Siamo convinti che la strada che dovrebbe condurre il mondo medico al fitness, come auspicato da illustri cattedratici nel corso di due recenti Congressi medici, sia lunga e disseminata di ostacoli. l maggiore e senza dubbio costituito dalla mancanza di conoscenza diretta che la medicina ha delle metodiche sportive.
Nel nostro Paese si e creato una specie di muro tra le esperienze, peraltro credibilissime della medicina ufficiale e quelle altrettanto credibili del mondo dello sport. Ben diversa appare invece la situazione negli Stati Uniti dove è invece in atto un efficace interscambio tra i due settori che ha condotto a eclatanti risultati come nel caso degli ultimi studi sull’uso dei pesi per la riabilitazione dei cardiopatici.
L`American College of Sports Medicine infatti è in procinto di autorizzare la pubblicazione di nuovi manuali di ginnastica che prevedono un largo uso dei pesi per la rieducazione funzionale dei malati di cuore. Le considerazioni che hanno portato a questa rivisitazione delle posizioni tradizionali sono estremamente semplici e tengono presente la necessità di fornire al paziente un’idonea massa muscolare per effettuare esercizi opportunamente mirati.
Quasi un uovo di Colombo: per effettuare una buona ripresa funzionale è necessario un incremento del lavoro fisico modulato con la frequenza cardiaca, ma tale lavoro non si concretizza se la massa muscolare non è sufficientemente tonica e sviluppata.
Niente muscolo, niente lavoro: niente lavoro, niente recupero.
Ronald Mc Lond, corrispondente Usa del Medical Tribune, riferisce che “recenti pubblicazioni indicano che l’allenamento con i pesi è più sicuro dell`esercizio aerobico poiché migliora sia la forza sia la resistenza cardiovascolare, mentre abbassa i fattori di rischio”.
Questo risponde al concetto fisiologico di ottenere il massimo della riabilitazione non solo migliorando la vascolarizzazione ma ottimizzando l`estrazione dell’ossigeno a livello dei tessuti periferici. Kerry Stuart, Direttore presso il Francis Scott Key Medical Center nonche responsabile del programma di ginnastica riabilitativa per cardiopatici, ha pubblicato un lavoro in cui definisce l`allenamento con i pesi un nuovo approccio per diminuire i fattori di rischio nei cardiopatici e per migliorare i tempi di recupero.
Davemport e collaboratori hanno rilevato, in pazienti cardiopatici, minori variazioni elettrocardiografiche nel corso dell`allenamento pesistico piuttosto che durante gli esercizi aerobici.
Ciò li ha condotti ad ipotizzare che la maggior durata delle diastole (periodo di riempimento del cuore e delle arterie coronariche) aumenti l’irrorazione coronarica e quindi gli esercizi con i pesi risultano più efficaci di quelli aerobici che solo in teoria aumenterebbero la quantità di sangue e ossigeno disponibili.
Anche all’ultimo congresso dell’American College of Cardiology e stato rilevato che la terapia anti ipertensiva con farmaci, raggiunge più velocemente il suo scopo quando, in soggetti ovviamente selezionati, sia associata alla ginnastica con i pesi.
Da ultimo Paul Thomson Direttore del servizio di riabilitazione cardiaca alla Brown University di Providence, ha dimostrato che a parità di lavoro muscolare globale, la frequenza cardiaca più elevata nell’esercizio aerobico al tapis-roulant piuttosto che nell`esercizio con i pesi, a tutto svantaggio ovviamente della necessità di consumo di ossigeno del miocardio.
Queste considerazioni devono far riflettere gli addetti ai lavori ma vanno tenute nel giusto conto; la tendenza ad esagerare in entusiasmo infatti, specie nelle iniziative nuove, può condurre a risultati non sempre desiderati.
Non si può quindi affermare con assoluta sicurezza che il cardiopatico peggiori con l`attività fisica aerobica o che i pesi possano essere adoperati indifferentemente da tutti coronaropatici.
Tuttavia è evidente che una nuova ottica sta emergendo da studi seri sull`utilizzo dei pesi anche per il cardiopatico in fase riabilitativa.
Ed allora, se i pesi possono giovare ai cardiopatici perché non usare gli esercizi con i pesi come efficace mezzo di prevenzione per i soggetti sani?