Riforma dello sport, ultime notizie da Milano

ultime notizie da Milano in merito alla Riforma dello Sport

È di recente accaduto a Milano. Questi i fatti che riguardano le ultime notizie inerenti alla Riforma dello Sport. La Giunta comunale del capoluogo lombardo ha approvato una delibera che, in concreto, finisce per dare attuazione a quanto previsto della riforma costituzionale e dalla nuova legge sullo sport. La giunta ha emanato disposizioni affinché sia ‘di tutti e per tutti’. A tal fine ha ridotto le tariffe per giovani e famiglie alle piscine e palestre e ha introdotto il diritto di accesso gratuito in entrambe per quella fascia della popolazione in difficoltà economiche.

 

La decisione di Milano e i suoi effetti

Queste ultime notizie inerenti alla Riforma dello Sport e al diritto costituzionale allo sport sono state, però, fraintese da qualche titolare di palestra privata. Qualcuno ha infatti pensato che ciò riguardasse tutte le strutture sportive della città sia pubbliche che private, ivi compresa la propria. Il che è del tutto errato. La delibera non è una legge, ma un atto amministrativo. Come tale ha come destinatari solo i soggetti ai quali è diretta e nella specie le strutture sportive ‘comunali’ della metropoli.

Solo esse sono tenute ad applicare gli sconti e dare accesso gratuito agli aventi diritto. Nel nostro caso, i centri sportivi pubblici ai quali si applica, sono quelli gestiti direttamente dal Comune o dalla società ‘Milano Sport’ che è privata, trattandosi di una società per azioni (spa).

Questa delibera fa da apripista sia alle leggi di attuazione del nuovo dettato costituzionale di cui all’art 33, comma 7, secondo cui lo sport è di tutti e per tutti (La Repubblica riconosce il valore educativo sociale di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme) sia a quelle della nuova legge di Riforma dello sport (legge N 86 del 2019). Questa ultima ha regolamentato il funzionamento dei centri sportivi, introducendo in essi, con compiti gestionali della struttura sportiva, personale non laureato in possesso di ‘una competenza specifica‘ nella singola attività. Essi possono essere preposti sia alla preparazione degli allievi agli esercizi scelti sia, onde evitare incidenti, alla loro vigilanza durante l’esecuzione degli stessi (art.42. D. Legs n.36 del 28/02/2021).

 

Da chi attendersi ulteriori notizie sulla Riforma dello Sport?

Gli enti delegati alle emanazione delle norme di attuazione anche delle leggi sullo sport sono 2. Da un lato, lo Stato con una legge ordinaria e, dall’altro, le Regioni con una legge regionale, che trova applicazione solo nel territorio di pertinenza. Come viene suddivisa la competenza fra lo Stato e le Regioni? Lo stabilisce l’art 117 della Costituzione, come novellato dalla legge N 3 del 2021, poi modificata dalla legge costituzionale N 1 del 2012.

Queste nuove leggi hanno conferito maggiore autonomia alle Regioni. Chiaramente le leggi regionali devono rispettare i principi fissati da quelle ordinarie dello Stato. Il citato art 117 Cost. stabilisce in quali casi sussiste la competenza esclusiva dello Stato e in quali altri c’è quella ‘concorrente delle Regioni’. Allo Stato spetta la competenza esclusiva ad emanare, per esempio, disposizioni sulla politica estera, difesa e Forze Armate, sull’ordine pubblico, sulla salute, alimentazione, istruzione, gestione degli aeroporti, sulla istruzione sulla tutela della sicurezza nel lavoro. Lo Stato inoltre, deve intervenire con finanziamenti nella costruzione e la gestione di nuovi impianti. Le Regioni hanno la potestà legislativa in tutte le materie non espressamente riservate alla competenza dello Stato.

 

La legislazione in materia sportiva

Esiste la competenza concorrente in materia di ordinamento sportivo fra Stato e Regione. Ciò è stabilito nell’art 117 in cui è detto che ad esse spetta emanare ‘l’ordinamento sportivo’ per il territorio. Di tal che in tale settore lo Stato dovrà individuare i principi e gli aspetti essenziali della disciplina sportiva nella sua interezza.

Spetterà, poi, alle Regioni il compito di dare attuazione a quanto disposto dalla norma statale, godendo comunque di un margine di autonomia. Nella specie le Regioni dovrebbero concorrere con lo Stato a implementare i centri sportivi sul territorio, tenendo conto anche dei centri agricoli e disagiati. Dovranno provvedere, al pari dello Stato, a sostenere le strutture private attraverso finanziamenti e contributi.

Al riguardo va ricordata la legge della Regione Lazio del 2 giugno 2022 N15 dal titolo ‘testo unico in materia dello sport’. Essa contiene una dichiarazione programmatica in materia impiantistica nonché la promozione di un piano regionale triennale per realizzare gli interventi funzionali agli obblighi assunti in materia UE. Altra legge regionale importante è quella della Regione Lombardia dell’8 ottobre 2022 N26 avente ad oggetto ‘norme per lo sviluppo dello sport e delle professioni sportive in Lombardia’.

 

Oggi finalmente è stata riconosciuta allo sport tutta quella importanza che merita, tenendo conto che nel nostro Paese sono ben 18 milioni le persone che frequentano palestre e centri fitness. Non resta sollecitare i nostri politici a dare attuazione a quanto previsto dall’art 33 comma 7 e dalla riforma dello sport (legge n 86 del 2019). Norme di cui si è prima parlato. Va fatto ogni sforzo per evitare che i tempi si allunghino. E ciò con un danno non solo alla salute pubblica, ma anche alla spesa sanitaria. Lo sport, infatti, protegge dalle malattie e diminuisce la morbilità. Ed infine bisogna sempre tener presente che la spesa che lo Stato e gli enti pubblici sostengono per incrementare l’attività sportiva costituisce un investimento con tanti benefici conseguenti.

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