Parliamo di fitness

Sembra quasi un ossimoro accostare il pensiero di fitness alla mancata efficienza fisica, ma è la realtà con la quale ci dobbiamo confrontare quotidianamente, specie in questo lunghissimo periodo di pandemia. Siamo “bombardati” da ogni dove da inviti pressanti a fare dell’attività fisica, anche se poi la stessa è intesa in modo differente e spesso sostanzialmente contraddittorio. Ci sono alcune realtà che sono appena sfiorate da un onesto approfondimento e critica: in primis la carenza nei programmi universitari che portano alla laurea in medicina di affrontare il movimento non solo come atto fisiologico complesso ma come elemento fondamentale inserito in uno stile di vita finalizzato al benessere e al mantenimento dello stesso. Se volessimo trasformare in una rappresentazione teatrale il rapporto tra il nostro corpo e la nostra mente si potrebbe pensare che la salute è la vita nel silenzio degli organi, mentre nella malattia invece gli organi parlano e con il loro rumore disturbano le voci dell’efficienza fisica che sono rivolte al vivere “libero” dell’uomo.

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Attività fisica come complemento della prescrizione medica

“Faccia attività fisica” è la generica indicazione che moltissimi medici danno ai loro pazienti. In realtà è un consiglio, non una prescrizione: per trovarla infatti bisogna gravitare nel mondo della riabilitazione, dove ai pazienti vengono indicate le attività specifiche per il recupero funzionale, i tipi delle stesse, i tempi di esecuzione e di recupero. Siamo però nel campo della patologia e resta a discrezione del soggetto che cosa fare nell’ambito della normale vita quotidiana. Lo diciamo sottovoce, ma chi mi conosce sa da quanto tempo lo vado affermando, che il corso di laurea in medicina non prepara i neo laureati nell’ambito dell’attività fisica specifica riferita alle varie classi di età. Va fatta una premessa metodologica: l’attività fisica “generale” è compatibile con il gioco dei bambini, con l’andare a fare la spesa, con il salire le scale non usufruendo dell’ascensore, nel fare le faccende domestiche. Nel momento in cui tale attività si trasforma in esercizio si innesca un meccanismo di controllo, di ripetibilità, di sicurezza e di specificità rispetto all’individuo e all’ambiente che lo circonda. Insomma, si instaura il concetto di “metodologia” che deve essere indicato da personale esperto. Facendo un ulteriore salto di qualità si arriva all’allenamento, che è la progressione di diversi tipi di esercizio con finalità precise che ha insito in sé il concetto di benessere e di adattamento, cioè la capacità del nostro corpo di migliorare la risposta cardio-polmonare e muscolo-articolare al percorso allenante. Tanto più questo step deve essere condotto da personale molto esperto e non si può sicuramente improvvisare o delegare ad un tutorial su Youtube.

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Proteine del Siero del Latte (Whey Protein) e Muscolo

L'utilizzo delle proteine del siero del latte sia come alimento base sia come integrazione migliora la presenza della massa magra.  Mentre una dieta a regime energetico ristretto fornisce un modo efficace per diminuire la massa grassa e l’obesità addominale, l’assunzione di energia sotto i requisiti metabolici basali porta anche la perdita del muscolo scheletrico cosa assolutamente da evitare. DiOGenes è uno studio multicentrico a livello Europeo (Maastrict, Copenhagen, Cambridge, Heraklion, Potsdam, Pamplona, Sofi a, Praga) per un intervento dietetico controllato su adulti in sovrappeso che dapprima hanno perso peso con una dieta ipocalorica per 8 settimane e sono stati poi suddivisi in gruppi che seguivano 5 diverse diete ad libitum per 26 settimane. Le quattro indicazioni dietetiche più quella di controllo erano a basso o ad alto contenuto proteico o a basso o ad alto indice glicemico. Questo studio, con un intervento su larga scala, indica chiaramente l’effetto sulla perdita di peso della composizione della dieta.

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