Frequento da anni l’ambiente delle palestre. Prima come cliente, oggi come professionista. Tanta è la passione che ho deciso di dedicare la mia tesi di Laurea in Dietistica al fitness. Allo stare bene, in forma e in salute. In particolare, ho voluto saziare alcune curiosità su una realtà ormai evidente negli ambienti dedicati a fitness e sport: il consumo di integratori alimentari.
Chi ne fa uso? Chi sono queste persone, quale la loro età? Cosa fanno, come vivono, come si allenano? Cosa consumano? Perché ne fanno uso?
A queste domande ho cercato di dare risposte, rilevando dati direttamente sul campo (Firenze) e ipotizzando possibili spiegazioni, che condivido umilmente oggi coi lettori di Fitness&Sport in questo articolo che riassume alcune delle informazioni elaborate con la Professoressa Paola Failli del Dipartimento di NEUROFARBA dell’Università degli Studi di Firenze e relatrice della tesi “Indagine esplorativa sull’utilizzo degli integratori alimentari nelle palestre fiorentine”.
Per costruire una buona ricerca, si deve cominciare dalle fondamenta: dal vocabolario TRECCANI, con «Integrazione» e «Supplemento» si intende rendere intero/perfetto qualcosa di insufficiente rispetto ad un determinato scopo o alle effettive necessità.
Per la legge Italiana, sono integratori alimentari i prodotti alimentari, fonte concentrata di nutrienti sia monocomposti che pluricomposti, destinati ad integrare la comune dieta.
Obiettivo della tesi è stato studiare la propensione e la consapevolezza nell’assunzione di integratori alimentari in soggetti frequentatori di 3 palestre del territorio fiorentino.
Ai frequentatori delle 3 palestre è stato somministrato un questionario specificatamente realizzato.
Brevemente, il Questionario Ufficiale (nato da un Questionario Pilota realizzato per appurare se i quesiti fossero posti in maniera chiara, comprensibile e compilabili in tempi ragionevoli) era volto a conoscere informazioni sulla dieta latina (stile di vita, alimentazione e attività fisica) e sull’eventuale uso di integratori (tipologia, modalità di utilizzo, luogo d’acquisto e prescrizione/ autoprescrizione). Sono stati consegnati 300 questionari fra gennaio e febbraio 2017 e dei 238 compilati, ne sono stati analizzati 197 (41 scartati perché incompleti), con metodo statistico non parametrico del «Chi-quadro» e significatività statistica per p<0,05. L’analisi risente dei limiti spesso connessi alle dichiarazioni spontanee di abitudini.
A voi i risultati.
I soggetti in studio erano omogeneamente distribuiti fra maschi (54%) e femmine (46%), prevalentemente occupati per quanto riguarda la professione e prevalentemente giovani (età <35 anni).
Per quanto riguarda le tipologie di attività fisica si osserva una prevalenza per le femmine a condurre attività cardio-funzionale (45%) e di tonificazione (30%), per i maschi a condurre attività destinate all’ipertrofia muscolare con o senza attività cardio-funzionale associata (32% e 35% rispettivamente).
Il 36% dei soggetti ha affermato di seguire una dieta strutturata. Principalmente, però, le diete strutturate erano frutto di un auto-elaborazione (>50% dei casi). Maggiore la tendenza delle femmine rispetto ai maschi a rivolgersi a personale sanitario (41% vs 20%), pur senza differenza significativa.
Per quanto riguarda l’assunzione di alcol, descritta per quantità (1U=1 unità alcolica secondo LARN) e frequenza, è maggiore la percentuale di astemi/bevitori occasionali (63%) che bevitori abituali (37%). Fra i soggetti che seguivano una dieta strutturata, si osserva una maggior prevalenza di astemi/bevitori occasionali piuttosto che bevitori, e fra i soggetti bevitori che hanno affermato di seguire una dieta strutturata, l’89% tende a non assumere alcol quotidianamente ma ad assumerne >2U occasionalmente (specie il fine settimana).
Per quanto riguarda il fumo, fortunatamente il 63% del campione ha affermato di non fumare, contro un 37% di fumatori (dato comunque non irrilevante quando si parla di salute) che si distribuiscono con una certa omogeneità fra le diverse tipologie di attività fisica.
