Dati resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità indicano che oltre 10 milioni di italiani adulti soffrono di dolore cronico. Sono soprattutto le donne a lamentare fastidi che spesso possono essere associati a posture scorrette. Problemi posturali possono ripercuotersi, infatti, su dolori lombari, inerenti all’area cervicale, così come mal di testa, vertigini cervicogeniche, male a spalla, zona dorsale, sciatica…
Definizione di postura e le origini dei problemi posturali
La definizione di postura non si esprime come univoco rapporto tra le parti del corpo di un individuo e l’ambiente che lo circonda. Tutto ciò è, infatti, in stretta interconnessione dinamica e quindi non riconducibile a valori assoluti.
I presupposti di questa dinamicità sono imputabili alle variabili individuali dei grandi componenti di quella entità finale che chiamiamo essere umano. L’uomo è il risultato della comunione tra mente e corpo e, per fortuna, non esiste un uomo uguale a un altro.
Diversità vs disarmonia
Proprio questa diversità che ci contraddistingue può, in alcuni casi, costare dei sacrifici o essere causa di eventi negativi per la salute dell’individuo. E quindi solo attraverso una visione e un approccio olistico si potrà ricomporre la dicotomia o separazione tra la psiche ed il corpo. Basta considerare lo stretto rapporto, sia a breve termine, tra le emozioni e le risposte fisiologiche, sia a lungo termine, ossia tra il carattere ed il metabolismo per capire come tutto ciò sia indissolubilmente legato nella irripetibile unicità di ognuno di noi.
La disarmonia corporea e del volto, in particolare, può condizionare la vita di relazione e compromettere lo sviluppo psico-fisico di un soggetto in crescita.
L’interesse che si mostra per la diagnosi precoce e quindi per la terapia di queste forme giovanili, risiede nel fatto che, anche in casi molto severi, esse sono potenzialmente reversibili grazie al potenziale riparativo e alla plasticità dei tessuti tipica delle fasi di crescita. Tuttavia anche nell’adulto è possibile diagnosticare tali disarmonie e attuare manovre terapeutiche per risolvere tali situazioni.
Influenze psichiche inerenti ai bambini…
Per comprendere l’importanza della cavità orale nella psicodinamica del bambino citiamo le teorie freudiane classiche. Secondo quest’ultime, la bocca è la prima parte del corpo che assicura piacere e che permette di stabilire un rapporto con il mondo che lo circonda. È infatti evidente l’attitudine di ogni bimbo a portare alla bocca qualunque oggetto si ponga alla sua attenzione.
Schematicamente nella psicodinamica affettiva si distinguono alcune fasi di maturazione di cui la fase orale copre i primi 12-18 mesi di vita. Pertanto ogni atto con cui il bimbo porta oggetti alla bocca o alcuni atteggiamenti con cui il piccolo si gratifica (per esempio il succhiamento del dito o del succhiotto) fanno parte dell’evoluzione cognitiva orale.
L’attività orale è dunque contemporaneamente una fonte di soddisfazione e una necessità biologica di nutrizione. È anche una modalità di contatto con l’ambiente esterno che comporta una serie di prensioni e di rilasciamenti delle labbra, di piccoli morsi e di ingurgiti. Per rifarsi all’esempio già citato del succhiamento del dito, in genere il bimbo effettua questo rito nei momenti d’ansia, o quando teme il sopraggiungere di qualcosa di cui ha paura e quindi, di fronte ad avvenimenti che mobilitano la sua angoscia, come la nascita di un fratellino o di una sorellina, può mettere in atto gesti con valore simbolico di tipo gratificante e tranquillizzante.
… agli adulti
Anche nell’adulto le varie componenti del volto sono investite di elevati significati psicologici. Soprattutto in fase onirica, cioè nel sogno, sussistono trasposizioni di varie parti del corpo.
Un esempio tipico di trasposizioni di questo genere e la sostituzione dei genitali con il viso nel simbolismo del pensiero inconscio. Jung, in particolare, affermava che i sogni con stimolo dentario fatti da donne hanno il significato di sogni di nascita. Questa schematica premessa vuole evidenziare l’importanza somatica nello sviluppo psicologico del soggetto e viceversa sia in fase dinamica di crescita che al termine di questa.
Posizione del soggetto nello spazio e problemi posturali
L’equilibrio del corpo umano è possibile se il suo centro di gravità cade all’interno della base d’appoggio (piedi). Nella stazione eretta questo equilibrio è ottenuto con una disposizione delle varie parti attorno a una verticale che approssimativamente passa dal lobo dell’orecchio alla parte anteriore del malleolo esterno (piede).
Per evidenziare problemi posturali vi sono varie strategie. Lo studio della postura e dei parametri fisici che la riguardano, è possibile clinicamente con l’ausilio di apparecchiature computerizzate chiamate pedane posturali. Queste pedane forniscono utili dati sia per la diagnosi che per la terapia di una vastissima gamma di “disordini posturali”.
