La malattia venosa degli arti inferiori è spesso considerata, soprattutto dal sesso femminile, un “disturbo estetico”. E` questo sicuramente un fattore da non trascurare al quale va però associata la visione di varici degli arti inferiori come vera e propria patologia.
Oggi il medico deve trasfondere ai propri pazienti il messaggio di prevenzione di malattia per evitare che questa si manifesti. Ricerchiamo, innanzitutto, l’origine delle varici esaminando, sia pure per sommi capi, l’anatomo-fisiologia dell’apparato circolatorio venoso. Il sangue, partito dal cuore, raggiunge, attraverso le arterie, tutte le cellule dell’organismo.
Compito del sangue arterioso e di fornire ossigeno e nutrimento necessari al metabolismo cellulare. La cessione avviene a livello dei capillari che rappresentano una vasta superficie di scambio tra sangue e tessuti; contemporaneamente alla cessione avviene l’acquisizione da parte del sangue di materiale di scarto e anidride carbonica. Dalla rete capillare si forma il sistema venoso.
Il sistema venoso dell’arto inferiore è formato da una rete di vene profonde, posta all’interno dei muscoli, e da una rete di vene superficiali, posta tra muscoli e cute, comunicanti tra loro per mezzo di numerose vene dette “vene comunicanti” o “vene perforanti”. La rete superficiale è costituita principalmente dalla vena piccola safena (interna) e dalla vena grande safena (esterna); entrambe traggono origine dalle vene del piede ma la prima termina a livello della regione poplitea (dietro al ginocchio) dove sfocia nel sistema venoso profondo. La seconda, percorre non solo la gamba ma anche la coscia e termina poco al di sotto del legamento inguinale. Il sistema arterioso origina dunque dal cuore; il sangue in esso contenuto non e ostacolato nel suo cammino in quanto non si oppone alla forza di gravità.
Ciò non avviene invece per quanto riguarda il sistema venoso degli arti inferiori che dalle più fini diramazioni del piede deve arrivare fino al cuore. Intervengono quindi nel determinare il ritorno del sangue venoso dell’arto inferiore una serie di fattori:
- vis a tergo: il cuore esercita funzione di pompa;
- vis a fronte: il cuore esercita inoltre capacità aspirante sul sangue venoso;
- tono venoso;
- attività muscolare degli arti: i muscoli del polpaccio, che possiamo contrarre anche solo con dei lievi movimenti del piede, esercitano una funzione di spinta del sangue venoso verso l`alto;
- valvole poste lungo i vasi venosi: questi dispositivi assicurano il mantenimento della direzione centripeta della corrente ematica: non a caso hanno forma a “nido di rondine”: si aprono, lasciano passare il sangue diretto verso il cuore, e immediatamente si chiudono, impedendogli il ritorno verso il basso;
- a livello della pianta del piede vi sono numerosissime piccole vene che, ad ogni passo vengono spremute dalla pressione del peso del corpo ed il sangue viene spinto verso l’alto;
- le vene accompagnano per lunghi tratti il percorso delle arterie che con il loro ritmico pulsare favoriscono a loro volta il ritorno venoso.
Il meccanismo è complesso e ben funzionante, ma può succedere che il suo equilibrio si rompa. Per poter spiegare il motivo di ciò dobbiamo distinguere “fattori predisponenti’ e “fattori di rischio o favorenti”.
I fattori predisponenti costituzionali
Sono caratterizzati, secondo alcuni ricercatori, da debolezza costituzionale del tessuto connettivo del tessuto elastico che partecipa alla costituzione della parete venosa; secondo altri il fattore predisponente costituzionale consiste in una congenita debolezza o insufficienza dell’apparato valvolare venoso.
L’indebolimento della parete venosa determina una dilatazione del lume venoso. Le valvole “ a nido di rondine” delle vene sottocutanee e soprattutto delle vene comunicanti diventano insufficienti e perdono la loro funzione (che impediva alla colonna di sangue posta nel segmento venoso di refluire verso il basso) provocando la formazione delle varici superficiali.
Possiamo quindi parlare di “terreno varicoso” che non necessariamente determina la formazione delle varici superficiali, ma determina la predisposizione ad ammalarsi di varici.
I fattori favorenti
A questo punto il paziente deve conoscere quali fattori sono capaci di innestarsi su questo “terreno varicoso” che portano alla malattia varicosa:
– familiarità: si riconosce nel 72% dei casi la presenza di una malattia varicosa in soggetti della stessa famiglia. Questo può essere dovuto non solo a trasmissione genetica, ma anche a medesime abitudini di vita.
– sesso: la malattia colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini: il rapporto è di 2/3 a 1;
– età: e possibile osservare un aumento della malattia con l`aumentare dell’età;
– attività lavorativa: la malattia e più frequente nei soggetti che esercitano una attività lavorativa in piedi: il 64% a fronte del 6% e del 30% di coloro che svolgono rispettivamente un lavoro in movimento o seduti.
– scorretto appoggio plantare: lo scorretto appoggio plantare con alterazione della spremitura venosa plantare e ritenuto responsabile delle varici osservabili in soggetti di giovane età.
– non corretta attività fisica: gli esercizi che determinano un brusco aumento della pressione suddominale possono determinare la comparsa di varici.
