La salute e la prevenzione delle malattie più gravi che affliggono la società progredite del nuovo millennio si tutelano solo attraverso l’accurata ,selezione dei cibi accompagnata da un’adeguata pratica di attività motorie, e sportive in genere.

 

L’uomo è ciò che mangia. L’alimentazione influenza positivamente o negativamente la vita di ognuno di noi: Mentre in molti Paesi del terzo mondo la gente ancora muore di fame, nei Paesi occidentali e negli altri Paesi del mondo maggiormente progrediti il cibo rappresenta un vero e proprio problema per i suoi eccessi. Prova ne sia che le malattie più gravi che affliggono l’umanità che vanno da quelle oncologiche a quelle cardiologiche costituiscono uno dei massimi impegni della sanità proprio di quei Paesi, ove, peraltro, la medicina ha sviluppato i suoi maggiori progressi. Un ulteriore problema che minaccia la salute è dato dalla mancanza di uno stile di vita corretto con un adeguata attività di movimento fisico. Secondo una recente ricerca della FAO e dell’OMS il 60 per cento delle morti che si verificano ogni anno nei Paesi del mondo più avanzati (circa 46 milioni) sono attribuibili a malattie evitabili con una corretta alimentazione accompagnata da una moderata attività motoria.

 

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In essi, infatti, la piaga dell’obesità e del sovrappeso affligge milioni di persone, con un danno non solo per la loro salute ma anche per la spesa pubblica tenuto conto che il maggiore onere dei bilanci di quegli Stati è dato, appunto, dalla sanità. Il messaggio, quindi, che verrà dall’Expo sarà di certo rappresentato dall’assunzione di un impegno da parte di tutti i Paesi verso un nuovo modello di formazione culturale che dovrà, se pur gradualmente, portare ad un rigoroso rispetto dei detti principi sin dai primi anni di vita, di certo se ciò sarà attuato la salute della collettività ne riceverà un grande vantaggio. Una tale iniziativa farà sentire i suoi positivi effetti anche dal punto di vista finanziario per una palpabile diminuzione della spesa pubblica sanitaria. Il che, come si è anticipato, darebbe ai singoli Paesi la concreta possibilità di individuare altri settori in cui impegnare fruttuosamente le ingenti somme di danaro risparmiate per curare le persone vittime dei malanni dovuti alla cattiva alimentazione, ai cibi spazzatura e ad uno stile di vita sbagliato che non abbia privilegiato il movimento fisico o le attività sportive.

 

Alla ricerca delle responsabilità
Ma i colpevoli dell’obesità e del sovrappeso non sono solo le persone che rifiutano il movimento fisico ed abusano in maniera sregolata dei cibi, anzi si può dire che esse potrebbero essere qualificate come vittime per essere state catturate dalle false informazioni. Il dito, quindi, va puntato anche contro le istituzioni ed i mass media che non hanno fatto nel passato e continuano a non fare oggi formazione culturale. Gravi le omissioni da parte dei singoli Stati che non hanno adottato le dovute misure per combattere con fermezza e decisione il triste fenomeno. Considerata la diffusione dell’obesità e del sovrappeso sembra quasi che a volte questi Paesi abbiano favorito il loro incremento non solo, come si prima anticipato facendo mancare la necessaria formazione culturale della collettività ma anche non impedendo la pubblicità dei cibi spazzatura e quindi con ciò facilitando la diffusione degli stessi unitamente alle false mirabolanti diete. Ed appunto notevoli sono anche le responsabilità morali di alcuni mass media che non hanno dato un corretto messaggio e fatto così spesse volte opera di disinformazione con la magnificazioni di diete errate e di cibi nocivi.

 

Non meno colpevoli, poi, sono le grandi industrie che producano e reclamizzano, prodotti alimentari spazzatura altamente tossici e nocivi che producono danni a volte irreparabili alla salute di chi li acquista.

 

L’obesità ed il sovrappeso
La necessità di un impegno comune per debellare questa vera e propria epidemia del nuovo millennio, che colpisce i Paesi maggiormente progrediti, è emersa in tutta la sua drammatica portata nell’ultimo obesity day svoltosi il 10 ottobre 2014, giunto alla sua 14 edizione.

 

L’ADI, Associazione di dietetica e di nutrizione organizzatrice della giornata di studio, ha sottolineato che l’obesità rappresenta una sfida crescente non solo sanitaria ma anche economica sia in Italia che in tutti gli altri Paesi del mondo dai superiori modelli di vita e difatti, si è già detto innanzi, che le malattie da essa derivanti assorbono ampie fette dei bilanci dei servizi sanitari nazionali. Da ciò la necessità di fare, attraverso l’informazione, opera di prevenzione delle maggiori malattie collegate ad un alimentazione sbagliata. In questo ultimo incontro è, però, emerso qualcosa di nuovo. E cioè è stato detto a chiare ed incisive lettere che la battaglia all’obesità ed al sovrappeso si potrà vincere solo attraverso una corretta informazione sulle metodiche scientifiche e quindi di grande attendibilità: solo percorrendo questa strada si potrà ottenere il risultato prefisso.

