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L’obesità in Italia e nel mondo è un grave problema di salute pubblica che richiede sempre più trattamenti efficaci. I numeri di persone affette da questo problema sono, infatti purtroppo, in crescita dappertutto. Secondo l’Istat in Italia circa il 12% degli adulti è classificabile come obeso e il 34,2% in sovrappeso.
In valori assoluti sono oltre 25 milioni le persone italiane che si caratterizzano per un eccesso di peso.
Allargando lo sguardo a tutto il mondo le persone obese sono più di un miliardo. L’OMS stima che entro il 2025 a tale cifra se ne potrebbero aggiungere altri 167 milioni per varie cause.
Questa condizione tanto diffusa predispone a malattie croniche come diabete e ipertensione. Inoltre, implica anche un forte impatto sociale e psicologico per chi ne soffre.
In tale contesto, l’esplorazione di trattamenti efficaci per l’obesità, ma soprattutto, per una perdita di peso duratura è fondamentale. Dopo decenni di ricerche non sono ancora state trovate terapie con esito a lungo termine. Metodi di autocontrollo comportamentale sono rivolti alla modifica dell’alimentazione e della sedentarietà. Essi, al momento, rappresentano lo stato dell’arte in tema di trattamenti efficaci dell’obesità. Comunque, la maggior parte dei pazienti così trattati soffre di ricadute dopo 2 anni; solo il 5 per cento circa mostra perdite significative e permanenti.
Diete a basso consumo calorico, tra i trattamenti per l’obesità che non risultano a lungo termine
Come accennato, la perdita di peso durevole è identificata come il criterio maggiore di successo nel trattamento dell’obesità. Ciononostante è veramente difficile dire ciò che è considerato una terapia efficace. Questo perché solo una piccola frazione degli individui trattati mantiene il calo ponderale.
Per i pazienti più pesanti, diete a basso contenuto calorico (VLCD) possono produrre perdite significative in un tempo relativamente breve.
A lungo termine, invece, i risultati delle VLCD sono deludenti e solo il 10 per cento mantiene una buona perdita. Con degli indici così bassi è difficile determinare se il mancato successo sia dovuto all’effetto del trattamento, a una mancata motivazione o a una disposizione fisiologica favorevole alla perdita di peso. Non è stato ancora identificato un insieme di variabili che possano dare dei risultati attendibili.
Anche i pazienti diabetici che necessitano di un controllo alimentare per questioni di salute, mangiano in modo inappropriato in più della metà dei casi. In coloro che stanno a dieta è stato confermato che la sola vista o il profumo di un piatto invitante e sufficiente a demotivare la dieta. L’ansia prodotta dalla tentazione può causare un’apparente perdita di self-control e può interferire con ogni intenzione di usare metodi razionali per prevenire la ricaduta.
3 modi per capire perché i trattamenti dietetici per l’obesità non sono efficaci
Da una parte è difficile descrivere il paziente ideale e, dall’altra, identificare coloro di cui si è sicuri del fallimento. Vi sono parecchi modi per affrontare la questione.
Un approccio potrebbe essere quello di studiare le correlazioni tra un alimentazione scorretta e le norme igieniche comportamentali fino al momento in cui queste portano a un riacquisto di peso.
Un altro potrebbe avvenire studiando quei soggetti che riescono a mantenere la perdita di peso per periodi lunghi e vedere se i loro comportamenti sono molto diversi da quelli di coloro che riacquistano peso.
Per ultimo, esplorare se il modello di autocontrollo comportamentale del trattamento fallisce nell’indirizzare i processi critici nell’alimentazione e nel controllo dell’attività fisica. Se questa mancanza di controllo è caratterizzata come un problema di dipendenza dal cibo, bisogna prendere in considerazione una serie di fattori.
Il problema delle ricadute
Poiché le ricadute nelle vecchie abitudini vengono studiate in relazione alle caratteristiche del paziente e alle condizioni ambientali in momenti specifici. I fenomeni di questo tipo sono più facilmente studiati rispetto ai processi di mantenimento. Questo può spiegare perché ci siano più dati riguardanti le ricadute piuttosto che i mantenimenti.
Tecniche di autocontrollo comportamentale
Uno studio sui fenomeni della ricaduta nelle abitudini comportamentali e alimentari inappropriate ha un’ovvia applicazione nella ricerca dei trattamenti più efficaci dell’obesità: più specificatamente nel self-control nell’alimentazione.
