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Pesi a cuor leggero

salute

Siamo convinti che la strada che dovrebbe condurre il mondo medico al fitness, come auspicato da illustri cattedratici nel corso di due recenti Congressi medici, sia lunga e disseminata di ostacoli. l maggiore e senza dubbio costituito dalla mancanza di conoscenza diretta che la medicina ha delle metodiche sportive.

Nel nostro Paese si e creato una specie di muro tra le esperienze, peraltro credibilissime della medicina ufficiale e quelle altrettanto credibili del mondo dello sport. Ben diversa appare invece la situazione negli Stati Uniti dove è invece in atto un efficace interscambio tra i due settori che ha condotto a eclatanti risultati come nel caso degli ultimi studi sull’uso dei pesi per la riabilitazione dei cardiopatici.

 

L`American College of Sports Medicine infatti è in procinto di autorizzare la pubblicazione di nuovi manuali di ginnastica che prevedono un largo uso dei pesi per la rieducazione funzionale dei malati di cuore. Le considerazioni che hanno portato a questa rivisitazione delle posizioni tradizionali sono estremamente semplici e tengono presente la necessità di fornire al paziente un’idonea massa muscolare per effettuare esercizi opportunamente mirati.

Quasi un uovo di Colombo: per effettuare una buona ripresa funzionale è necessario un incremento del lavoro fisico modulato con la frequenza cardiaca, ma tale lavoro non si concretizza se la massa muscolare non è sufficientemente tonica e sviluppata.

Niente muscolo, niente lavoro: niente lavoro, niente recupero.

 

Ronald Mc Lond, corrispondente Usa del Medical Tribune, riferisce che “recenti pubblicazioni indicano che l’allenamento con i pesi è più sicuro dell`esercizio aerobico poiché migliora sia la forza sia la resistenza cardiovascolare, mentre abbassa i fattori di rischio”.

Questo risponde al concetto fisiologico di ottenere il massimo della riabilitazione non solo migliorando la vascolarizzazione ma ottimizzando l`estrazione dell’ossigeno a livello dei tessuti periferici. Kerry Stuart, Direttore presso il Francis Scott Key Medical Center nonche responsabile del programma di ginnastica riabilitativa per cardiopatici, ha pubblicato un lavoro in cui definisce l`allenamento con i pesi un nuovo approccio per diminuire i fattori di rischio nei cardiopatici e per migliorare i tempi di recupero.

 

cardiopatico

I soggetti studiati sono stati ovviamente sottoposti a carichi di peso moderati valutati al 30-40% della capacità massima del singolo, e sollecitati all’utilizzo dei pesi (10-15 ripetizioni da eseguire in 30-45 secondi). Gli esercizi indirizzati sul tronco, sul cingolo scapolare e sugli arti inferiori sono stati effettuati però
esclusivamente alle macchine poichè queste comportano movimenti più corretti e simmetrici rispetto a quelli eseguiti con peso libero, la pressione arteriosa, com’era logico attendersi è apparsa moderatamente più alta durante l`utilizzo dei pesi ,più bassa invece, la frequenza cardiaca. In questo modo il lavoro globale del cuore e risultato simile sia nell’attività aerobica sia negli esercizi con i pesi.

Davemport e collaboratori hanno rilevato, in pazienti cardiopatici, minori variazioni elettrocardiografiche nel corso dell`allenamento pesistico piuttosto che durante gli esercizi aerobici.

 

Ciò li ha condotti ad ipotizzare che la maggior durata delle diastole (periodo di riempimento del cuore e delle arterie coronariche) aumenti l’irrorazione coronarica e quindi gli esercizi con i pesi risultano più efficaci di quelli aerobici che solo in teoria aumenterebbero la quantità di sangue e ossigeno disponibili.

Anche all’ultimo congresso dell’American College of Cardiology e stato rilevato che la terapia anti ipertensiva con farmaci, raggiunge più velocemente il suo scopo quando, in soggetti ovviamente selezionati, sia associata alla ginnastica con i pesi.

 

Da ultimo Paul Thomson Direttore del servizio di riabilitazione cardiaca alla Brown University di Providence, ha dimostrato che a parità di lavoro muscolare globale, la frequenza cardiaca più elevata nell’esercizio aerobico al tapis-roulant piuttosto che nell`esercizio con i pesi, a tutto svantaggio ovviamente della necessità di consumo di ossigeno del miocardio.

 

Queste considerazioni devono far riflettere gli addetti ai lavori ma vanno tenute nel giusto conto; la tendenza ad esagerare in entusiasmo infatti, specie nelle iniziative nuove, può condurre a risultati non sempre desiderati.

Non si può quindi affermare con assoluta sicurezza che il cardiopatico peggiori con l`attività fisica aerobica o che i pesi possano essere adoperati indifferentemente da tutti coronaropatici.

Tuttavia è evidente che una nuova ottica sta emergendo da studi seri sull`utilizzo dei pesi anche per il cardiopatico in fase riabilitativa.

Ed allora, se i pesi possono giovare ai cardiopatici perché non usare gli esercizi con i pesi come efficace mezzo di prevenzione per i soggetti sani?

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