 

Prova ne sia che uno dei relatori, il Presidente di Federfarma, Maria Rosa Rocca, ha detto che tutte le categorie professionali pubbliche e private che in un modo o nell’altro entrano in contatto con le persone affette da tali problematiche (medici, farmacisti, operatori sanitari sociali, educatori scolastici di ogni ordine grado, titolari di palestre e centri fitness) hanno il dovere deontologico di informazione sulle modalità cui ricorrere per combatterle. Debbono, altresì, ricordare loro che la patologia dell’obesità si cura attraverso, previa un’accurata diagnosi sulle sue cause solo seguendo le terapie prescritte dal medico mentre il sovrappeso si elimina con una dieta adeguata accompagnata dalla pratica quotidiana di attività di movimento fisico o meglio frequentando una palestra o un centro fitness, fuggendo dalle diete cd miracolose pubblicizzate da alcune riviste e da altri organi di informazione che sono certamente inefficaci e pericolose per la salute. Per vincere una tale difficile battaglia per le sue implicazioni sanitarie sarebbe opportuno iniziare una vera e propria campagna di sensibilizzazione della opinione pubblica volta a proteggere i soggetti portatori di tali problemi fisici. E ciò per evitare che essi in quanto soggetti deboli e fragili vengano catturati dalla pubblicità ingannevole su giornali e TV ed internet che presenta ricorso a prodotti dimagranti evitando ogni ricorso alle cure dei i medici.

 

Quali i possibili rimedi ?
La capillare presenza di internet sull’intero pianeta con possibilità di accesso generalizzato complica le modalità di controllo delle tante illegalità che ogni giorno si consumano a danno della collettività in materia di alimentazione, basti pensare che si possono effettuare transazioni per la vendita di prodotti di ogni genere il cui venditore risiede in altra parte del mondo ed in Paesi ove non vige una normativa che pone divieti alla commercializzazione di simili intrugli.

 

Ed allora cosa fare?

Non basta, però, percorrere la strada di una massiccia informazione mediatica che veda impegnati non solo gli, organismi pubblici ma anche quelli privati ma occorre fare qualcosa di più. Bisogna infatti far ben intendere a costoro che se non rispetteranno queste regole diventando obesi o in sovrappeso, il futuro riserverà loro gravi e sgradite sorprese per la salute che comprometteranno in modo irrimediabile il benessere psico-fisico. Solo in tal modo si può avviare un piano di risanamento della attuale situazione esistente nei Paesi ricchi.

 

Se mancherà questo impegno nelle istituzioni e negli organismi privati e si lascerà campo libero alla pubblicità mediatica negativa ed ingannevole allora saranno inesorabili le conseguenze lesive della salute nonché. dell’aumento della spesa pubblica. Si avrà cosi il paradosso che coloro che sono deputati istituzionalmente alla tutela della salute, in ragione del loro comportamento omissivo per non aver posto in essere ogni misura per evitare il diffondersi di quella che, innanzi abbiamo defi nito l’epidemia del nuovo millennio, finiranno, poi, per diventare essi stessi corresponsabili di tutto ciò.

 

Un contributo importante deve venire anche dalla famiglia

Un ruolo non di poco conto spetta anche alla famiglia. Ad essa spetta educare i propri figli sin dalla più tenera età a seguire un’alimentazione equilibrata eliminando gli eccessi ed escludendo tutti quei cibi assunti fuori orario (tipo merendine, bevande, patatine fritte che sono ipercalorici e nocivi) che producono solo danni alla salute e portano inesorabilmente all’aumento di peso ed all’obesità. Certamente non è facile convincere i ragazzi che un errato percorso alimentare può mettere a rischio quel bene fondamentale di ogni individuo che è, appunto, la salute. Anche perché la giovane età porta all’ottimismo, fa vedere tutto roseo ed esclude che si possa essere colpiti da malattie proprio per aver abusato di un determinato cibo. L’impegno dei famigliari, al riguardo, deve essere massimo, il loro compito, però, non si esaurisce solo nella formazione della cultura della buona alimentazione.

 

Esso, infatti, si deve estrinsecare in atti concreti quali possono essere l’eliminazione dalla dispensa di casa dei prodotti di Frankestein, e, cioè dei dolciumi, dei prodotti snack e quelli artificiali pieni di zuccheri, sale e grassi. Il loro abuso può produrre danni impensabili. Il pericolo che si annida in questo tipo di alimentazione ”innaturale” è che i ragazzi crescendo finiscono per avere estremo bisogno di questo tipo di cibi. Siamo innanzi ad un particolare aspetto della biologia evolutiva che si associa ad una potenziale assuefazione, non certo paragonabile a quello delle sostanze stupefacenti, ma sufficiente a farli cedere, crescendo, alle immancabili tentazioni del gusto di quei cibi e bevande ai quali hanno avuto l’accesso facilitato proprio in famiglia. Il cammino da seguire per combattere il fenomeno è lungo e difficile ma se c’è un serio impegno i risultati non mancheranno.



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