Si ritiene che i pazienti mangino non appropriatamente e usino tecniche di autogestione per sviluppare e mantenere abitudini migliori.
Queste tecniche includono:
- autocontrollo,
- controllo dello stimolo
- e supporto sociale.
Individui provenienti da famiglie con problemi relazionali interni sono portati al mantenimento del self-control che occorrerebbe per resistere alle tentazioni del cibo, a continuare l’esercizio fisico e quindi mantenere la perdita di peso.
Si è visto che parte degli individui che cercano di dimagrire sono motivati a continuare dai messaggi della nostra società a essere più magri. Per questa ragione è difficile prevedere il successo.
Alcuni studi hanno richiesto ai soggetti di riportare le ragioni del successo o del fallimento dei loro programmi di perdita di peso. Coloro che re-ingrassavano dissero di mangiare per ragioni emotive, mancanza di esercizio e supporto sociale inadeguato.
Quanti avevano rinunciato ai programmi di perdita di peso ammisero mancanza di self-control che li spingeva a non trattenersi dalle tentazioni del cibo mancanza di un piano alimentare strutturato da seguire, i problemi di lavoro mancanza del supporto familiare, il fatto che dovessero mangiare fuori casa, conflitti sociali depressione, e la necessità di soddisfarsi usando il cibo.
Coloro che invece avevano avuto risultati positivi dissero di essere dei vincenti e di accusare una continua presenza di senso di benessere, di soddisfazione emotiva, di cambiamenti ottimali della forma del corpo, acquisto della salute perdita di peso, soddisfazione di aver raggiunto il proprio scopo, supporto della famiglia e degli amici.
Obesità e depressione
In un vecchio studio riguardante la deviazione dalle raccomandazioni dietetiche, alcuni soggetti in sovrappeso riferirono che il cattivo umore e lo stress portavano a una sospensione del controllo. In casi simili, il raziocinio veniva messo da parte in favore della decisione di mangiare in modo inappropriato. Ci si aspetterebbe che le emozioni negative causino un decremento apparente del self-control. Alcuni studi hanno dimostrato che il successo nella perdita di peso è inversamente proporzionale agli indici di depressione.
È stato riscontrato che l’acquisto di un basso livello di “energia” è in relazione alla sospensione repentina da un programma di perdita di peso. Lo stesso studio ha riscontrato che coloro che avevano smesso erano più depressi di coloro che avevano completato il programma.
Successo e fallimento dei trattamenti per l’obesità e la perdita di peso
L’area successiva che deve essere esplorata è lo studio di coloro che riescono a dimagrire con successo. Che cosa sembra essere correlato con il successo? Visto che questi tendono a essere studi retrospettivi è difficile dire se queste correlazioni sono casuali, ma ne possono essere derivate implicazioni per ricerche future.
Guardando alle caratteristiche dei “vincitori” e dei “vinti” e quello che loro fanno durante il “gioco” di perdita del peso è possibile sviluppare ipotesi riguardo a ciò che è efficace. È chiaro che coloro che fanno attività fisica regolarmente hanno più possibilità di un successo a lungo termine.
Questo è dovuto all’aumento del dispendio calorico conseguente all’esercizio così come vi è un effetto sull’abbassamento metabolico causato dalla restrizione dietetica.
L’esercizio può aiutare a contrastare durante il sonno la riduzione dell’indice metabolico causata dalla dieta.
La perdita di peso indotta esclusivamente dall’esercizio non sembra produrre diminuzioni del metabolismo basale. Le perdite indotte dalla sola restrizione dietetica possono produrre diminuzioni del metabolismo basale che sono ciò che rendono molto difficile il mantenimento della perdita di peso a lungo termine.
Un’altra considerazione in relazione all’attività fisica durante la perdita di peso include ulteriori ricerche sul livello di “energia” acquistato. Generalmente la restrizione dietetica riduce il livello di “energia, mentre un esercizio regolare aumenta la capacità vitale, aumentando l’acquisto di “energia”.
Ci si potrebbe aspettare che un modesto aumento di “energia” sia in relazione con la scarsa aderenza all’attività fisica e generalmente alla diminuzione di self-control, visto che la maggior parte delle persone sono meno motivate se stanche.