Un’intelligenza non sfruttata

Il corpo umano è una macchina perfetta. Sentiamo ormai questa espressione da tanto tempo e forse sarebbe anche il momento di contestare questo assunto che, probabilmente, non rende abbastanza giustizia alla magnificenza di quello che realmente siamo. Il corpo umano è una struttura che ospita un’anima ed una biologia estremamente complessi ma che lungi è dall’essere perfetto. Se così fosse non dovrebbe deteriorare perché il concetto stesso di perfezione si riferisce a qualcosa che è senza difetti e non suscettibile di miglioramenti. Invece sappiamo che l’unicità di ognuno di noi è proprio nelle imperfezioni e nel fatto che possiamo sempre migliorarci. Se fossimo perfetti non avremmo dovuto sforzarci di trovare, negli anni di evoluzione, in milioni di anni di vita, il modo per contrastare gli effetti del tempo. È proprio questa imperfezione che ci costringe ogni giorno a migliorarci o almeno così dovrebbe essere. Tuttavia allo stato attuale questa straordinaria “macchina” non è ancora riuscita ad adattarsi all’inevitabile decadenza biologica del tempo. Forse la sua “perfezione” risiede proprio nel fatto che è così intelligente che se anche potesse scegliere non resterebbe sulla Terra per sempre e ciò è dettato da un delicato equilibrio che mantiene il sistema vita in una condizione ben bilanciata. Tuttavia nessuno raffronta i dettami della Natura ma quanto meno vogliamo assaporare l’idea di andarcene senza soffrire. Spegnersi lentamente senza decadere. Il desiderio comune di tutti è quello di rallentare gradualmente fi no a chiudere gli occhi circondato dagli amori e dagli affetti di sempre.

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Attività fisica come complemento della prescrizione medica

“Faccia attività fisica” è la generica indicazione che moltissimi medici danno ai loro pazienti. In realtà è un consiglio, non una prescrizione: per trovarla infatti bisogna gravitare nel mondo della riabilitazione, dove ai pazienti vengono indicate le attività specifiche per il recupero funzionale, i tipi delle stesse, i tempi di esecuzione e di recupero. Siamo però nel campo della patologia e resta a discrezione del soggetto che cosa fare nell’ambito della normale vita quotidiana. Lo diciamo sottovoce, ma chi mi conosce sa da quanto tempo lo vado affermando, che il corso di laurea in medicina non prepara i neo laureati nell’ambito dell’attività fisica specifica riferita alle varie classi di età. Va fatta una premessa metodologica: l’attività fisica “generale” è compatibile con il gioco dei bambini, con l’andare a fare la spesa, con il salire le scale non usufruendo dell’ascensore, nel fare le faccende domestiche. Nel momento in cui tale attività si trasforma in esercizio si innesca un meccanismo di controllo, di ripetibilità, di sicurezza e di specificità rispetto all’individuo e all’ambiente che lo circonda. Insomma, si instaura il concetto di “metodologia” che deve essere indicato da personale esperto. Facendo un ulteriore salto di qualità si arriva all’allenamento, che è la progressione di diversi tipi di esercizio con finalità precise che ha insito in sé il concetto di benessere e di adattamento, cioè la capacità del nostro corpo di migliorare la risposta cardio-polmonare e muscolo-articolare al percorso allenante. Tanto più questo step deve essere condotto da personale molto esperto e non si può sicuramente improvvisare o delegare ad un tutorial su Youtube.

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Avere una buona massa muscolare ci protegge dalle infezioni?

La grande attualità legata alla pandemia da coronavirus ha costretto ciascuno di noi ad occuparsi più frequentemente di nutrizione, sport e difese immunitarie. Le ricerche degli ultimi anni sui meccanismi cellulari e molecolari dell’immunità hanno confermato che la carenza di proteine alimentari può influenzare negativamente l’azione delle principali cellule del sistema immunitario come i linfociti T, linfociti B, cellule natural killer e dei macrofagi rendendo l’organismo più suscettibile alle malattie infettive.

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FitLight Trainer: le luci che ti allenano

l sistema FitLight Trainer è composto da una serie di luci a led colorati che possono essere poste in terra o su apposite strutture per creare un determinato percorso motorio. Serpentine, test a navetta, esercizi "a terra" e "a parete" sono solo alcuni esempi delle tante possibili configurazioni. Possono essere eseguiti diversi test quali: agilità, reazione, cambio di direzione, percezione periferica, coordinamento oculo-podalico, performance atletica.

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Attività Motoria & Salute: un legame inscindibile

In seguito all’emergenza pandemica che ha investito anche il nostro paese, l’adozione di restrizioni per salvaguardare la salute pubblica ha colpito inevitabilmente il mondo del fitness, compromettendo la possibilità di poter svolgere esercizio fisico. In attesa che nuove modalità di accesso alle palestre, ai parchi e tutti gli spazi dedicati al movimento siano urgentemente elaborate dagli organi governativi, è necessario sottolineare come la pratica regolare dell’attività motoria sia fondamentale per la vita dell’uomo e la limitazione al suo svolgimento possa diventare nel tempo un fattore di rischio per la salute assolutamente da non sottovalutare. Insieme alla nutrizione, l’attività fisica regolare rappresenta l’elemento dello stile di vita più influente sull’evoluzione età-correlata dei sistemi fisiologici (neuroendocrino, immunologico, cardiovascolare, muscoloscheletrico) e sull’impatto dei fattori di rischio di malattie croniche (obesità, aterosclerosi, ipertensione, diabete, artrite reumatoide)[1].  L’attività motoria è inoltre strettamente associata a una migliore salute mentale[1] e a una più soddisfacente integrazione sociale[1].

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Tired sportsman having rest in gym after training

Performance attraverso il Sonno

"Non sprecare tempo dormendo", sembravano dirsi tutti coloro che nella vita, nello sport, nella professione avevano a che fare con le performance. D'altronde gli esempi si sprecano di persone che si vantano di dormire pochissime ore ed essere efficienti durante la settimana. Ma nel fine settimana cosa accade? E soprattutto, cosa accade dopo anni di logorio e assenza di adeguato recupero? E nella parte finale della vita? ISSA ha recentemente proposto l'ICS - Indagine Conoscitiva sul Sonno -a 300 personal trainer dalla quale è emerso un quadro preoccupante in cui l'82% degli intervistati presentavano criticità connesse al Grande Recupero e conseguenti problematiche quotidiane; oltre alla cattiva igiene del sonno che porterà i soggetti in età più avanzata a cali di performance fisica, maggiore cagionevolezza e in ultima istanza a minore longevità. Lo spostamento dell'orario naturale di addormentamento a tarda notte tende a desincronizzare i ritmi circadiani, compromettendo lo stato fisiologico e psicologico degli atleti. Il sonno rilevato è inferiore al limite fisiologico richiesto e superiore ai livelli di allerta di parziale privazione. Risultati simili sono stati riportati in uno studio che prevedeva una parziale privazione del sonno per quattro giorni per 2,5h con effetti sulla HRV (variabilità cardiaca), SQ (qualità) e TMD (disturbi dell'umore): in sintesi alterazione dell'umore, incremento della depressione, tensione, confusione, fatica, rabbia e diminuzione della forza.

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