– altri fattori di rischio sono rappresentati dall`obesità e dalla gravidanza.
*Dott. Paola Signorelli, medico chirurgo
LE VARICI, REGOLE DI VITA E TERAPIE
In Italia circa otto milioni di persone sono affette da questa patologia in modo più o meno grave. La donna è più colpita dell’uomo in rapporto di 3 a 1, in conseguenza dei cicli mestruali, delle gravidanze, della stitichezza e dell’assunzione di contraccettivi orali.
Le cause che determinano la comparsa delle varici sono peraltro molteplici e possono avere origini diverse da quelle appena elencate. Il motore del nostro sistema circolatorio è la pompa cuore da cui il sangue, dopo essersi arricchito di ossigeno nei polmoni, viene spinto, attraverso le arterie e i capillari, fino alle più remote cellule per nutrire l’intero organismo.
Il sangue oltre a questa fondamentale funzione di nutrimento compie anche l’azione di ripulire le cellule dall’anidride carbonica e dalle scorie del metabolismo per poi essere purificato attraverso i polmoni e i reni. Il cuore tuttavia viene aiutato a far ritornare il sangue dai piedi ai polmoni anche dalle contrazioni dei muscoli della gamba per mezzo di un’azione di spremitura che migliora quando camminiamo o facciamo sport. Inoltre, all’interno delle vene si trovano delle valvole dette a nido di rondine che impediscono al sangue di refluire verso il basso per effetto della forza di gravità.
Nonostante queste strutture, per l’eccessiva sedentarietà, l’alimentazione abbondante, il fumo, l`alcool, le pareti delle vene possono dilatarsi e successivamente sfiancarsi. Un’altra causa predisponente è l’esposizione al sole e ai solarium in quanto il calore eccessivo favorisce la comparsa e l’aggravamento della patologia venosa.
Il sangue ristagnando determina una dilatazione delle pareti venose con una conseguente perdita di tenuta delle valvole. Questo rallentamento del ritorno venoso determina una flebostasi, vale a dire una minore circolazione del sangue venoso che perdurando nel tempo determina la comparsa delle varici. All’inizio si apprezza un rigonfiamento delle vene con comparsa di noduli seguiti nel tempo da complicazioni dolorose come flebiti, tromboflebiti e ulcere varicose. Tre diversi stadi patologici che sono scatenati dal ristagno del sangue, carico di anidride carbonica e di tossine, che altera e infetta i tessuti. Quali sono le terapie più moderne e quali le regole di vita per porre rimedio a questa patologia lo vediamo qui di seguito.
Terapia sclerosante
Questa terapia e applicabile alla quasi totalità delle varici, con poche eccezioni. Agevole per il paziente in quanto non necessita di ricovero, non ha controindicazioni e non impedisce una vita di lavoro normale. Sono sufficienti infatti una o più iniezioni nelle varici che si vogliono eliminare con appositi farmaci che determinano una reazione di chiusura della varice stessa. In questo modo il sangue venoso torna a circolare nelle vene sane con ottima compensazione in quanto si possono eliminare decine di vene in una gamba senza che il nostro organismo ne risenta, anzi nei casi in cui il paziente lamenta varici dolenti e gonfiori si verifica subito un miglioramento della circolazione con la scomparsa dei sintomi.
Terapia chirurgica
Le tecniche chirurgiche si avvalgono invece della flebectomia e della CHIVA. Le flebectomia consiste nell’effettuare piccole incisioni della pelle per asportare a tratti la varice interessata. La CHIVA si avvale invece essenzialmente della legatura della varice senza asportare il vaso venoso. Tutti questi tratta menti sono particolarmente all`avanguardia in quanto si effettuano solo con l’anestesia locale.
Nella fase post-operatoria è bene portare tuttavia, per alcuni giorni, un collant elastico graduato.
Norme igieniche di prevenzione
Le più comuni norme di prevenzione a questa patologia invalidante consistono nell’effettuare molto movimento, ginnastica appropriata, esporsi poco al sole, non bere alcolici, non fumare evitando di stare a lungo fermi in piedi e… dulcis in fundo, seguire una dieta corretta.
*Dott. Vincenzo Ranuzzi medico, chirurgo, direttore dell`Istituto delle gambe di Bologna.
COME PREVENIRE IL MALE
Paola Signorelli giovane medico milanese, nonché appassionata praticante delle molte discipline che compongono il fitness delta alcuni consigli per prevenire le varici dividendoli brevemente in ciò che IN e ciò che è OUT
“IN”
- Bicicletta o cyclette (2-3 volte la settimana per 20/25 min.)
- Camminare o pedometro (idem)
- Nuoto (idem)
- Ginnastica con attrezzi (2-3 volte la settimana sotto la guida di un istruttore)
- Rimanere in peso forma
- Integrare la dieta con vitamine consumando spesso frutta e verdure fresche
- Fare docciature fredde (il freddo ha effetto vaso costrittore)
- Durante il sonno o il relax tenete gli arti inferiori rialzati di almeno 10 cm. rispetto al piano dappoggio della testa
“OUT”
- Le esposizioni al sole prolungate
- La sauna
- Bagni in acqua troppo calda
- Le terapie estroprogestiniche (pillola anticoncezionale)
- Fumo e alcool
- Scorretto appoggio plantare per l`uso di tacchi troppo alti
- L’obesità