Ed eccoci all’uso di integratori.
Fa uso di integratori alimentari il 41% del campione, con una tendenza maggiore per i maschi (49% dei maschi totali) rispetto alle femmine (31% delle femmine totali) senza differenza significativa.
Gli integratori maggiormente consumati rientrano nelle categorie minerali-vitaminici e proteici e questi ultimi sono prevalentemente usati da soggetti maschi. Vi è una tendenza maggiore fra i maschi rispetto alle femmine a far uso di più di 1 categoria di integratori.
Gli integratori proteici vengono maggiormente utilizzati da soggetti maschi dediti ad attività fisica finalizzata all’ipertrofia muscolare a alla forza, cioè body building con o senza attività cardio-funzionale e sport situazionali, con differenza significativa fra maschi e femmine.
L’uso di integratori, inoltre, aumenta all’aumentare delle ore settimanali di allenamento, passando da un 20% di consumatori fra i soggetti chi si allenano <4h/settimana ad un 60% fra chi si allena >8h/settimana. La maggior parte dei soggetti facenti uso di integratori alimentari se ne auto-prescrive l’impiego (il 77% dei maschi e il 47% delle femmine).
Si osserva di nuovo una maggior tendenza fra le femmine rispetto ai maschi a rivolgersi a professionisti sanitari (39% e 13% rispettivamente) senza differenza significativa.
Gli integratori che i soggetti del campione si sono maggiormente auto-prescritti sono quelli minerali-vitaminici e proteici, mentre quelli maggiormente indicati da professionisti sanitari sono minerali-vitaminici.
La maggior parte dei soggetti in studio assume integratori nella quantità indicata dal produttore, con una tendenza maggiore per i maschi ad assumere quantità superiori a quanto indicato.
I soggetti che hanno affermato di assumere integratori stagionalmente (es. primavera, inverno, etc.) fanno tutti uso di integratori minerali-vitaminici.
Non è stata rilevata, infine, differenza significativa rispetto al benessere percepito (misurato su scala Likert da 1 a 10) fra chi fa uso e chi non fa uso di integratori alimentari.
Quindi, riassumendo:
● L’uso di integratori alimentari nei soggetti frequentatori delle palestre fiorentine analizzate è relativamente modesto (41%).
● Gli integratori minerali-vitaminici sono quelli più frequentemente usati (61% sui facenti uso di integratori).
● Gli integratori proteici sono soprattutto utilizzati da soggetti maschi dediti ad attività fisica destinata all’ipertrofia muscolare.
● I soggetti analizzati tendono ad auto-prescriversi l’uso di integratori alimentari e ad assumere spesso dosi superiori a quelle indicate.
● Raramente è stata consultata la figura professionale del Dietista.
In conclusione, rifacendomi alla definizione di integrazione/supplemento proposta nell’Introduzione alla tesi e all’articolo, come aggiunta a qualcosa che risulta insufficiente a specifiche necessità o fini, ritengo che l’utilizzo di integratori alimentari nel mondo del fitness si inserisca in un pattern comportamentale legato agli stessi bisogni e aspirazioni sponsorizzati e venduti culturalmente, che finiscono per orientare azioni e flussi economici delle persone verso obiettivi che, in altri contesti e in altre realtà, non è detto apparterrebbero loro.
Il processo di promozione della salute supporta la crescita e lo sviluppo individuale e sociale attraverso l’informazione, l’educazione e il miglioramento dei life skills, per poter esercitare un maggior controllo sulla propria salute e/o sull’ambiente.
Tenuto conto della priorità data al culto del corpo negli ambienti fitness e dei pattern comportamentali e alimentari associati, sarebbe auspicabile l’inserimento della figura professionale del Dietista negli ambienti fisici dove si realizzano sport e fitness, cooperando in un team composto da esperti nell’ambito dello sport e della salute, per l’elaborazione di programmi individualizzati che inglobino le aspirazioni individuali in una visione più amplia di salute.
a cura di Gaia Giacalone – CFT3 ISSA Europe
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