrescimento che nell’adulto.

 

Quando i movimenti cervico-cranio-facciali e vertebrali in generale non seguono il loro decorso fisiologico a seguito di un’alterata postura statico-dinamica, i muscoli, e i tendini esercitano trazioni anomale tramite i loro punti di inserzione. E’ pertanto comprensibile come un alterato rapporto tra le arcate dentarie e le basi ossee di supporto (malocclusione) possa influenzare il comportamento della muscolatura e viceversa.

Per esempio, una malocclusione può causare un aumento del tono muscolare di un muscolo masticatorio, mentre uno spasmo di un muscolo masticatorio, può causare una malocclusione secondaria ad una causa ascendente come un’alterata postura della colonna (es. la scoliosi ).

 

Ne deriva che la compromissione delle relazioni posturali tra i mascellari può essere un fattore iniziale di stress (Per ogni attività motoria e che i movimenti funzionali dell’apparato masticatorio sono coordinati con la statica e la dinamica delle altre parti corporee. Per distinguere gli squilibri posturali corporei discendenti (generati da alterazioni dei rapporti occlusali ) dagli squilibri ascendenti (generati da alterazioni a partenza più podalica) è necessaria un’osservazione globale per stabilire se l’intervento terapeutico primario va intrapreso a livello mascellare, o se invece si devono intraprendere terapie fisiche ortopediche miranti alla rieducazione posturale e motoria.

 

NUOVI APPROCCI DIAGNOSTICI

La rapida individuazione di tali problematiche posturali in fase diagnostica iniziale può essere effettuata in pochi minuti con semplici test muscolari. Dunque una mole notevole di dati che per essere analizzati richiederebbero ore di lavoro con strumenti complessi e sofisticati, possono essere ricavati con la kinesiologia applicata, con tecniche osteopatiche e Posturali. La Kinesiologia applicata è una metodologia diagnostica che utilizza test muscolari per determinare la tolleranza dell’organismo nei confronti di ogni evento occlusale e posturale.

 

articolazione-temporo-mandibolare

Esistono diversi tipi di test; uno di questi consiste nello scegliere un muscolo, chiamato “indicatore forte” (es. il tensore della fascia lata o il deltoide ecc.) che opponga una valida resistenza in condizioni normali allo stiramento che noi provochiamo e quindi ne testiamo la resistenza nelle varie condizioni.

 

Finché facciamo compiere al paziente movimenti o funzioni nell’ambito della sua tolleranza biologica, il muscolo indicatore rimane forte, ma se si supera la capacità di adattamento dell’organismo, il muscolo indicatore si indebolisce istantaneamente. In un soggetto normale in equilibrio occlusale e posturale si può notare, testando un muscolo, che non vi è cambiamento di forza se le arcate dentarie sono a contatto oppure no. Viceversa se non vi è equilibrio occlusale e posturale, quindi se il combaciamento dei denti produce impulsi di squilibrio che superano le capacità di adattamento dell’organismo, risulta impossibile per il soggetto controllare il tono muscolare e pertanto la forza del muscolo indicatore in esame subirà un’apprezzabile riduzione quando i denti sono a contatto.

 

Possiamo verificare, in un soggetto in equilibrio, come la forza del muscolo cambi inserendo uno spessore (es. un rullo di cotone) tra le arcate dentarie, pertanto si deduce come cause che alterino i rapporti dentari (restauri troppo alti, malocclusioni, estrazioni ecc.) possano essere la base di uno squilibrio posturale. Le tecniche osteopatiche , eseguite mediante test funzionali, identificano nel corpo tratti disfunzionali e, attraverso manovre di mobilizzazione dei vari segmenti ossei, ripristinano la fisiologica mobilità e quindi infuenzano direttamente la postura.

 

Vi sono poi test specifici posturali che, oltre a correlare i parametri relativi al baricentro corporeo e, più in generale, al rapporto reciproco tra le varie parti corporee in determinate situazioni (testa anteposta, spalle o dorso curvi), valutano il grado di squilibrio posturale e ne identificano l’origine. Ne deriva come il nostro corpo debba essere considerato un insieme funzionale da cui non deve essere avulso l’aspetto psichico che influenza notevolmente la postura.

 

Il controllo posturale e finemente valutato attraverso l’utilizzo di specifiche pedane posturali, le quali sono una sorta di complessa bilancia che registra le oscillazioni minime del corpo in rapporto all’appoggio dei piedi. I risultati di tale esame, eseguito in varie condizioni (bocca aperta o chiusa, occhi aperti o chiusi), vengono elaborati con l’ausilio del computer per poter discriminare il livello e l’entità dello squilibrio e quindi attuare le opportune correzioni terapeutiche.

 

In posizione di chiusura abituale dei denti, i messaggi dei recettori nel momento del contatto occlusale inducono posizioni di riposo di convenienza cui partecipa tutta la postura corporea dell’individuo. Questa posizione di riposo è registrata (engramma posturale) e acquisita dai recettori articolari dell’articolazione temporo-mandibolare e da quelli del tratto cervicale della colonna vertebrale. Questa situazione può essere modificata da un cambiamento posturale generale (traumi o terapie che alterano il sistema recettoriale o posturale) o per un cambiamento della posizione mandibolare.

 

Affinché queste relazioni siano messe in memoria dal sistema neuro-muscolare e necessario che i segnali siano ripetitivi come nel caso dei contatti dentari durante la deglutizione, atto che avviene 1200-1500 volte al giorno. Se il contatto è interrotto, il riflesso viene soppresso. E’ pertanto facilmente comprensibile come minimi squilibri in varie zone del corpo comportino adattamenti di altre parti anche distanti, e quindi sia fondamentale l’approccio diagnostico globale al problema posturale anche per la definizione delle priorità terapeutiche.

 

Poiché non si ritrova in nessun altra parte del corpo umano un’articolazione cosi complessa come quella esistente tra i 32 elementi dentali, le basi ossee, i muscoli masticatori e le articolazioni temporo-mandibolari, il rapporto della mandibola col cranio a denti serrati (che avviene ogni minuto durante la deglutizione) costituisce la più complessa e più precisa correlazione spaziale tra due parti dell’organismo.

 

Dobbiamo prender atto inoltre che gli impulsi a partenza dentale vengono a costituire una massa di informazioni che proietta treni d’impulsi su aree corticali e subcorticali particolarmente estese del cervello con relazioni motorie, vegetative e psichiche.

 

*Dott. Massimo scambiato , specialista in odontoiatria e stomatologia; Antonio Remonato, Osteopata



Tags: , , ,