Sarcopenia sintomi: le indicazioni tratte dall’angolo di fase

sarcopenia tra i sintomi vi è un abbassamento dell'indicatore dell'angolo di fase

La sarcopenia, ovvero la perdita progressiva di massa e funzione muscolare legata all’età o alla sedentarietà, è un fenomeno ampiamente studiato per le sue conseguenze fisiche. Oggi emergono nuove evidenze che collegano i sintomi della sarcopenia anche al declino cognitivo, aprendo scenari diagnostici innovativi. Uno studio pubblicato sul Journal of Cachexia, Sarcopenia and Muscle ha individuato un nuovo potenziale indicatore: l’angolo di fase (PhA).

Cos’è la sarcopenia e perché riconoscerne i sintomi è importante

La sarcopenia è una condizione clinica progressiva caratterizzata dalla perdita di massa e forza muscolare, con un impatto diretto sulla funzionalità fisica e sull’autonomia. Sebbene sia comunemente legata all’invecchiamento, può manifestarsi anche in soggetti più giovani in presenza di sedentarietà prolungata, malattie croniche o malnutrizione. Questa sindrome è oggi riconosciuta ufficialmente come malattia (codice ICD-10: M62.84) e viene diagnosticata attraverso parametri come la riduzione della forza, la qualità della massa muscolare e la capacità motoria.

La sarcopenia è associata a un aumento del rischio di cadute, fragilità, disabilità e, secondo le ultime evidenze, anche demenza. Riconoscere precocemente i sintomi della sarcopenia diventa quindi fondamentale, soprattutto per prevenire una spirale discendente che coinvolge corpo e mente.

I sintomi principali possono includere:

  • riduzione della forza muscolare (per esempi, nella forza di presa della mano),

  • perdita di massa muscolare visibile (soprattutto negli arti superiori),

  • ridotta performance fisica (per esempio, difficoltà nel salire le scale o alzarsi da una sedia),

  • stanchezza ricorrente,

  • rallentamento dei movimenti quotidiani.

Lo studio realizzato in Giappone, su un campione di popolazione con una età media di 59 anni, propone però un nuovo punto di osservazione: l’analisi dell’angolo di fase come possibile primo campanello d’allarme anche sul fronte cognitivo.

Cosa rivela lo studio: focus su angolo di fase e funzione cognitiva

La ricerca ha coinvolto 263 adulti, uomini e donne, sottoposti a misurazioni di diversi indici legati alla sarcopenia, tra cui: massa muscolare scheletrica appendicolare (ASM); forza di presa della mano (HGS); HGS in relazione alla massa degli arti superiori; angolo di fase (PhA), calcolato tramite bioimpedenza (BIA).

Tutti i partecipanti sono stati anche valutati sul piano cognitivo con il test MoCA-J (Montreal Cognitive Assessment – versione giapponese).

Il dato più interessante? Differenza di genere

Tra tutti gli indici analizzati, solo l’angolo di fase (PhA) ha mostrato un’associazione statisticamente significativa con il rischio di deterioramento cognitivo lieve, esclusivamente nel campione femminile.

Un PhA più elevato è risultato protettivo: riduce di oltre il 70% la probabilità di deterioramento cognitivo. Tale indice era anche positivamente associato ai punteggi cognitivi totali e, in particolare, alla memoria, primo dominio colpito nei casi di demenza.

Più nel particolare, il PhA era significativamente e positivamente correlato anche con il linguaggio, la funzione esecutiva e l’attenzione nelle donne.

Negli uomini, il PhA è correlato anch’esso alla memoria, ma con effetto più contenuto.

I ricercatori hanno rilevato che mentre massa e forza muscolare, così come la qualità, erano inferiori nelle donne rispetto agli uomini, solo la qualità muscolare era associata negativamente al deterioramento cognitivo nelle donne. Pertanto, la qualità muscolare diventerebbe più importante nella prevenzione del deterioramento cognitivo nelle donne rispetto agli uomini.

Al contrario, è possibile che massa, forza e qualità muscolare si compensino a vicenda per prevenire il deterioramento cognitivo negli uomini, poiché non vi era alcuna relazione significativa tra specifiche proprietà/funzioni muscolari e funzione cognitiva negli uomini.

Perché l’angolo di fase può aiutare a riconoscere i sintomi della sarcopenia

L’angolo di fase misura la qualità muscolare e la salute delle membrane cellulari: un valore basso indica deterioramento strutturale, infiammazione o disfunzione muscolare. In altre parole, è un campanello d’allarme precoce, anche quando la massa muscolare appare nella norma.

In un precedente rapporto, si era dimostrato che PhA è un indicatore della qualità muscolare nei giovani e negli anziani. Altri studi hanno evidenziato che PhA diminuiva in proporzione al declino cognitivo nei pazienti che già avevano problematiche. È stato, dunque, suggerito che la perdita di fluidi intracellulari influisce negativamente sull’integrità cellulare e riduce PhA, portando a un ambiente sfavorevole per la sintesi proteica muscolare. Di conseguenza, si è pensato che sia possibile che l’angolo di fase sia correlato alla capacità di produrre miochine implicate nella funzione cognitiva.

Secondo i ricercatori che si sono occupati di quest’ultimo lavoro, un PhA basso può rappresentare uno dei primi segnali di sarcopenia, e ancor prima che si manifestino i classici sintomi visibili (come perdita di forza o volume), può già essere in atto un declino funzionale e cognitivo.

Implicazioni pratiche

L’analisi dell’angolo di fase tramite bioimpedenza è semplice, non invasiva e facilmente integrabile nei controlli di routine.

Riconoscere in tempo i sintomi iniziali della sarcopenia significa poter intervenire prima: con esercizio mirato, alimentazione adeguata, stimolazione cognitiva e idratazione.

L’intervento precoce è particolarmente rilevante per le donne, che sembrano mostrare una relazione più forte tra qualità muscolare e capacità cognitive.

Lo studio conferma che il legame tra muscoli e mente è più stretto di quanto si pensasse. Se fino a oggi la sarcopenia era osservata come un fenomeno puramente fisico, oggi possiamo dire che alcuni dei suoi sintomi sono silenziosi, ma visibili se si sa dove guardare.

L’angolo di fase si propone come uno strumento clinico prezioso per intercettare precocemente il deterioramento muscolare e, potenzialmente, anche quello cognitivo.

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