Le particolarità biotipiche possono essere inoltre utili per caratterizzare un individuo rispetto ad altri. Le Huche molto efficacemente distingue 3 categorie di soggetti identificabili in comportamenti psicologici correlati a posture verticali distinte.
- Soggetti con habitus astenico, con atteggiamento verticale curvo e “molle”, che presentano addome prominente, torace incavato, spalle e collo in avanti. Tali soggetti presentano spesso una respirazione orale (a bocca aperta), un ipotono della muscolatura facciale correlato con particolari alterazioni delle ossa mascellari (sindrome di II classe, caratterizzata da prominenza del mascellare superiore e retrusione della mandibola). Anche l’atteggiamento psicologico di queste persone è dimesso nei confronti del mondo esterno. All’esame posturometrico il baricentro di questi soggetti cade molto spesso all`indietro della posizione ideale. È situazione peraltro riscontrabile anche in altre patologie quali gli stati post-commotivi cerebrali o negli esiti di colpo di frusta cervicale eccetera.
- Soggetti con stazione eretta rigida e contratta, con limitazione di ampiezza dei movimenti del corpo, con testa e collo particolarmente contratti e con rigidità a livello delle spalle e del torace. Questi soggetti spesso si comportano con atteggiamenti aggressivi da cui possono scaturire tratti ossessivi od isterici. I dati rilevabili con la pedana trovano in questo gruppo il baricentro sbilanciato in avanti esattamente come nelle varie reazioni da stress cronicizzato (di stress).
- Soggetti con attitudine verticale corretta in cui i vari segmenti corporei scheletrici sono in armonia tra loro e con la componente muscolare e psicologica. È quindi insieme al concetto di equilibrio e armonia delle masse corporee tra loro e con la psiche, che va visto il concetto di postura. La postura e quindi il risultato di un adattamento fisiologico e psichico alle varie funzioni come la respirazione, la masticazione, la visione, il rapporto col suolo e gli organi dell’equilibrio raccolti nell’orecchio interno e così via.
Equilibrio e postura
La distribuzione corporea è mirata al raggiungimento di uno stato di equilibrio che non necessariamente coincide con una buona postura. Guardando le figure qui sopra, la linea di gravità cade al centro dell’area di appoggio dei piedi.
Nel primo caso a destra però le parti corporee stanno in equilibrio senza particolari tensioni reciproche. Altrimenti, le parti cadrebbero se non fossero mantenute in sede da un enorme lavoro di tiranti quali legamenti, fasce e muscoli.
L’equilibrio locomotorio dinamico si realizza mediante una successione in serie di posizioni intrinsecamente instabili che richiedono una vigilanza sensoria e neuromuscolare. Questo diviene un processo sempre più elaborato che non consente errori, pena rovinose cadute.
Le connessioni effettuate dal sistema nervoso tra i vari sistemi sensoriali sono assicurate sia dalle aree deputate alla visione, che da quelle deputate all’equilibrio. Tali aree ricevono anche impulsi da recettori somatici ubicati nei muscoli del collo e della colonna vertebrale, specie nel tratto cervicale e negli arti inferiori con maggior valenza podale.
Lo sbilanciamento della postura mandibolare
La correlazione tra la colonna vertebrale e le arcate dentarie non a caso è molto importante nella determinazione della postura dell’individuo. Per citare solo alcuni di questi rapporti ricordiamo che il rachide è costituito da 32 vertebre come pure 32 è il totale dei denti, che la colonna rappresenta la struttura verticale di sostegno, che l’insieme dell’apparato masticatorio rappresenta il sistema di equilibrio e di compenso orizzontale e che l`alterazione di uno solo dei due componenti genera sempre problemi posturali con danni funzionali e morfologici come dimostrano i più recenti studi a riguardo.
Poiché il sistema cranio-cervicale funzionalmente viene considerato unitariamente, si rende ragione del fatto che uno sbilanciamento della postura mandibolare rispetto al cranio possa riverberarsi su altri organi sensoriali con relativi sintomi e, quindi, sulla postura di tutto l’organismo. In dentature corrette le facce trituranti delle due arcate dentarie occupano posizioni ben precise. L’intercuspidazione dentaria è ingranata in modo che a ogni cuspide di un’arcata corrisponda sempre un avvallamento nell’arcata antagonista.
E pertanto sufficiente una modesta alterazione dell’articolato dentario per compromettere l’equilibrio della postura corporea generale e scatenare dolori in soggetti predisposti. Tale malattia (sindrome algico-disfunzionale) purtroppo oggi è sempre più diffusa, riconosce quindi la sua origine predisponente oltre che in fattori organici, anche in un substrato psicosomatico individuale.